Re: Paradosso dei gemelli, con e senza etere

From: Dino <brunieradino_at_inwind.it>
Date: Mon, 29 Dec 2008 15:28:48 GMT

"Michele Falzone" <falzonemichele_at_libero.it> ha scritto nel messaggio
news:givanu$edq$1_at_news.newsland.it...
>
> Non credo che il paradosso sia risolto, visto che realmente esiste una
> dissimmetria tra i due gemelli, almeno a mio parere.
>
> I problemi pi� gravi, e per i quali spesso non si vuole rispondere "O
> meglio non si sa rispondere" sono come quelli relativi a un vuoto che si
> curva (Leggasi l'etere ha un gradiente di pressione),

Sollecitato da questo invito ho fatto delle ricerche sulle discussioni
precedenti in questo NG.
Non ne ho rilevata nessuna con detto titolo ma, in compenso, ho trovato
delle opinioni interessanti di Luciano Buggio che, tra l'altro, riporta
anche dei brani di Newton, nei quali si ipotizza che la gravit� possa essere
dovuta proprio ad una diversa densit� dell'etere (da lui denominato "mezzo")
nello spazio: pi� densa dentro le masse e sempre meno densa man mano che ci
si allontana da esse.
Se non ho capito male, si tratta di un'ipotesi non molto diversa da quella
che ho esposto io nella discussione "Moto e gravit�, nell'etere", salvo che
io ho ipotizzato anche il perch� della maggiore densit� "verso" la materia,
e cio� che fossero dei vortici delle particelle di materia a "tirare" etere
e, quindi, ad aumentare la densit� nelle zone "materia" e, di conseguenza, a
ridurre le densit� nelle zone limitrofe alla materia.
In pratica Lui non ipotizza che la materia sia costituita da dei vortici di
etere, ma solo che essa si muove nell'etere e lo attira verso di s�.
Ho cercato di andare a leggere anche un sito "scuola di fisica" di Buggio,
ma il link non ha funzionato.

Riporto qui di seguito uno di detti brani di Newton.
Questo mezzo, non � molto pi� raro dentro i corpi densi del sole, delle
stelle, dei pianeti e delle comete che nel vuoto spazio celeste esistente
tra essi? E nel passare da quelli a distanze molto maggiori, non diventa
continuamente sempre pi� denso, e causa per ci� stesso la gravitazione di
questi grandi corpi l'uno verso l'altro e delle loro parti verso i corpi:
ogni corpo compiendo uno sforzo per andare dalle parti pi� dense del mezzo
verso quelle pi� rare? Perch�, se questo mezzo fosse pi� raro dentro il
corpo del sole che sulla sua superficie, e l� pi� raro che alla centesima
parte di un pollice dal suo corpo, e l� pi� raro che nell'orbita di
Saturno, non vedo alcuna ragione per cui l'incremento della densit� debba
arrestarsi in un qualche luogo e non debba piuttosto continuare attraverso
tutta la distanza dal Sole a Saturno ed oltre: e sebbene questo incremento
di densit� possa, alle maggiori distanze, essere estremamente lento,
tuttavia se la forza elastica di questo mezzo � estremamente grande, essa
pu� essere sufficiente per spingere i corpi dalle parti pi� dense del mezzo
verso le pi� rare, con tutta quella potenza che chiamiamo Gravit�.

Ciao.
Received on Mon Dec 29 2008 - 16:28:48 CET

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