Re: Paradosso dei gemelli, con e senza etere

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Fri, 16 Jan 2009 18:35:33 +0100

"Dino" <brunieradino_at_inwind.it> wrote in message
news:OY0cl.158570$Ca.29187_at_twister2.libero.it...

> Fine risposta.
>
> Spero che ti vada bene cos�.

Certo che non mi va bene.

> Ma se dopo mi chiederai come faccio a verificarlo, io ti risponder� che in
> base alla teoria eteriana non � possibile verificarlo,

Ecco, allora mi stai proprio dicendo che quello che io non capisco non lo
capisci nemmeno tu.
Io non so dare un significato alla proposizione
"la luce impiega 6 anni per andare dalla Terra alla stella X"
e nemmeno tu lo sai dare. Mi stai dicendo che, secondo la cosiddetta "teoria
eteriana" non c'e' modo per controllare la correttezza di quella
proposizione. Il che e' come dire che non c'e' modo per controllare se
stamattina sono veramente andato in macchina ad Astanica.

Il seguito della "teoria eteriana" e' per me ancora piu' problematico.
Poiche' non capisco quella proposizione, non capisco poi nemmeno il resto (e
sinceramente mi chiedo cosa caspita ci potrai capire tu, o chiunque altro).
Esattamente come non capirei proprio cosa dovrei fare se tu adesso mi
dicessi "Visto che ti trovi la', salutami il sindaco di Astanica che e' un
mio vecchio amico".

Vorrei sottolineare ancora. Non e' un discorso retorico il mio. Veramente
non capisco se tu non mi spieghi come dovrei fare per verificarlo.

La relativita' *nasce* con la presa di coscienza del fatto che si deve
*definire operativamente*, in un qualche modo, il significato di
proposizioni tipo "la luce impiega 6 anni per andare dalla Terra alla stella
X".
Poi naturalmente uno puo' non concordare con la relativita'. Ma,
indipendentemente dal contenuto della teoria, permane la critica al concetto
di tempo che e' alla base della teoria. Permane cioe' il fatto che
proposizioni tipo "proprio adesso la luce sta arrivando la'" *non sono*
immediatamente evidenti (cioe', se non le definiamo operativamente, sono
prive di significato).

> Ciao.

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Fri Jan 16 2009 - 18:35:33 CET

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