Re: Quantità di moto

From: LuigiFortunati <fortunati.luigi_at_gmail.com>
Date: Wed, 1 Jul 2009 06:14:05 -0700 (PDT)

On 1 Lug, 13:23, Enrico SMARGIASSI <smargia..._at_ts.infn.it> wrote:
> > (se escludiamo la *geometria_dello_spazio_tempo*,
> > che tutti citano, ma nessuno sa cosa cavolo significhi)
>
> Attenzione: il fatto che tu non sappia cosa significa non vuol dire che
> non lo sappia nessuno.
>

  Ho fatto diverse domande in proposito, ma nessun esperto � riuscito
a dirmi qualcosa di concreto.

  In quale modo una "geometria" (quindi una conformazione, una curva)
pu� generare una forza?

  Se poi si vuole affermare che la gravit� non � una forza, allora non
capisco perch� essa viene tutt'oggi annoverata tra la quattro forze
fondamentali.

> > Contemporaneamente sappiamo che la quantit� di moto dei fotoni c'�,
> > ma non ha alcun effetto conosciuto.
>
> E qui dimostri di "sapere" una cosa sbagliata. La qdm dei fotoni ha
> effetti ben noti, misurabili e misurati.
>

  Avevo avanzato un'obiezione: come si pu� "misurare" la qdm di un
fotone senza tenere conto che dall'altra parte (nel verso opposto) ce
ne sono altri (fotoni radio e altri ancor meno energetici) che non
riusciamo neanche a rivelare?

  La misura di cui parli � la qdm del fotone osservato, oppure (pi�
verosimilmente) la somma vettoriale della qdm del fotone osservato pi�
quella di tutti gli altri fotoni presenti?

> > Questa forza dei fotoni (esistente ma trascurata)
>
> Non e' affatto trascurata.
>

  Mi pare che anche l�, dove la qdm dei fotoni splende in tutta la sua
prorompente forza (parlo dell'interno del sole), essa sia considerata
poco pi� che "trascurabile" rispetto alle altre forze.

> > e la forza di gravit� (presente, ma con cause sconosciute) potrebbero
> > essere (io dico che sono) la stessa cosa.
>
> Fanne un modello e vediamo. Altrimenti siamo sempre allo stadio di sogno
> ad occhi aperti.

  Il modello � questo (lo ricopio da un'altra discussione).

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  I fotoni (tutti, anche quelli meno energetici) hanno una loro
quantit� di moto, che scaricano sugli atomi, ma solo se incontrano il
nucleo sul loro cammino.

  Un fotone "sparato" contro un atomo ha solo una possibilit� su 100
milioni di incontrare il nucleo, il che vuol dire che su 100 milioni
di fotoni, 99.999.999 passano indisturbati attraverso il suo enorme
spazio vuoto e solo uno di loro scarica la sua doppia qdm sul nucleo
(che lo riflette).

  Se c'� una sola massa, questa riceve le spinte da tutte le direzioni
(equamente) e non subisce modifiche al suo stato di quiete (o di moto
rettilineo uniforme).

  Se ci sono due masse che si fanno "ombra" l'una con l'altra, nella
zona intermedia si forma una depressione di fotoni, perch� le due
masse rimandano indietro (riflettono) una certa quantit� di fotoni
esterni, che � tanto pi� accentuata quanto pi� atomi ci sono (e con
questo si supera l'obiezione delle eventuali masse allineate, che non
si schermano ma, anzi e giustamente, si sommano tra loro).

  E' questa depressione "interna" a causare la gravit�.

  Non � "curvo" lo spazio intorno a una massa, ma � depresso lo spazio
"tra due masse" (occorrono sempre due masse perch� il fenomeno si
verifichi).

  Naturalmente questo presuppone che anche il fotone abbia una sua
massa, piccola quanto si vuole (ma maggiore di zero), considerato che
anch'esso � soggetto alla forza di gravit�.

  Gli urti sono completamente elastici, quindi non generano calore (e
con questo si supera l'obiezione di dove vada a finire il calore
prodotto).

  Erano queste le due obiezioni pi� importanti, che mi sembrano
superate egregiamente (a parte la massa del fotone, che ancora non
c'�).

  Invece di avere un incomprensibile spaziotempo curvo, abbiamo spazi
reali con differenti concentrazione di fotoni, che "spingono", con la
loro qdm, verso i luoghi dove � presente una depressione, allo stesso
modo in cui il vento atmosferico "spinge" verso le zone dove c'� bassa
pressione.
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Luigi.
Received on Wed Jul 01 2009 - 15:14:05 CEST

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