Re: Paradosso dei gemelli, con e senza etere

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Thu, 15 Jan 2009 21:23:50 +0100

cometa_luminosa ha scritto:
> Come idea e' corretta anche se a parer mio e' detta male per i
> seguenti motivi:
>
> a) La parola "evento" ha due significati, uno nella lingua italiana e
> l'altro in fisica relativistica. In lingua italiana significa "un
> accadimento" che sia ben individuabile senza ambiguita' in qualsiasi
> sistema di riferimento. Una volta individuato, *ogni* differente
> sistema di riferimento gli associa le proprie coordinate
> spaziotemporali, quindi in *ogni* differente sistema di riferimento
> l'evento ha *differenti* coordinate. Percio' in italiano l'evento e'
> lo stesso in ogni riferimento, mentre in fisica non lo e' in quanto un
> "evento" in fisica si definisce come un punto dello spaziotempo ovvero
> una quaterna di coordinate. E' in effetti una differenza sottile, ma
> necessaria perche' in fisica il linguaggio deve essere preciso e
> quantificabile (altrimenti a cosa serve?).
Spero che vorrai scusarmi se ti dico che non sono affatto d'accordo
con quanto hai scritto.

1. Nella lingua italiana la parola "evento" non ha punto il
significato che dici, ma uno assai piu' vago.
C'e' il "lieto evento", che si potrebbe interpretare come dici, ma poi
si parla di evento anche per un concerto di Vasco Rossi, o per la
riunione straordinaria che il Consiglio regionale toscano terra' a
Massa.
Etimologicamente, "e-ventum" e' "cio' che avviene", in qualunque senso.

2. Tu forzi il significato non scientifico di evento quando scrivi
"l'evento e' lo stesso in ogni riferimento": nel linguaggio comune
tutto questo non esiste, non e' proprio considerato. Se cominci a
parlare di riferimento sei gia' entrato nel linguaggio della fisica.

3. Scrivi poi:
> ... mentre in fisica non lo e' in quanto un
> "evento" in fisica si definisce come un punto dello spaziotempo ovvero
> una quaterna di coordinate. E' in effetti una differenza sottile ...
Tanto sottile da essere addirittura falsa :)
Intendiamoci, che tu la pensi cosi' non mi stupisce, in primo luogo
perche' sei in numerosa compagnia (tra i fisici, intendo); in secondo
luogo perche' sei coerente con quanto hai scritto in altro post sulle
trasf. di Lorentz.
E' tutta una "scuola" sula relativita', contro la quale vado
combattendo da tanti anni; ma so bene che non vivro' abbastanza per
vedere cambiato il punto di vista della maggioranza dei fisici :-(

4. Il mio punto di vista (non soltanto mio, ovviamente: mi rifaccio
sopratutto a Wheeler) e' l'esatto contrario. Lo spazio-tempo e' dato in
se', e gli eventi sono i suoi punti. In questo senso sono dati *prima*
che venga scelto un qualsiasi riferimento e un qualsisasi sistema di
coordinate.
Non posso dilungarmi, ma mi limito a farti notare che questa e'
esattamente la posizione che *tutti* assumiamo quando parliamo di
spazio e di geometria euclidea. La geom. euclidea e' nata 2000 anni
prima che nascesse l'idea di coordinate e ovviamente si puo' fare piu'
o meno tutto senza usare le coordinate, anche se talvolta queste
riescono comode.
(Ma altre volte sono invece una palla al piede...)

5. Quindi: gli eventi sono _punti_ dello spazio-tempo. Una volta
assunto un sistema di rif. e in questo un adeguato sistema di
coordinate (sono cose diverse!) ogni evento sara' caratterizzato da
una quaterna di numeri, come dici.
Ma si puo' fare moltissima fisica senza mai usare le coordinate.
Te ne ho dato un esempio proprio nel nostro caso, e tu hai risposto
"non ci avevo pensato".
La verita' e' che la tua "forma mentis" non ti porta a ragionare in
quel modo. Pero' capiresti molto molto meglio la relativita' se ti
sforzassi di farlo...
                

-- 
Elio Fabri
Received on Thu Jan 15 2009 - 21:23:50 CET

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