Re: Paradosso dei gemelli, con e senza etere

From: Teti_s <"te..."_at_libero.it>
Date: Sun, 18 Jan 2009 16:23:42 GMT

Il 17 Gen 2009, 19:51, "Bruno Cocciaro" <b.cocciaro_at_comeg.it> ha scritto:
> "Teti_s" <"te..."_at_libero.it> wrote in message
> news:87Z23Z156Z35Y1232215854X3435_at_usenet.libero.it...

Ricordavo che se n'era parlato qui sul newsgroup, anzi devo a te la scoperta
di questo universo culturale.

> Selleri, per quello che ci ho potuto capire io, sosterrebbe che la
> particolare scelta da lui effettuata (fra le infinite scelte che, per ogni
> convenzionalista, sono tutte equivalenti dal punto fisico) sarebbe imposta
> dall'effetto Sagnac secondo criteri che assolutamente mi sfuggono (ma mi
> pare che sfuggano anche a Rizzi, Ruggiero e Serafini).

All'incirca ero giunto alla medesima conclusione, ma mi considero troppo
ignorante per concluderne un giudizio. Cio� quando frequentavo il primo anno
di fisica ero giunto alla conclusione che come esiste un effetto Lorentz per
le cariche elettriche dovesse esistere un effetto analogo per le masse, ma
avevo altro da studiare e non avevo gli strumenti per formalizzare questa
idea. Quando sentii parlare dell'effetto Sagnac feci l'errore di pensare ad
un'analogia con l'induzione magnetica generata da una corrente elettrica, e
mi chiesi se l'effetto sui livelli atomici avesse qualche analogia con
l'effetto Zeeman, e se per� questo non dipendesse a qualche ordine della
costante di struttura fine, a sua volta dalle fluttuazioni concrete del
campo elettromagnetico, piuttosto che dalle fluttuazioni del vuoto. Siccome
tutto questo � rimasto intuizione vagante, priva di smentita e di
correzioni, da allora non mi permetto pi� di saltare a conclusioni circa le
interpretazioni di personaggi che hanno studiato pi� di me. Per esempio
Budinich, Selleri, Wheeler, Ciufolini, Cocciaro. In particolare mi ha
impressionato tempo fa una trattazione di Budinich dell'atomo di idrogeno in
teoria conforme dei campi, in cui davvero sembra non solo mettere in
relazione i campi elettromagnetici con lo stato dell'universo, ma persino la
struttura del nucleo e del gruppo di simmetria interna del modello standard
con il cosiddetto principio di riflessione conforme.

In particolare aggiungo questa osservazione: Einstein nel 1913 non pensava
pi� allo stesso modo circa la relativit� ristretta, aveva scoperto solo nel
1912 il formalismo di Riemann, fino ad allora aveva proceduto a tappe
forzate con riferimenti tangenti e trasformazioni di Lorentz, saltando a pi�
pari, con restrizioni di localit� i problemi interpretativi che derivano
dall'inversione di segno nella relazione fra tempo proprio e tempo del
riferimento tangente. Ad esempio sulle affermazioni che ha riportato qui
Dino non sono affatto sicuro che Einstein le avrebbe ancora ribadite tutte
senza alcuna correzione critica dopo la formulazione della relativit�
generale, � vero che il problema della singolarit� delle mappe si presenta,
nella zona di studio, solo nel caso che si voglia studiare un sistema,
distante, che si allontana con una certa accelerazione e non nel caso
praticamente considerato da Einstein, ma di fatto Einstein ad un certo punto
ammise che la teoria ristretta era un'approssimazione alla teoria generale e
fatic� dal 1913 al 1916 per convincersi che l'arbitrariet� di gauge che
presentavano le equazioni del 1913 avessero a che fare con la tanto
perseguita covarianza generale (che nel 1913 negava di avere dimostrato,
anzi, il contrario) e la convenzionalit�, non . Ma di pi� nel 1921 non era
pi� nemmeno convinto del principio di Mach, ovvero la covarianza gli cambi�
significato fra le mani, la meccanica quantistica e le relazioni con la
relativit� generale continuarono a metterlo in profondo imbarazzo almeno
fino al 1957, quindi non sono convinto che oggi guarderebbe le cose come
molti einsteniani, allo stesso modo in cui penso che Aristotele non avrebbe
guardato, nel confronto con Galileo, le cose come molti aristotelici.
 
> Ciao.
> --
> Bruno Cocciaro
> --- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
> --- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
> --- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
>

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Sun Jan 18 2009 - 17:23:42 CET

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