Il giorno Thu, 13 Aug 2009 20:54:46 +0200, Elio Fabri
<elio.fabri_at_tiscali.it> ha scritto sul newsgroup it.scienza.fisica:
[cut]
>> Dovremmo dunque poter dire che il calcolo delle probabilit� sia un
>> sistema aleatorio privo del rigore scientifico e che quindi non debba
>> essere considerata una vera e propria scienza a tutti gli effetti.
>Non concordo affatto con questa conclusione, perche' e' viziata fin
>dalle premesse.
>Intanto, il calcolo delle probabilita' preso a se' non e' che un
>capitolo della matematica, dove la parola "probabilita'" ha un preciso
>significato tecnico, che in sostanza coincide con la _misura_
>(opportunamente definita) di un certo insieme in un certo spazio.
>In questo senso il c.d.p. e' tanto rigoroso e scientifico quanto il
>resto della matematica.
Hai ragione nel senso che hai precisato, ma forse non hai seguito il
filo del discorso che stavo facendo...
Penso sia bene, in ogni caso, se preciso meglio il senso del mio
discorso, perch� non vorrei che anche altri fraintendessero come hai
fatto tu.
Non mi riferivo all'ovvio rigore matematico a cui si attiene il c.d.p.
nell'elaborare le formulazioni matematiche che gli consentono di
stabilite l'intervallo percentuale delle probabilit� del verificarsi
di un evento, bens� mi riferivo al c.d.p. come "sistema di previsione
degli eventi", poich� il ramo del discorso a cui mi ero allacciato in
questo thread riguardava la capacit� di "prevedere" il verificarsi di
un evento (stavamo parlando della previsione del risultato, testa e
croce, nell'evento del lancio della monetina ed altre previsioni di
tipo analogo).
Non stavo quindi discutendo sulla capacit� di indicare una mera
probabilit� del verificarsi di un evento ma sulla capacit� di
previsione del verificarsi dell'evento stesso ed in questo senso ho
affermato che, secondo me, il c.d.p. non � un sistema rigoroso
(sottintendendo "di previsione" perch� di questo discutevo) in quanto
anche assoggettato al c.d.p il verificarsi dell'evento resta in balia
della casualit� e quindi aleatorio (resta appunto solamente nel campo
delle probabilit� del suo verificarsi) e quindi mi sono anche espresso
dicendo che non costituisce una vera e propria scienza (n.d.r.
"scienza di previsione degli eventi") a tutti gli effetti.
Penso che ora sia chiaro ci� che intendevo dire, anzi mi pare sia
addirittura banalmente ovvio...
Ripeto quanto ho gi� osservato nel mio precedente messaggio: a me pare
che l'esito del lancio della monetina (testa e croce) *non*
sia una questione statistica od attinente al calcolo delle
probabilit�.
A mio parere, si tratta solamente una questione di "ignoranza
scientifica" (nel senso nobile del termine, mi raccomando...) e
d'incapacit� dei nostri strumenti d'investigazione dei fenomeni e di
calcolo di tener conto di *tutti* i fattori e delle leggi
d'interazione fra i fattori stessi che determinano il risultato degli
eventi.
Se quindi anzich� effettuare il lancio della monetina a mano
sull'unghia lo si facesse tramite un'apparecchiatura elettronica che
ripetesse con la massima precisione il lancio sempre con le stesse
identiche modalit�, sarebbe prevedibile in modo rigoroso ed esatto il
risultato, che in questo caso sarebbe sempre lo stesso oppure, nel
caso in cui le condizioni di lancio varino di volta in volta e
conoscendo *tutte* le variabili e le leggi della loro variabilit�, il
risultato dell'evento sarebbe ancora rigorosamente prevedibile.
>
>Quella che dovresti discutere e' invece l'applicazione del c.d.p. ai
>fenomeni fisici: una confusione assai frequente, ma non per questo
>piu' scusabile...
Nessuna confusione: forse solo da parte tua una lettura del mio
messaggio troppo veloce e scollegata dal filo del discorso che stavo
conducendo e che era esclusivamente riferito alla capacit� predittiva
del c.d.p.
>
>In questo senso siamo di fronte a una scienza sperimentale, in cui si
>studia un sistema fisico concreto, se ne studiano le proprieta', si
>fa un modellp matematico, se ne deduce il comportamento del sistema e
>si fanno previsioni, che possono essere messe a confronto con
>l'esperienza.
>Il tutto perfettamente scientifico, mi pare.
Sono perfettamente d'accodo su quello che dici in relazione al rigore
scientifico del metodo sperimentale perseguito nelle applicazioni
delle varie delle scienze, delle formulazioni matematiche in esse
contenute e sul necessario rigore dei calcoli che ovviamente debbono
essere perfettamente esatti a meno delle tolleranze degli strumenti di
misura.
Mi pare per� che quest'ultimo sia un discorso ancora diverso da quello
di partenza: infatti mi pare che tu ora mi parli di "comportamento del
sistema" e di previsioni dei risultati nel riferirti a tale
comportamento, non parli pi� di probabilit� e quindi non usi il c.d.p.
nella metodologia della scienza sperimentale altrimenti, come gi�
accennavo sopra, il temine "scienza" sarebbe inappropriato...
Inoltre proprio nelle scienze sperimentali � necessario conoscere
esaustivamente *tutte* le condizioni iniziali, finali e di processo,
affinch� i risultati siano attendibili e riproducibili: direi quindi
che in questo caso l'ignoranza scientifica delle condizioni in cui
l'evento si verifica non sussiste ed il c.d.p. non � pi� applicabile
in quanto l'esaustiva conoscenza di tutte le condizioni, tutti i
fattori e tutte le leggi che partecipano alla regolazione dell'evento
in osservazione, fanno s� che le probabilit� del verificarsi di un
evento, pur con tutto il loro rigore scientifico, non siano di alcun
interesse e siano invece sostituite dalle "previsioni" riscontrabili
sempre nello stesso modo da chiunque si ponga nelle stesse identiche
condizioni.
Insomma, come gi� detto IMVHO la casualit� � il frutto dell'ignoranza
scientifica e non altro. ;-)
Il c.d.p. non costituisce il rimedio alla casualit� e su di esso non
si pu� fare alcun affidamento di tipo previsionale.
Received on Fri Aug 14 2009 - 19:17:58 CEST
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