Re: Storia della bomba "atomica"

From: Piercarlo <paraponzi_at_ponzi.pa>
Date: 24 May 2009 07:14:14 GMT

Il Sat, 23 May 2009 21:40:44 +0200, Elio Fabri ha scritto:

> Quello che penso e' che chi non ha vissuto quei tempi non puo' neppure
> immaginare come ci si trovasse quando si dovevano prendere decisioni
> anche gravi.
> Che il fatto che persone di grande intelligenza e indiscutibile
> competenza scientifica si siano trovate su posizioni diverse, o abbiano
> anche cambiato parere nel corso degli eventi, dovrebbe farci essere
> cauti e modesti nel giudicare. Col che non voglio sostenere una tesi
> assolutoria, ma voglio esprimere la mia presa di distanza da chi oggi,
> in condizioni cosi' diverse, e dal comodo della propria poltrona, si
> permette di tranciare giudizi morali.

Ritengo doverosa un'aggiunta per chiarire il contesto in cui furono usate
le prime bombe atomiche. Queste bombe erano di fatto percepite dai
militari di allora semplicemente come bombe più potenti, NON come bombe
diverse delle altre che, per il loro principio di funzionamento,
producono conseguenze che vanno oltre l'impatto distruttivo iniziale.
Quest'altra percezione ce l'avevano solo gli scienziati più o meno
direttamente coinvolti nelle ricerche di fisica nucleare e quelli che si
occupavano di meccanica quantistica a livello professionale.

Ora questa percezione "ridotta" di ciò che era effettivamente una bomba
nucleare si andava a inserire in un contesto in cui i bombardamenti a
tappeto che provocavano una media compresa tra i 15.000 e i 25.000 morti
a botta erano prassi ormai comune e abbastanza "desensibilizzata" tra chi
li eseguiva materialmente; risultato con un ordine di grandezza piuttosto
simile a quello del numero di vittime IMMEDIATE provocate dallo scoppio
delle bombe a fissione su Hiroshima e Nagasaki, al punto da portare a
giudicarle approssimativamente solo come delle bombe più efficienti ma
relativamente convenzionali, non come bombe DIVERSE; bombe che
consentivano di far con un bombardiere solo di fare il lavoro di tremila
e di diminuire drasticamente la propria esposizione al fuoco della
contraerea.

Che cosa fosse realmente la bomba atomica e a quali potenze potesse
arrivare se ne acquisì una percezione più esatta solo diverso tempo dopo,
a guerra ormai conclusa da cui, miaccioso, era emerso con tutto la sua
influenza prima di tutto politica questo scomodo e indigesto
"sopravvissuto", che prolungò per altri quarant'anni, la possibilità
concreta che una guerra ormai divenuta puramente ideologica ("l'occidente
contro l'Impero del Male", un refrain già allora non particolarmente
nuovo nella storia occidentale) si tramutasse in un'ennesina carneficina
gratuita. Che è stata frenata quasi sempre in extremis - nonostante i
tentativi di cambiarla con teorie-fregnaccia come quella della cosiddetta
"guerra nucleare limitata" - dalla precisa consapevolezza che sarebbe
stata l'ultima. Un merito spiacevole dovuto a quello che le armi nucleari
sono a tutti gli effetti: le armi del "nessuno dopo di noi".

Ciao
Piercarlo
Received on Sun May 24 2009 - 09:14:14 CEST

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