Re: Stato vetroso e transizione vetrosa

From: Lurkos <lurkos.usenet_at_gmail.com>
Date: 10 Feb 2009 17:55:35 +0100

*Soviet_Mario* wrote:

>> 3) da cosa sono dovute le tipiche caratteristiche di durezza e
>> fragilit�?
> All'inibizione "cinetica" degli scorrimenti plastici
> (ammettendo di voler varcare il limite delle deformazioni
> elastiche che non richiedono i suddetti).
>
> L'alta temperatura indebolisce molto, allunga (e aiuta a
> rompere del tutto) i deboli legami intermolecolari (spesso
> non deboli in senso cumulativo cmq, per molecole grandi).
> Molecole molto calde, uhm, come dire, � come avessero
> attorno a s� una pellicola di spazio vuoto di interdizione,
> dovuta alle vibrazioni e alle deformazioni, molto maggiore
> delle molecole "fredde". Per questa ragione riescono a
> scorrere pi� facilmente contro le altre, sono meno "sticky",
> lubrificate dall'agitazioen termica, indi il materiale � pi�
> propenso a scorrimenti plastici (e anche quelli elastici
> operano per un campo molto pi� vasto)
>
> Sotto la TG le molecole sono come autotreni in un ingorgo,
> se li forzi a spostarsi, si strappano ma non riescono a
> disincastrarsi

Quindi in pratica il conportamento � dovuto in un certo modo
all'interlacciamento e allo scarso spazio intermolecolare, giusto?
In questo senso mi verrebbe anche pi� accettabile una relazione del
tipo: pi� freddo, (meno agitazione termica, meno "spazio
intermolecolare"), pi� fagile.

>> e, visto che ci sono,
>> 4) nel caso opposto, ossia al raggiungimento della temperatura di
>> rammollimento, cosa succede dal punto di vista chimico
> questo � impossibile dirlo. Di base, se uno vuole studiare
> solo le propriet� meccaniche del materiale, presume che
> chimicamente non succeda nulla. Questo � vero per materiali
> abb. stabili, e per deformazioni non eccessive e non
> ripetute per numero enorme di volte (effetto "fatica").

Ecco, mi accorgo ora di essermi espresso male o comunque poco
precisamente.
Intendevo dal punto di vista molecolare o comunque dei fenomeni
di tipo chimico/fisico, ma non reazioni chimiche.
Pi� che altro per analogia con la transizione vetrosa mi erano sorti
anche dubbi su che cosa effettivamente succedesse al raggiungimento
della temperatura di rammollimento.
Per farti un esempio pratico le fibre ottiche sono saldate portando il
vetro al rammollimento.

>> ed il successivo
> perch� successivo ? Non � che i due processi siano
> subordinati. I legami secondari possono formarsi comunque e
> a prescindere.

Ok.

>> formarsi di legami pi� deboli (es. van der Waals) che permettono di
>> piani "cristallini"?
> non ho capito a livello sintattico. Che significa <<formarsi
> di legami che permettono di piani "cristallini>> ?

Sono stato di nuovo troppo criptico. A volte quando non si conosce bene
una questione si fa fatica anche a chiedere chiarimenti.
Ad ogni modo mi riferivo alle caratteristiche di un solido alla
temperatura di rammollimento: non � ancora un vero e proprio liquido, ma
avvengono gi� fenomeni di "scorrimento"/deformazione (pensa ad esempio
ad un tubo di plastica scaldato).
Non so se ora sono stato pi� efficace nella descrizione.

>> 5) la vetrificazione dei rifiuti intrappola sostanze pericolose in una
>> matriche vetrosa;
> Mi pare di intuire che qui l'interesse sia il trattamento
> delle scorie radioattive ?

Non necessariamente; magari anche polveri inquinanti in senso chimico.
Sempre per fare un esempio cos� su due piedi mi verrebbe in mente il
vetro delle lampade fluorescenti o degli schermi (ma non ho approfondito
a sufficienza la questione).
Comunque la tua risposta mi ha gi� fornito diversi spunti interessati.

-- 
Lurkos
Received on Tue Feb 10 2009 - 17:55:35 CET

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