On 15 Nov, 22:00, Elio Fabri <elio.fa..._at_tiscali.it> wrote:
>
> Non � cos�. F. dice che in casi come l'attrito, quanto pi� cerchi di
> esaminare il fenomeno da vicino e con precisione, tanto pi� le cose
> risultano complicate, e diventa difficile esprimere il risultato con
> una legge semplice.
Eh... legge "semplice". Stiamo solo spostando il problema. Quand'e'
che una legge e' "semplice"? Le equazioni che descrivono le velocita'
e le accelerazioni di un corpo in orbita ellittica sono semplici? Non
per insistere, ma dov'e' la linea di demarcazione tra le leggi
semplici e quelle complicate?
> Nell'esempio che tu fai di F=ma, � ben vero che ad alte velocit� la
> legge di Newton non vale, ma quella che la rimpiazza *non �* pi�
> complicata (a meno che tu non ti spaventi per una radice quadrata :) )
> e la nuova legge relativistica � pi� generale, e valida anche a piccole
> velocit�. Quindi hai *ampliato* il campo di validit� di una legge,
> senza dover tirare in ballo fenomeni nuovi, come invece accade per
> l'attrito.
"Senza dover tirare in ballo fenomeni nuovi"? Stai scherzando, vero?
Mi stai prendendo in giro, ecco. :-) Lo spazio-tempo non e' un
fenomeno nuovo rispetto al mondo in 3D? Non e' un modo completamente
diverso di vedere il mondo? Cosi' diverso da costituire una
rivoluzione copernicana, un salto paradigmatico, come direbbe Kuhn,
prova a dire che l'ho citato a vanvera! :-) Che cos'e' un fenomeno se
non come vediamo noi la realta', presupposta oggettiva (non senza
difficolta' di presunzione)?
> Qui secondo me stai solo giocando con le parole.
> Popper e il suo "criterio di demarcazione" non c'entrano proprio
> niente,
Com'e' difficile spiegarsi quando sull'argomento non si puo' fare un
disegnino o scrivere una formula! :-) Ho citato Popper come
similitudine: cosi' come Popper usa la sua linea di demarcazione piu'
famosa per tracciare un solco tra le cose scientifiche e le cose non-
scientifiche, allo stesso modo, se qualcuno dice che ci sono leggi
fisiche empiriche e leggi fisiche piu' empiriche delle altre e
pretende, con cio' di fare una distinzione netta, allora lo spirito di
Popper scenderebbe tra di noi a pretendere una linea di demarcazione.
> e ho gi� spiegato che non si tratta di complicare poco o molto:
> c'� una differenza *qualitativa* sul *tipo* di complicazioni cui si va
> incontro.
E secondo me non sei stato convincente. Abbiamo visto, infatti, che
una legge "semplice" come F=ma, quando esce dal suo campo di
applicabilita', richiede comunque nuove osservazioni di nuove
fenomenologie e, per te la RG sara' anche una legge "semplice", ma per
me non lo e' e non mi sembra che lo sia stata neppure per i tanti
fisici che all'inizio l'hanno ostacolata.
> E' vero, questo � il punto di contrasto.
> La mia controobiezione polemica � che ragionando come fai tu si
> appiattisce la fisica su un piatto empirismo.
> Certamente ci sono stati personaggi importanti che hanno sostenuto
> questo punto di vista, per es. Mach con la sua concezione "economica"
> delle leggi fisiche: valgono solo in quanto "riassunti" di risultati
> di esperimenti.
> Sicuramente Einstein, che pure si dice sia molto stato influenzato da
> Mach, su questo non sarebbe stato affatto d'acordo.
E' vero! Ho studiato un po' il personaggio, leggendo le sue biografie.
Einstein e' pervaso da filosofie dell'Uno presocratico, e' panteista e
spinoziano dichiarato, e' un idealista della formula, direi anche un
esteta, vista l'eleganza delle sue soluzioni. Ma se diciamo che ci
sono leggi "eleganti" e leggi no, siamo d'accapo.
> Niente Grande Architetto, ma i "modelli mentali arbitrari" non sono
> tutti sullo stesso piano.
> Non � lecito appiattire (ho gi� usato questo verbo :) ) per es. la
> grande sintesi data dalle eq. di Maxwell allo stesso livello delle
> tante formule empiriche che pure sono utili in campi specifici, ma non
> insegnano niente di generale sul funzionamento della natura.
Deus sive Natura! Di' la verita', sei un po' spinoziano anche tu,
vero? :-)
> Prima mi hai tirato in ballo a sproposito Popper, adesso tocca a Kuhn...
> Ti pare che sia il caso di scomodare il concetto di "paradigma" per
> una banalit� come l'attrito?
> Kuhn l'ha concepito (giustamente, secondo me) per ben altri ambiti.
> Per es. per la meccanica newtoniana.
Secondo me e' stato molto piu' universale di quanto neppure lui si sia
immaginato.
Mi divertivo, l'altro giorno con un amico, ad applicare la sua visione
del mondo scientifico al matrimonio. Pensa come le sue sei fasi si
adattano bene alla maggioranza dei matrimoni odierni: periodo pre-
paradigmatico, accettazione del paradigma, fase di routine, nascita
delle anomalie, crisi del paradigma, rivoluzione. :-)
E poi, dai, e' difficile citare i filosofi a sproposito: non c'e'
stupidaggine che non l'abbia gia' detta qualcuno di loro! :-)
> ...
> Come mi � capitato di dire in qualche occasione, Einstein non ha
> abrogato Newton.
... ma l'ha messo in un cantone. :-)
Ancora un'idea per concludere: l'idea della necessita' o meno di
questa distinzione. (Senza citare Occam, se no mi prendo un'altra
accusa di sproposito). Si e' parlato di semplicita', di eleganza, di
appiattimento su posizioni empiristiche. Io penso che non ci si
appiattisca mai, che tutte le "astrazioni" verso modelli matematici
della realta' presupposta oggettiva abbiano una pari dignita'. Certo
riconosceremo giustamente che alcune leggi sono piu' semplici, piu'
eleganti, piu' appassionanti di altre, ma alla fin fine, basta che
funzionino. Gia', "Basta che funzioni" e' il motto che Woody Allen
(non ti azzardare a contestarmi questa citazione, neh! :-) ) mette in
bocca al suo "fisico teorico delle stringhe quasi premio nobel" (!)
(L'hai visto? Ti ci riconosci? Io me ne sono innamorato.):
http://www.youtube.com/watch?v=YL4qSu8T6k4
Buona recherche.
Livio
Received on Sat Nov 17 2012 - 11:24:14 CET