Re: spiriti <4a930366$0$40007$4fafbaef@reader3.news.tin.it> <7flf4cF2hvgi5U2@mid.individual.net> <Muplm.14999$Tq6.8710@tornado.fastwebnet.it> <7fqp4rF2luv6pU3@mid.individual.net> <4a985fef$0$6153$4fafbaef@reader5.news.tin.it> <4a996b1f$0$34617$4fafbaef@reader4.news.tin.it>

From: Piercarlo <paraponzi_at_ponzi.pa>
Date: 29 Aug 2009 21:18:12 GMT

Il Sat, 29 Aug 2009 19:53:37 +0200, Archeopteryx ha scritto:

>> Qui sta il punto. PerchÚ? Dopotutto amare o odiare lo studio Ú esso
>> stesso frutto di apprendimento. E allora che cosa impedisce alla gente
>> di apprendere l'atteggiamento giusto?
>
> siamo statisticamente fatti così... pochi amano studiare - tra cui io,
> non è che sia un mulo eh... - e tra quei pochi, pochissimi hanno
> talento. C'è secondo me un'altra componente importante, ovvero che col
> retaggio di elementari e medie, studiare viene sentito come un obbligo
> con tutte le conseguenze del caso. E ci sono secondo me altre ragioni
> che girano attorno a questa ma si andrebbe OT.

Tutto vero. Ma la domanda l'ho posta un po' anche sotto l'influenza di
una notizia che mi ha sorpreso molto. Mentre qui si tende a far sentire
il periodo dello studio come un essere "di peso", in India e in Cina le
famiglie arrivano a INDEBITARSI PUR DI MANDARE I FIGLI A STUDIARE. Per
loro il sapere e l'istruzione sono valori aggiunti su cui vale la pena di
investire e rischiare. E rispetto a noi sono di una povertà senza
paragonI!
 E' una cosa che da una parte mi ha commosso e dall'altra mi ha fatto
incazzare come una bestia: Noi che abbiamo tutto pretendiamo di avere il
"diritto" a rimanere somari (tranne che sulle collezioni di mutande D&B:
su quello devi sapere tutto, altrimenti sei "out"), loro che non hanno
nulla se ne fanno UN DOVERE di non esserlo!
>
> Posso solo dire che pur non essendo un mulo, ormai non tollero più testi
> divulgativi. Non è possibile fare operazioni simili senza compromettere
> l'obiettivo. Mi dirai che i libri che ho sempre sognato, quelli a
> cavallo tra il testo specialistico ma concepiti per non addetti, senza
> perdere rigore, sono rarissimi. E questo mi dispiace.

Spiace moltissimo anche a me. Sono libri che farebbero veramente da
collante tra tutte le che persone che hanno vogla e piacere di studiare.
Non so se riuscirebbero ad evitare che i tipi come il sottoscritto si
facciano "delle idee ben strane" (probabilmente no: a ognuno le sue
perversioni! :-P) ma sicuramente li aiuterebbe a farsene meno di stupide.


En passant: in questi giorni mi sto leggendo la biografia su Alan Turing
scritta da Hodges. E anche qui, come quando lessi "Genio" di Gleick
dedicato a Feynman, emerge lampante il fatto che parecchie persone di
talento sono diventate quello che sono diventate non grazie alla scuola
ma NONOSTANTE la scuola. E questo sinceramente mi mette un po' male!

Ciao! :-)
Piercarlo
Received on Sat Aug 29 2009 - 23:18:12 CEST

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