Re: Contenuti aggiornati libro di fisica (un po' lungo)

From: Paolo Cavallo <paolocavallo_at_alice.it>
Date: Fri, 12 Jun 2009 12:20:43 +0200

Giorgio Pastore ha scritto:
> Ma lo scopo dell' insegnamento della fisica deve sempre essere
> quello di arrivare a risolvere problemi significativi *carta e
> penna*?

Sono convinto di no. Anche per questo penso che abbia senso cercare uno spazio didattico per argomenti pi� recenti.
Ricorda che la motivazione iniziale del mio intervento era di affermare che l'insegnante di liceo pu� svolgere un ruolo utile e autonomo in tale ricerca. Ma "autonomo" non vuol dire "da solo": ben venga una discussione come questa.

> Penso che l' alternativa non sia "lasciar perdere" ma ripartire da
> una definizione realistica degli obiettivi formativi realizzabili.

Mi sembra sensato.

> Provo a chiarire il mio punto di vista anche se non mi e' facilissimo
> per l' estrema complessita' dell' argomento.

La schematizzazione da te coraggiosamente proposta � senz'altro un primo passo utile. Anche per me distinguere qualcosa di significativo in questa nebbia � estremamente difficile. Mi sta bene cominciare a lavorare sulla tua ipotesi preliminare, fin che funziona.

> 1. su cosa si innesta l' insegnamento della Fisica alle superiori ?
> Purtroppo, in moltissimi casi sul nulla piu' assoluto...

Purtroppo, come fai notare dopo, spesso c'� meno del nulla. Nel liceo classico dove insegno io, ad esempio, nel quale la Fisica viene insegnata a partire dal quarto anno, si parte da una idea ingenua e spontanea di come funzioni la scienza, costruitasi negli anni precedenti, e ancora pi� gravemente da un'idea estremamente parziale di cosa costituisca un'attivit� intellettuale seria. In altri termini: l'idea che la riflessione e l'immaginazione siano appannaggio delle sole materie umanistiche, mentre le materie scientifiche richiedono al pi� capacit� di calcolo o di memorizzazione.

> 2. quanto tempo e' disponibile ?

In terza liceo (il quinto anno) io dovrei insegnare per 99 ore in un anno. Sul mio registro ne risultano svolte 87. Io non sono stato a casa neanche un giorno, ma ci sono gite, assemblee, occupazioni, e altre attivit� "diversamente utili". Le ore non dedicate ad esercitazioni, compiti, recupero dovrebbero essere state circa 60.
In seconda liceo il monte ore � 66, e la proporzione indica circa 40 ore utili. Possono anche essere state 45, per cui la tua stima sarebbe piuttosto buona.

> 1. solo informazione (in modo caricaturale si potrebbe dire
> "lezioni divulgative" ma non lo liquiderei solo con una battuta)...
>
> Consideriamo seriamente il modello 1...

Penso anch'io che la questione decisiva sia "cosa vogliamo che resti nella cultura di un cittadino di formazione liceale?" Il dato da cui partire assolutamente � che oggi, per la fisica ma anche per la matematica, resta "meno che niente": non soltanto c'� ignoranza, ma anche pregiudizio e - cosa a mio parere molto importante dal punto di vista della societ� - ostilit� e ripugnanza.
Ci sono alcuni argomenti per i quali il modello 1 va bene. Sono quelli in cui le informazioni statiche e acritiche possono comunque tornare utili o comunque essere accolte in un bagaglio culturale di base, tipo "le capitali d'Europa". La biologia offre molti esempi di questo strato narrativo, che ha la sua importanza: come si fa a discutere di evoluzione delle specie se uno non ha un'idea di quale sia la variet� delle specie comunque esistenti? Come parlare di evoluzione dei piani anatomici se uno non sa nulla dei piani anatomici?
A mio parere - e in qualche misura vorrei che non fosse cos� - questo strato in fisica � molto sottile. Ho gi� scritto in un'altra occasione che la fisica � in un certo modo una scienza senza fatti. Non perch� io neghi (non so nemmeno perch� mi sembra necessario precisarlo, ma non si sa mai...) l'importanza dei fatti sperimentali nell'elaborazione e nella discussione della teoria. Su questo sono in larga misura d'accordo con ci� che scrivi dopo. Ma un'esposizione della fisica non pu� essere un'esposizione di conoscenze su oggetti specifici nel senso in cui in astronomia si espongono fatti sul sistema solare, in chimica sulle caratteristiche dei materiali, in biologia sugli organismi, e cos� via. La questione � immensa e non la indagher� oltre. Mi basti dire che sono portato a condividere il tuo giudizio sul modello 1.

> 2. raggiungere un livello di comprensione dei concetti fisici che
> garantisca capacita' autonome di utilizzo di questi per descrivere e
> spiegare almeno le situazioni piu' semplici presentate a lezione...

Nelle scuole e nelle sezioni in cui l'insegnamento scientifico � pi� debole, prevale ancora il modello "leggi e ripeti", con valutazione mediante interrogazione.

> ... Devo dire che personalmente non sono
> convinto neanche di questo modello...

Fra i problemi che tu denunci e altri (come l'estrema artificiosit� degli "esempi semplici" discussi in realt�), quello che mi sembra pi� grave � la dipendenza dall'insegnamento della matematica. Che �, appunto, fallimentare. Non ho mai incontrato un adulto (giovane o meno) colto che, non avendo frequentato una facolt� scientifica, si sentisse in grado di andare oltre le addizioni o le moltiplicazioni a una cifra. Nei giorni peggiori mi convinco che non resti *niente* di quello che faccio come insegnante di matematica. Come dicevi, questo � il modello dell'insegnamento universitario, che � sostanzialmente - almeno nei primi anni - un addestramento da marines. Ma l� ci sono dei volontari. Si lasciano rivoltare come calzini perch� vogliono diventare "quella cosa l�". Al liceo non ha senso. Anche al liceo finisci per adorare il sergente cattivo che ti ha convinto di conoscere tutte le risposte e di "saperne a tronchi": questo risultato � molto utile allo scopo di impedire la fo

rmazione di una societ� civile democratica, ma non ha alcuna rilevanza didattica.
La grande forza del modello 2 � la sua univoca chiarezza. Tutti sappiamo cosa vuol dire fare e valutare degli esercizi, tutti sappiamo trovarne e all'occorrenza scriverne. Anche gli studenti sono abituati da tempo a sentirsi chiedere di svolgerne. In altri termini: grazie agli esercizi, tutti sappiamo cosa fare. Inoltre, una certa dose di addestramento, sia pure in procedure molto semplici, � necessaria a costruirci sopra abilit� pi� complesse. Se non sai applicare la legge della caduta dei gravi, come faccio a farti capire cosa si intende in fisica per "potere predittivo"?

> 3. raggiungere una comprensione operativa di come funziona la Fisica
> in un numero significativo di esempi...
>
> Cosa significa pero' il modello 3?...

Questa idea mi sembra interessante. Bisognerebbe darle concretezza, provare a tradurla in un corso o in un piccolo libro.
Il grande limite degli approcci innovativi � che - partendo da un disagio di fronte all'esistente - tendono a prendere forma per negazione, o magari attraverso proclami volontaristici. Non che io lanci a te questa accusa, che sarebbe comunque a questo stadio ampiamente prematura. Ma se vogliamo mettere un modello 3 in grado di competere con il modello 2, serve un'elaborazione pi� operativa.

> Insommma, lasciamo a chimici e biologi l' "idolo" dell' equazione
> di Schroedinger

Molto volentieri.

> e poniamoci come obiettivo quello di far capire per bene...

Mi sembra utile ragionare su queste proposte. Non ho la soluzione e il senso del mio primo intervento � che non accetto di sentirmi semplicemente parte del problema. Intanto resta in piedi a mio parere una questione importantissima: il fatto che nel Novecento la Fisica ha dovuto confrontarsi con l'apparente falsit� delle sue pi� profonde convinzioni fino a quel momento. Questa rottura di continuit� e il modo - a mio parere altissimo - con la quale � stata risolta senza rinunciare alla razionalit� � un tema che non dovrebbe essere tenuto fuori della cultura liceale, n� appaltato al prof di filosofia - anche quando � un mio caro amico...

Paolo Cavallo
Received on Fri Jun 12 2009 - 12:20:43 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:04 CET