Peter11 ha scritto:
> Io avrei una domanda, che spero non sia stupida. Nella costruzione di
> un modello cosmologico che descriva l'evoluzione dell'universo, credo
> (dico credo) occorra introdurre una definizione di tempo che consenta
> di determinare l'evoluzione dell'universo stesso.
La questione e' tutt'altro che stupida.
I profani neppure si accorgono del problema, perche' sono
indissolubilmente affezionati al tempo assoluto...
> Ora, mi pare che dalla RS si evinca che i tempi misurati da
> osservatori (chiamiamoli sistemi di riferimento, va, che � meglio) non
> sono coincidenti, nel senso che in diversi s.r. � come se si
> misurassero cose diverse.
E in RG e' anche peggio, perche' non ci sono riferimenti estesi
abbastanza da poterli confrontare tra loro.
> Mi pare, a questo punto, che risulti indispensabile, all'interno di un
> modello, dare una definizione di tempo ... chiamiamolo universale
> (anche se non credo sia la locuzione pi� adatta) rispetto al quale
> tutti gli osservatori (o s.r.) possano riferirsi.
"Tempo universale" non e' la locuzione adatta, solo perche' gia' da
tempo in uso in astronomia per il tempo terrestre legato al meridiano
di Greenwich.
Per quello che hai in mente e' infatti in uso il termine "tempo
cosmico".
La via d'uscita che si adotta nei modelli cosmologici standard si
appoggia sul *principio cosmologico*, il quale asserisce che si puo'
fogliettare lo spazio-tempo con ipersuperfici di tipo spazio, su
ciascuna delle quali l'universo appare omogeneo e isotropo.
(Ne segue che queste sezioni saranno a curvatura costante, ma questo
ora non interessa.)
Per essere precisi, l'isotropia vale solo per osservatori che
percorrono determinate linee d'universo, che sono chiaramente
ortogonali a queste ipersuperfici.
Puoi sincronizzare i tempi propri di questa famiglia di osservatori
prendendo uguale il tempo proprio su una data ipersuperficie, e lo
stesso pr. cosmologico assicura che tutte le ipersup. sono a t
costante. Questa e' la definizione di _tempo cosmico_.
Resta naturalmente da discutere la base osservativa del pr.
cosmologico, che e' sicuramente falso su piccola scala (esistono
svariate condensazioni di materia che vanno contro l'omogeneita')
L'idea e' che queste possano essere viste come fluttuazioni rispetto a
un fondo omogeneo, ma che non ci siano disomogeneita' rilevanti su
grande scala.
Di recente una buona base osservativa e' data dallo studio delle
piccolissime fluttuazioni della radiazione di fondo, che se ricordo
bene sono dell'ordine di 10^(-5) in termini relativi.
--
Elio Fabri
Received on Mon Aug 24 2009 - 21:01:19 CEST