Re: Una riflessione sul concetto di energia

From: Ilmondo2001 <ilmondo2001_at_x-xyahoo.it>
Date: Fri, 12 Jun 2009 12:36:51 +0200

Il giorno Wed, 10 Jun 2009 17:24:03 -0700 (PDT), cometa_luminosa
<alberto.rasa_at_virgilio.it> ha scritto sul newsgroup it.scienza.fisica:

>On 10 Giu, 13:31, Ilmondo2001 <ilmondo2..._at_x-xyahoo.it> wrote:
[cut]
>> Allora: direi che la formula V=S/T serve senz'altro a misurare la
>> velocit� e quindi a quantificarla, mentre la velocit� potrebbe invece
>> essere qualitativamente definita come "caratteristica" fondamentale �o
>> "propriet�" del movimento.
>
>Ma allora, non sarebbe piu' semplice dire che "un oggetto ha variato
>la sua posizione spaziale"?

Secondo me non � pi� semplice, ma � esattamente l'identica cosa.

Infatti dire che "un oggetto ha variato la sua posizione spaziale",
significa considerare l'oggetto dal punto di vista del "moto" e quindi
data l'esatta corrispondenza biunivoca fra moto e velocit�, dire che
"un oggetto ha variato la sua posizione spaziale" significa anche
considerare l'oggetto dal punto di vista della velocit�, essendo
questa la caratteristica distintiva del moto: se esiste moto esiste
anche velocit� e viceversa e questa relazione biunivoca rende
indifferente privilegiare l'uno o l'altro punto di vista, poich� dato
uno dei due anche l'altro � automaticamente presente e verificato.

>
>> Con la definizione
>> Velocit� = "propriet� e/o caratteristica del moto"
>> si pu� fornire il concetto dimensionale della grandezza fisica della
>> velocit� a mezzo di una equivalenza che utilizza il linguaggio comune
>> a prescindere quindi dalla formula matematica quantitativa V=S/T.
>
>Pero' se tu mi definisci: Velocit� = "propriet� e/o caratteristica del
>moto" mi devi specificare che significa "propriet� e/o caratteristica"
>e "moto".

Direi che nel linguaggio comune (nota bene che stiamo provando a
vedere se si riesce in qualche modo a definire dei concetti della
fisica a partire dal linguaggio comune, prescindendo dal linguaggio
matematico...) il termine *propriet�* significa "ci� che in modo
esclusivo � proprio di qualcosa" e quindi ci� che consente la sua
identificazione in modo esatto, univoco ed esaustivo.

Invece la parola "caratteristica" � effettivamente un termine non
univoco in questo caso e ti ringrazio per avermelo fatto notare: direi
quindi che � pi� giusto il termine "propriet�" e senz'altro
sostituirei la parola "ci�" usata sopra, con "caratteristica"...

Una dimensione fisica IMVHO pu� avere anche pi� di una sola
caratteristica, ma una sola di esse ne costituisce per� la propriet�
esclusiva cio�, per usare un termine odiato dai fisici, la *natura
dimensionale* della grandezza fisica, che alla fin fine costituisce
quell'aspetto intuivo che � oggetto di questa lunga e complicata
discussione. ;-)

>
>Immagina di dover spiegare il concetto di velocita' ad un
>extraterrestre che capisce il nostro linguaggio piu' semplice, ma che
>non conosce quei concetti . Ad un certo punto ti dice: "ho capito!" E'
>cio' che, sul nostro pianeta, scriviamo come derivata seconda dello
>spazio rispetto al tempo. Come fai a spiegargli che l'accelerazione
>non rientra nella definizione di "propriet� e/o caratteristica del
>moto"? O che non ci rientra l'energia cinetica? O altre cose che hanno
>a che vedere con il moto ma che non sono la velocita' pura e semplice?

Beh..., se hai letto tutto il mio post precedente non capisco il senso
di questa obiezione, in quanto tratterei l'extraterrestre che �
"tabula rasa" di riferimenti nel nostro mondo, come il bimbo che dal
punto di vista conoscitivo non possiede ancora i riferimenti che lo
possano orientare nell'identificazione dei fenomeni naturali ed �
quindi anche lui una "tabula rasa" sotto questo punto di vista... ;-)

Avevo appunto fatto apposta la considerazione del bimbo, che ti
riporto qui appresso nuovamente:
>>Se un bimbo che non va ancora a scuola e non conosce ancora il
>>linguaggio matematico, dovesse porre la domanda "cosa � la velocit�",
>>penso si possa agevolmente spiegargli che la velocit� � ci� che
>>contraddistingue il movimento, con la ragionevole aspettativa che
>>quando il bimbo vedr� qualcosa che si muove abbia la comprensione di
>>trovarsi in presenza di una velocit�, anche se per quantificarla dovr�
>>aspettare che la maestra gli abbia insegnato la matematica fino al
>>concetto di rapporto fra grandezze e di equivalenza.

Ciao. :-)
Received on Fri Jun 12 2009 - 12:36:51 CEST

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