Re: Ma questa invarianza per riflessione ...

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Mon, 26 Jan 2009 22:00:10 +0100

Bruno Cocciaro ha scritto:
> Ah beh, capito. Anche se il discorso mi pare un po' un aggiustarsi
> le cose.
Non direi. Vediamo se mi riesce di spiegartelo.

> Come dire ... le cariche magnetiche potrebbero "arrabbiarsi" e dire:
> "Eh si', furbe loro, le cariche elettriche. Vogliono fare le scalari e
> relegare noi al rango di pseudoscalari. Anche loro farebbero il casino
> di violare la simmetria per riflessione nel nostro mondo (nel quale
> noi siamo scalari), e non la violerebbero qualora loro fossero
> pseudoscalari. E chi lo stabilisce chi sarebbe il "vero" scalare? Solo
> per il fatto che in una regione dell'universo siamo poco presenti, la
> gente che abita la' ci considera pseudoscalari, ma noi siamo scalari,
> e generiamo campi polari".
Giusto, e infatti non ci sarebbe niente di male :)

Una volta che tu hai un dato sistema fisico, con determinate
osservabili, sei padrone di definire tutte le simmetrie che ti pare
(intese come trasf. delle osservabili) col solo obbligo di coerenza.
Per es. (banale) puoi definire le rotazioni come solito per le oss. di
posizione, e intendere il tempo come invariante: a quel punto non sei
piu' libero di scegliere come trasformare la velocita'.

Il campo delle possibili simmetrie intese in questo sneso e'
sterminato, ma per la piu' gran parte sono inutili, e quindi non
vengono considerate.
Cio' che rende utile una simmetria e' quando ad essa si associa
una *invarianza*.
(Nota bene: questa terminologia e' mia: non sono affatto sicuro che
sia usata da tutti, e le parole "simmetria" e "invarianza" possono
avere significati diversi...)
Parlo d'invarianza quando la simmetria in questione e' compatibile con
la dinamica, ossia quando l'evoluzioen temporale lascia invariata la
relazione tra le osservabili e le loro trasformate per la data
simmetria.
La cosa si vede forse meglio pensando all'evoluzione degli stati di
un sistema, ma e' la stessa cosa.

Se accetti questo punto di vista, non ha senso pensare che ci sia una
*vera* definizione di riflessione come simmetria.
Ha pero' senso chiedersi se esista una qualche definizione che porti a
una simmetria che e' anche invarianza.
In questo senso, sia la definizione tradizionale che quella che tu
proponi sono invarianze dell'elettromagnetismo, e quale venga chiamata
'riflessione" e' solo questione di convenzione.

> Mi pare che si chieda alla natura di essere invariante per riflessione
> per un qualche motivo che mi sfugge. In altri termini, non capisco per
> quale motivo la natura si dovrebbe considerare "strana" qualora non
> fosse invariante per riflessione, al punto che, per preservare tale
> invarianza nell'elettromagnetismo, inventiamo questi pseudoscalari,
> che cambierebbero segno per riflessione.
Qui forse cogli un punto al limite del filosofico che secondo me non
tutti i fisici hanno chiaro (io modestamente :-)) penso di averlo
chiaro).

E' esistito un tempo in cui le invarianza (come quella per
riflessioni) erano considerate delle necessita' ontologiche: ricordo
ancora il tramnuma che provoco' la scoperta della non invarianza delle
interazioni deboli...
Si raccontava che persone come Landau nonriuscissero a farsene una
ragione.
In campo piu' personale, ho ancora il netto ricordo del sottoscritto
che paseggia con Radicati in un corridoio dell'Istituto di Fisica in
p.za Torricelli, ragionando su queste cose :)

> D'accordo che poi la natura si mostra, tramite le interazioni deboli,
> non invariante per riflessione, ma intanto vorrei capire per quale
> motivo dovremmo considerare strana la cosa.
Credo di averti in parte risposto.
Da un punto di vista puramente pragmatico, ma anche estetico se vuoi,
un mondo con piu' invarianze e' un mondo piu' semplice (piu' bello?).
-- 
Elio Fabri
Received on Mon Jan 26 2009 - 22:00:10 CET

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