Re: termodinamica e forme differenziali

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Tue, 24 Mar 2009 21:07:27 +0100

Teti_s ha scritto:
> Non � difficilissimo persuadersi che gli scambi termici possano essere
> misurati da una forma differenziale non esatta (il calore non � una
> funzione di stato) e lo stesso per il lavoro.
D'accordo.

> E' molto pi� difficile realizzare, che queste forme differenziali
> ammettano fattori integranti e quanto questa circostanza sia per nulla
> banale. Il calore ed il lavoro sono legate cio� a differenziali
> differenziali esatti da una funzione di proporzionalit�,
> rispettivamente la temperatura e la pressione.
Qui non sono d'accordo, perche' secondo me tra i due casi c'e' una
differenza essenziale.
L'esistenza di un fattore integrante non e' certo banale per il calore,
ed e' infatti il secondo principio.

Ma quanto al lavoro, il fattore integrante c'e' *per definizione*,
perche' il lavoro (*tutti* i tipi di lavoro: di espansione, elettrico,
magnetico, di tensione superficiale, di deformazione elastica,
chimico...) e' definito in partenza come prodotto del differenziale di
un parametro macroscopico (volume, area, carica, q. di sostanza,
magnetizzazione...) per un "fattore d'intensita'" (pressione, ddp,
potenziale chimico, campo magnetico...).

Quindi il fattore integrante c'e' "ab origine".
            

-- 
Elio Fabri
Received on Tue Mar 24 2009 - 21:07:27 CET

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