Aleph ha scritto:
> Tommaso Russo, Trieste ha scritto:
>> *BI*dimensionale, direi...
>
> No, tridimensionale invece.
> Il senso della vista, che non significa unicamente l'organo della vista,
> ma anche l'elaborazione dei segnali elettrici afferenti alla corteccia
> visiva, funziona (nel senso che consente di vedere) e si forma in uno
> spazio e attraverso immagini tridimensionali, anche se la retina (ma ne
> abbiamo due) raccoglie immagini bidimensionali.
Siamo perfettamente d'accordo, ti rimando a quanto ho scritto in risposta a Elio
Fabri.
> Non mi riferivo alla possibilit� di "visualizzare" le sezioni
> tridimensionali di un'ipersuperficie (ad esempio � banale visualizzare le
> sezioni tridimensionali di un ipersfera in 4d, che sono sfere di raggio
> variabile).
> Io mi riferivo alla presunta capacit� di "vedere" una ipersupeicie con
> d > o = 4 nella sua interezza.
Mi pare di capire che tu limiti il significato della parola "vedere" alla
percezione diretta ed alla elaborazione "automatica", non cosciente e
rapidissima, che ne fanno le nostre strutture corticali, rendendoci
immediatamente presente una "mappa cognitiva" che ci consente di esplorare
mentalmente l'immagine 2D o il paesaggio 3D percepito. Io non vedo motivo di
escludere la successiva elaborazione cosciente, piu' lunga e complessa, che ci
consente di integrare le varie mappe cognitive tratte da piu' punti di vista in
un'unica conoscenza sul "come muoverci per raggiungere un oggetto visto". O una
sua faccia, vertice, spigolo, o altro elemento notevole.
Sopratutto tenendo presente che l'elaborazione cosciente, se ripetuta spesso,
puo' diventare un automatismo eseguito senza rendersene neanche conto: non ti e'
mai capitato di mettere in moto diretto, p.es., verso un negozio, e di
ritrovarti invece sul tragitto abituale verso il luogo di lavoro senza
ricordarti nemmeno le strade percorse, perche' assorto in altri pensieri? A me
capita spesso.
Molte persone "vedono" istantaneamente cose che altri non vede affatto. Facevo
l'esempio nell'altro post: se vai a visitare per la prima volta un appartamento,
magari interessato all'acquisto, ti sara' difficilissimo dire a colpo sicuro
"cosa c'e' oltre questa parete". Ma se porti con te l'elettricista che dovra'
rifarti l'impianto elettrico, dopo il primo giro sapra' risponderti senza
neanche pensarci. Perche' per lui, attraversare un muro fa parte del mestiere.
Per me era mestieri, dati due iperellissoidi in uno spazio a parecchie
dimensioni, dire se un asse dall'origine avrebbe intercettato prima l'uno o l'altro.
> La cosa contraddittoria di Rucker � che mentre illustra flatlandia e
> concorda totalmente con Abbot sull'impossibilit� del povero quadrato nel
> concepire la terza dimensione spaziale, dal canto suo asserisce di poter
> "vedere", sia pure in maniera molto difficoltosa, oggetti in 4d.
Ma i quadrati, a quel che ricordo, erano funzionari di basso livello, qualche
gradino appena sopra i triangoli isosceli con base infinitesima, carne da
cannone (per non parlare dei segmenti..)
Prova a chiedere, non dico a un cerchio, ma almeno a un ottangolo... ;-)
>> Probabilmente l'oscuro autore degli anni '20 parlava di qualcosa del genere.
>
> No, parlava della visualizzazione "intera" di ipersfere e ipercubi e altre
> ipersuperfici.
Io non credo nella visualizzazione intera nemmeno in 3D, nemmeno in 2D. Quando
visualizziamo una figura intera ne percorriamo mentalmente le curve. E qualche
volta abbiamo il bisogno di percorrerle veramente, con la mano o la punta del dito.
Comunque non scivoliamo in una discussione nominalistica.
ciao
--
TRu-TS
Received on Sat Apr 25 2009 - 00:22:11 CEST