Gamow ha scritto:
> Sarei quindi curioso di sapere la tua opinione riguardo che argomenti
> sarebbero piu' degni di ricerca.
Non so che risponderti.
All'ingrosso direi che non si tratta tanto degli argomenti, ma
dell'approccio.
Se uno non e' capace di far altro che impegolarsi in conti conpleicati
con lagrangiane improbabili, semplicemente non dovrebbe occuparsi di
certi argomenti.
In queste cose sono decisamente "aristocratico": un certo tipo di
ricerca non e' per tutti.
> Dopotutto, recentemente ho visto studenti a cui sono stati assegnati
> dei conti indegni, inutili e "tanto per pubblicare"...ma di nesssun
> valore. Esercizietti che potrebbero rimanere nel cassetto del
> professore.
Appunto. Il peggio e' che purtroppo anche persone che forse potrebbero
dare contributi validi, se lasciati in pace a pensare, magari senza
pubblicare, invece vengono distolti.
Ecco perche' in un post recente accennnavo che c'e' qualcosa di
profondamente sbagliato nell'attuale organizzazione della ricerca: in
sostanza si sostituisce il quantitativo (quanti lavori ha pubblicato?)
al qualitativo (*quali* lavori ha pubblicato?).
Eppure le idee non mancherebbero: per es. ricordo una proposta che
nessuno prese in considerazione, consistente in questo. A ogni
concorso i candidati debbono presentare un numero fissato di proprie
pubblicazioni (poniamo 5) a loro libera scelta.
Perche' non viene accolta? Tra l'altro perche' sarebbe imbarazzante
per le commissioni, che dovrebbero entrare nel merito, cosa che oggi
non fanno perche' nella stragrande maggioranza dei casi non lo
saprebbero fare.
--
Elio Fabri
Received on Sat Jul 18 2009 - 21:15:11 CEST