Re: Ricadute pratiche della ricerca spaziale.
Il 26/10/2012 17:18, Luciano Buggio ha scritto:
> E soprattutto Rutherford non distuggeva (o faceva
> distruggere) nulla e non produceva rottami: studiava
> solo deviazioni di proiettili che non erano in grado di
> disintegrare il bersaglio. Possibile che nessuno
> rifletta su questa cosa? Gli acceleratori di particelle
> che abbiamo oggi **non** sono figli degli apparati di
> Rutherford.
Ma dove vedi questa differenza "di principio"? L'idea �
sempre quella di colpire una particella per cercare di
capire cosa c'� dentro. Se si rompe o meno � ininfluente
ai fini del discorso. Si studieranno cose diverse e si
proporranno spiegazioni diverse.
> Certo, i rottami sono reali: e si spiegano: sono
> rottami. Si possono anche ottenere, scaraventando altri
> orologi uguali con ta stessa forza contro lo stesso
> muro, gli stessi rottami tra i tanti, pazientemente
> ricercandoli.
Lo vedi come usi il linguaggio in modo tendenzioso?
"Scaraventare", "rottami"? Per me questa non � fisica, �
la descrizione del tuo stato d'animo. Che ha tutta la sua
dignit� ma non cambia il fatto che la natura funziona in
in certo modo, e che non possiamo aprire le particelle come
apriremmo la cassa di un orologio.
> Inoltre un orologio scaraventato a terra,
> indipendetemernte dalla forza e dall'angolzione
> dell'impatto, pu� rompersi preferibilmetne in un certo
> modo, certi ingranaggi eiettati (rottami ) possono
> presentararsi aggregati preferibilmente nello stesso
> modo. E quindi � probabile che anche alcune strisciate
> nei displays delle camere a nebbia si presentino uguali
> in esperimenti diversi, date certe condizioni di
> impatto.
Non credo proprio. Credo sia veramente impossibile che le
considerazioni che si possono fare su un oggetto
macroscopico possano essere portate cos� di peso a oggetti
che obbediscono a tutt'altra descrizione della realt�.
> Ma che funzione hanno, quegli altri aggregati dicui si
> diceva, nel meccaniscmo dell'orologio funzionante ed
> intero, quando addirittura non sia avvenuto che parti
> dell'orologio si siano aggregate a seguito del'impatto
> in modo diverso da quello in cui erano aggregate
> nell'orologio?
Qui proprio non capisco, e non credo di essere il solo.
Non puoi pretendere di fare fisica utilizzando una
similitudine assolutamente inappropriata.
> Sar� dfficile, come du dici pi� sopra (non quotato) che
> si trovino queste cose (e quanto dicono Ferilli a
> Caforio) che io qui ti ho detto, nella letteratura
> scientifica. Ed Allora?
E allora vuol dire che nessun fisico si sognerebbe di fare
ipotesi di cosa accade su quelle scale dimensionali
utilizzando la descrizione macroscopica. Non ti suggerisce
niente il fatto che se un qualcosa non si trova sui testi
� altamente probabile che sia totalmente irrealistica? Al
punto di non necessitare nemmeno di specificare la ragione
per la quale non ci si va a pensare?
E' scontato che nessuno parlerebbe di particelle usando
nel modo di cui sopra lo schema della realt� a scale
macroscopiche.
In soldoni e per amor di metafora: non troverai nemmeno un
articolo in cui si dice che non vale la pena far produrre
l'oro dalle piccole streghe verdi, perch� � scontato che
queste non esistono e non serve confutarne l'esistenza.
> Mi puo dire che cosa non va in questi ragionamenti, a
> prescindere dal fatto che l'argomento sia o no
> all'attenzione degli altri?
Tante volte ci ho provato, ci hanno provato altri... Ma �
inutile. Come da *tutti* ti � stato detto, puoi proporre
qualsiasi teoria. Ma deve spiegare i fatti in termini
quantitativi e possibilmente predire nuovi eventi ancora
da osservare.
In un altro post tu suggerivi che meglio di acceleratori e
simili c'� la delicatezza del nostro pensiero. Forse � vero.
Anche Einstein ha creato uno dei grandi monumenti del
pensiero umano solo speculando, o comunque, meglio dire,
con una certa distanza dal "quaderno di laboratorio". Ma
la sua teoria � stata confermata dall'esperienza. E
Einstein, a differenza di certe vulgate, era un genio che
la fisica la conosceva tutta e bene. Solo cos� si possono
fare le grandi sintesi come quella cui aspiri tu.
E di solito, a questo punto tu lamenti che si pretende
tutto, anche la matematica che non sai. Purtroppo (anzi,
per fortuna) sta al proponente di una teoria l'onere della
prova che spiega i fatti. Le porte sono aperte a tutti,
compreso te. Ma non puoi chiedere ad altri di fare un
lavoro che spetta a te.
Oltretutto a qualsiasi persona abbia minimamente
desiderato studiare le basi della fisica, quello che
scrivi e dici appare solo una speculazione metafisica. Per
questo non credo proprio che troverai qualcuno interessato
a dare un fondamento matematico alla tua metafisica (e
sarebbe meglio dire che in un certo senso la fisica *�* la
matematica che la descrive, mentre per chiarezza le ho
tenute distinte....).
Apx.
Received on Fri Oct 26 2012 - 19:01:20 CEST
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Fri Nov 08 2024 - 05:10:03 CET