Re: Ma questa invarianza per riflessione ...

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Fri, 30 Jan 2009 21:31:00 +0100

Bruno Cocciaro ha scritto:
> ...
> Nel seguito usero' le parole "riflessione" e "parita'" secondo i due
> diversi significati appena definiti.
Purtroppo io non me la sento di accettare le tue definizioni.
Intendiamoci, e' ovvio che le definizioni in quanto tali non si
possono discutere, e lo stesso i termini che si scelgono.
Pero' io ho fatto da tempo le mie scelte, e se non concordano con le
tue non mi sento disposto a cambiare le mie, per le quali ho delle
ragioni...

1) Riservo la parola "riflessione" al caso in cui solo una coordinata
cambia segno (il famigerato specchio) mentre per il cambiamento di
tutte e tre le coordinate preferisco dire "inversione spaziale".

2) Non mi piace *in nessun caso* il termine "parita'", che preferisco
riservare al numero quantico, la grandezza conservata, ossia il
comportamento di qualcosa (stato, osservabile) rispetto alla simmetria
in considerazione.
Lo so che in m.q. l'operatore che esegue l'inversione risulta
coincidere con l'osservabile i cui autovalori danno appunto la
parita' nel "mio" senso; ma io preferisco mantenere la distinzione.

3) La scelta di che cosa includere nella definizione di inversione
spaziale, in linea con quanto ho scritto nell'altro post, la riserverei
all'indagine sperimentale.
(Anche se su questo forse non ho un'idea molto precisa...)

> ...
> Se ho ben capito l'origine sperimentale del "trauma", si ha all'inizio
> un neutrone, alla fine un protone e un elettrone (+ neutrino) e,
> definito l'alto come il verso dello spin del protone prodotto, il
> flusso degli elettroni verso l'alto non e' uguale al flusso degli
> elettroni verso il basso.
Non direi.
Gia' nei miei appunti la questione e' discussa in modo diverso.
Io costruisco uno stato inziale del sistema che e' *simmetrico*
rispetto a una certa operazione di simmetria: la riflessione rispoetto
al piano che contiene la bobina.

L'esperienza precedente mi ha mostrato che in tutti gli esperimenti
l'evoluzione successiva di stati cosi' fatti si mantiene simmetrica
(avendo incluso nella definizione l'invarianza della carica elettrica
per riflessione).
Invece nell'esperimento di Wu scopro che un certo stato *simmetrico*
evolve in uno *non simmetrico*: dunque quella simmetria *non e'
un'invarianza*.
(Nota che in tutto l'esperimento, e in particolare negli stati iniziale
e finale, non sono in balo presunte cariche magnetiche, che quindi non
puoi invocare per spiegare la non invarianza.)

Valter Moretti ha scritto:
> In realt� nello specchio, se disegnassi B, e lo riflettessi con uno
> specchio, B si comporterebbe diversamente da quanto succede
> nell'operazione matematica di inversione di parit�, ma B non si vede
> direttamente nello specchio, quello che vedresti sono le accelerzioni,
> cio� le forze e la forza di Lorentz � invariante sotto parit�...
> si lo specchio � pericolosissimo da usare in questi ragionamenti.
>
> Conclusione: meglio non usare gli specchi per fare questi
> ragionamenti!
Mi dispiace molto di non essere in grado di partecipare piu'
ampiamente alla discussione, ma proprio non ce la faccio a seguire i
vostri ritmi...

Mi limito quindi ad aggiungere qualche piccolo commento.
1) Sul pericolo degli specchi sono d'accordo.
(Domanda a Bruno: conosci il racconto di Mach, che da ragazzo restava
sconcertato a vedere l'ago magnetico che venica debviato da una
corrente, rompendo l'apparente simmetria dello stato iniziale?)
2) Quello del campo magnetico e' un falso problema, che deriva da un
uso in fin dei conti sbagliato: quello di definire B come un vettore.
Se lo si definisse come tensore antisimmetrico, non sorgerebbero
questioni: mentre un vettore ha una direzione *e un verso*, un tensore
puo' avere una direzione, ma *non ha in nessun caso un verso*.
                            

-- 
Elio Fabri
Received on Fri Jan 30 2009 - 21:31:00 CET

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