Il giorno sabato 10 novembre 2012 18:10:32 UTC+1,
(cut)
> - Mentre per E. era questione di "spazio curvo", Soldner assegnava una massa pur piccola al corpuscolo di luce donde l'azione gravitazionale. Ora bisognerebbe vedere (pur ammettendo che � un po' argomento ad hoc) se dando altri valori a quella massa m (cut)
Ma guarda che Soldner non dava, per il calcolo della deflessione, nessun valore alla massa del "raggio" newtoniano, essendo, da Galileo in poi, la deflessione invariante da essa.
Nella sua formula figuravano solo la massa del sole, la distanza dal centro di esso a cui passava il raggio porveniente dalla stella lontana e la velocit� della luce.
Non credo poi che si sia preoccupato dell'attraversamento dell'atmosfera terrestre da parte del raggio, per cui � irrilevante il fatto, che altrove riferisci, che Newton credesse che nella rifrazione la velcoit� nel mezzo aumenta anzich� diminuire.
Poi scrivi:
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> (lo dico senza alcuna ironia) che non � cos� fondamentale cosa ne pensasse Born. Tuttavia rimane significativo che uno dei massimi teorici della relativit� del XX secolo scrivesse nel 1962 che i valori della deflessione (non solo quelli del 1919 ma tutti, anche quelli dei decenni successivi fino al 1962) non fornissero a suo avviso "una conferma sperimentale definitiva" (p. 420)
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Lo riteneva anche Leopold Infeld nei primi anni '50.
Scriveva, nel suo saggio
"Albert Einstein: l'uomo e lo scienziato: la teroia della relativit� e la sua influenza sul mondo contemporaneo", edito finch� Einstein era ancora invita ed in italia da Einaudi nel 1959)
"Spesso si esagera l'importanza dei dati sperimentali nel caso della teoria della relativit� generale. ***A dire il vero***
(l'evidenziazione � ancora mia) questi dati sono ancora piuttosto scarsi (siamo, si tenga presente, intorno al 1950, piuttosto dopo che prima, credo - n.d.r.), sebbene non si possa dubitare che la teoria della relativit� generale si adatti ai fatti gi� noti meglio della meccanica newtoniana.
Ma non sta qui la forza della teoria della relativit� generale (cio� non sta nel riscontro sperimentale - n.d.r.): sta piuttosto nella sua intima coerenza, nell'eliminazioni delle vecchie difficolt� (quali? n.d.r) e nella sua maggiore semplicit� (tipo lo spazio-tempo, che � incomprensibile alla mente umana- n.d.r.)".
Luciano Buggio
http://www.lucianobuggio.altervista.org
Received on Tue Nov 13 2012 - 14:01:25 CET