Re: Perché esistono le note?
aieiebrazo2009 ha scritto:
> Come mai esistono le note ?
sarei curioso di sapere come definisci una nota ...
> Posso pensare a un suono che cresce con
> continuit�, ma alla mia mente (come penso a quella di tutti voi) piace
> pensare la crescita in modo discretizzato, come avviene negli
> strumenti musicali. Ma da dove arriva questa discretizzazione?
dalla modalit� con cui le note sono generate. Niente
impedisce ad alcuni strumenti, di glissare, sfumare,
allentare le corde.
Il problema � : perch� il nostro orecchio (il cervello) ama
sequenze di suoni correlati da rapporti ben definiti ? (e
penso alle scale temperate, ove ogni suono � correlato al
contiguo moltiplicandone (o dividendone) la frequenza per la
radice docicesima di due -> ci� implica che ogni dodici
gradini si torna ad un suono di frequenza "esattamente"
doppia (o dimezzata) secondo il verso che consideri.
Non so dirti perch� il cervello apprezzi i rapporti
armonici, ma lo fa indubbiamente, anche se ci sono di certo
sovracondizionamenti strtturali.
Ad es. nelle culture indiane non c'� grande affinit� per la
scala temperata occidentale
> Che
> senso ha? E' una questione di modi normali di vibrazione del timpano?
non mi risulta che il timpano risuoni solo a certe frequenze
particolari.
Difatti un pezzo musicale puoi traslarlo di frequenza e, a
patto di mantenere i rapporti relativi, ottenere cmq un
qualcosa di gradevole, che non suona stonato. La stessa nota
di strmenti diversi poi gi� di base contiene frequenze
(armoniche interne) differenti. Quindi non � un discorso di
sensibilit� hardware a certe frequenze specifiche ... direi,
ma � un opinione bada, che si tratta di aspetti percettivi
circa le relazioni relative di frequenze.
Tant'� vero che il cosiddetto orecchio assoluto lo
possiedono pochissime persone, mentre un buon orecchio
relativo � pi� diffuso (ed � quanto basta per apprezzare la
musica cmq)
> E' solo il fatto che la nostra mente � influenzata dal fatto che siamo
> a contatto con strumenti musicali,
chiss� se nacque prima l'ovo o la gallina. Prima degli
strmenti c'era la voce, ma la voce � venuta insieme al
cervello, n� prima n� dopo (intendo che lo sviluppo delle
capacit� fonetiche ha condizionato ed � stato condizionato
da quello della mente)
> i quali si sono dati per
> convenzione frequenze particolari ?
Ci sono degli standard, tipo per tarare gli strumenti. Ad
es. ho un corista che fa "esattamente" 440 Hertz e un'altra
frequenza che non ricordo ... E' un doppio fischietto, che
fa un SI e un MI convenzionali.
Ma al di la del tarare, quella frequenza non ha molto di
particolare. Serve solo per far si che strumenti dello
stesso genere facciano la stessa nota con lo stesso tasto,
tutto li (e quindi tiri o smolli le corde e via dicendo)
> Insomma perch� esistono le note se
> l'aria pu� tranquillamente essere considerata un mezzo continuo nel
> quale tutte le frequenze sono come le altre e non dovrebbero essercene
> di privilegiate ?
Infatti non lo sono privilegiate. Pensa allo stesso brano
cantato da un tenore, un baritono o un basso. Mica lo
eseguono sulle stesse frequenze, ma rimane una sequenza
gradevole in tutti i casi (perch� conservano i rapporti che
definiscono gli accordi).
Se invece uno stecca una nota, sgarra il rapporto relativo,
e il cervello ben educato le percepisce come un ingiuria
ciao
Soviet
Received on Thu Sep 17 2009 - 00:57:32 CEST
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