Re: Una riflessione sul concetto di energia

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_units.it>
Date: Thu, 04 Jun 2009 23:51:36 +0200

Elio Fabri wrote:
> Giorgio Pastore ha scritto:
>> Concordo sul punto di non considerarla una definizione completa e
>> soddisfacente. Credo pero' che, per un diverso uso, la frase
>> incriminata sia almeno in parte salvabile ...

>> E la salverei proprio perche' a distanza di anni (o mesi?) le formule
>> vanno ma qualche definizione a parole resta :-).
> Ossia resta un qualcosa di completamente inutilizzabile...
>

Dipende dall' uso. Se intendi l' uso professionale di un fisico (che
*dovrebbe* essere anche quello di un chimico o un biologo, ma di fatto
non lo e') concordo ed e' la ragione per cui ho esordito scrivendo che
non la considero una definizione soddisfacente al 100%.

Ma mi pongo il problema di quello che resta in chi non fara' il fisico
di professione e soprattutto mi pongo il problema delle alternative. La
  vera concorrenza, nel concetto di energia non e' nell' introduzione
piu' o meno formale di energia potenziale e/o cinetica ma nel
guazzabuglio di concetti confusi, mix di "new age", senso comune, fisica
  pre-Helmholtz, pre-Emilie-du-Chatelet, pre-Newton che infesta
qualsiasi pubblicita', pagina di giornale, e purtroppo discorsi e
decisioni politiche nel mondo in cui viviamo.

Rispetto alle proprieta' miracolose della misteriosa "energia
positiva" dei cristalli o all' incapacita' di tradurre in qualcosa di
comprensibile la potenza di una centrale nucleare, la vituperata
"capacita' di fare lavoro", specie se sorretta da un ricordo di cosa
voglia dire lavoro in Fisica e modificata, p.es. per tener conto di
possibili vincoli (quindi possibilita' di poter ottenere lavoro sotto
certe condizioni) mi sembra un obiettivo minimo ma non da poco.

> Ma secondo me la critica principale che va fatta e' un'altra: usare
> espressioni come "capacita'" (o come si diceva un tempo "attitudine")
> significa ritornare alla fisica aristotelica: la fisica qualitativa
> della potenza e dell'atto, delle cose che "tendono a ..." dei "luoghi
> naturali". Un corpo possiede energia _potenziale_ (la potenza di
> Aristotele!) in quanto si trova sollevato dal suo luogo naturale, ecc.
> ecc.

Questo pero', secondo me, non e' inevitabile. Certo la stessa cosa, lo
stesso concetto puo' essere espresso piu' o meno correttamente o
felicemente. Tuttavia l' accento sulla interconvertibilita'
(possibilita' di convertire, sotto le dovute condizioni) di energia e
lavoro non e' in se' sbagliato, anche se ci portiamo dietro un nome
"pesante" semanticamente parlando come energia *potenziale*.

(Incidentalmente, trovo semanticamente divertente che i nomi greci per
"atto" e "potenza" fossero rispettivamente "ene'rgheia" e "dy'namis"!
Anche da questo punto di vista l' energia ha avuto una storia davvero
complessa!)

In definitiva, credo di conoscere abbastanza bene le critiche al
concetto di "capacita' di fare lavoro". Solo cosi' e' insufficiente.
Ma, a parte la possibilita' di salvare, con le opportune precisazioni
quanto di corretto puo' esserci in questo approccio, non vedo un'
alternativa credibile *a livello elementare*. Certamente non il "l'
energia e' un concetto difficile e praticamente nessuno sa cosa sia".

Giorgio
Received on Thu Jun 04 2009 - 23:51:36 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Mon Jan 20 2025 - 04:22:58 CET