(wrong string) �, nell'etere

From: Dino <brunieradino_at_inwind.it>
Date: Thu, 04 Dec 2008 22:46:32 GMT

Dopo aver letto un libro del prof. Franco Selleri, col quale dimostra che
determinati fenomeni sono spiegabili anche, se non meglio, supponendo
l'esistenza dell'etere, ho sviluppato ulteriormente una mia idea che avevo
presentato in questo NG qualche anno fa, pertanto la ripresento.

Quasi sicuramente sar� giudicata un'idea astrusa, ma la presento ugualmente.
Naturalmente nessuno � obbligato a leggerla, per cui spero che non ve la
prendiate troppo col moderatore, se accetter� di pubblicarla.

Comunque chiedo scusa a chi riterr� che ho usato male questo NG.

Dino

MOTO E GRAVITA', NELL'ETERE

Ho letto dell'adozione dell'etere per spiegare la propagazione della luce e
del suo abbandono quando l'esperimento di Michelson e Morley (M&M) ha
dimostrato che la luce ha la stessa velocit� in tutte le direzioni per cui,
non venendo percepito alcun vento d'etere, significherebbe che l'etere non
esiste.
Ho letto anche della spiegazione data al risultato di detto esperimento,
dalla teoria della relativit� ristretta, ma non sono riuscito ad accettare
l'ipotesi che delle onde possano manifestarsi nel vuoto.
Infatti l'esperimento di M&M � spiegabile anche con l'esistenza dell'etere,
salvo per il fatto che se un Sistema di Coordinate (SC) si muove rispetto
all'etere ed invia un segnale luminoso ad un altro SC che si muove nella
stessa direzione, il segnale ci dovrebbe mettere pi� tempo per andare e meno
per tornare.
Pertanto l'etere risulterebbe accettabile solo se detto esperimento potesse
misurare solo il tempo di andata e ritorno, e non i due tempi separati.
Ma questo � proprio quello il prof. Franco Selleri dell'universit� di Bari,
ha dimostrato col suo libro "Lezioni di Relativit� - da Einstein all'etere
di Lorentz" ed anche in una relazione che si dovrebbe trovare all'indirizzo
internet:
http://www.brera.unimi.it/SISFA/atti/2003/16-34Selleribari.pdf

Pertanto ora si pu� benissimo ipotizzare che ci� che viene definito vuoto,
in realt� sia etere e che tutto ci� che noi percepiamo, noi stessi compresi,
sia soltanto un insieme di manifestazioni ondulatorie nell'etere.
Questo etere, per�, non pu� essere assimilabile alla materia che noi
percepiamo, ma deve essere qualcosa di ben diverso, e le onde nell'etere non
possono essere assimilabili a quelle che si manifestano nella materia, in
quanto se quest'ultima � una manifestazione ondulatoria nell'etere, le onde
nella materia non possono essere altro che onde che si manifestano su altre
onde e, quindi, diverse dalle onde nell'etere, che NON si manifestano su
altre onde (spero di essermi spiegato).
Accettando che ci� che viene definito vuoto, in realt� sia etere, e che
tutto ci� che noi percepiamo non sia altro che un fenomeno ondulatorio
nell'etere, si possono ipotizzare delle teorie pi� soddisfacenti di quelle
attualmente previste per il vuoto, in quanto per l'etere si possono
ipotizzare delle propriet� che possono consentire di spiegare meglio
determinati fenomeni.
Ed � quello che ho cercato di fare io, cercando di spiegare i fenomeni del
moto e della gravit�, tramite l'etere.

Ho ipotizzato che tra le propriet� dell'etere ci sia quella di poter variare
di densit� anche senza essere composto da atomi o altre particelle: �
difficile da immaginare, ma bisogna pensare che si tratta di una sostanza
differente da quelle che noi possiamo percepire; potrebbe essere un qualcosa
di immenso e nello stesso tempo indivisibile.
In pratica la materia potrebbe essere il risultato di un fenomeno
ondulatorio che produce una forte intensit� di etere.
La particella elementare di materia potrebbe essere una specie di vortice di
onde che preleva (tira) etere intorno a s� stesso per "alimentare" la sua
necessaria intensit� di etere.
Un oggetto potrebbe essere costituito da un'insieme di vortici legati tra di
loro, che cercano di tirare etere intorno a loro.
Cos� le zone limitrofe all'oggetto si troverebbero ad avere un etere meno
denso, che tenderebbero a recuperare dalle zone pi� esterne, e cos� via fino
alle zone pi� lontane.
Ed ogni punto dello spazio conterebbe etere con una determinata densit�, in
funzione dei tiraggi di etere di tutti gli oggetti che lo influenzano.

In base alle trasformazioni di Lorentz ogni oggetto in movimento rispetto
all'etere si conforma in modo tale da non potersi accorgere di essere in
moto e tantomeno della velocit� di tale moto, modificando la sua lunghezza e
rallentando il suo "orologio".
Ma oltre a ci�, si potrebbe ipotizzare che i vortici che lo compongono si
conformino in modo tale da prelevare (o tirare) la stessa quantit� di etere
da tutte le direzioni, indipendentemente dalla velocit� dell'oggetto che
compongono e nonostante che sarebbero investiti da una maggior quantit� di
etere nella direzione verso la quale si dirigono. Infatti potrebbe essere
proprio questo tiraggio di etere che causa il campo di gravit� dell'oggetto
che, com'� ampiamente dimostrato, � uguale in tutte le direzioni
indipendentemente dalla direzione del suo moto.
Di conseguenza una forza che facesse accelerare l'oggetto rispetto
all'etere, gli farebbe variare la sua conformazione per adattarlo alla nuova
velocit� e, quindi, alla nuova lunghezza (pi� corta), "orologio" (pi� lento)
e alla nuova modalit� di prelievo di etere.
La resistenza a cambiare la conformazione, che dipenderebbe dalla quantit� e
volume dei vortici in esso contenuti (massa), potrebbe corrispondere alla
forza d'inerzia.

L'oggetto, nel suo vagare nell'etere, potrebbe venire a trovarsi in un punto
dello spazio dove in una determinata direzione l'etere � meno denso a causa
dei tiraggi di un altro oggetto molto grande, che per semplicit� di
esposizione qui ipotizzo sia la nostra Terra.
In questo caso si potrebbe ipotizzare che l'oggetto (si immagini l'oggetto
come un insieme di vortici di onde), per tirare la stessa quantit� di etere
delle altre direzioni, sia costretto a spostarsi in direzione della Terra,
il che potrebbe spiegare l'accelerazione dovuta alla forza di gravit�.
Nel far questo, poich� varierebbe la sua velocit� rispetto all'etere,
dovrebbe variare la sua conformazione per adeguarsi alla nuova velocit� e,
quindi, opporrebbe della resistenza alla gravit� in funzione della sua
massa.
In pratica l'oggetto subirebbe un continuo aumento della sua velocit� nella
direzione della Terra, con conseguente continua variazione di conformazione,
fino all'impatto con la Terra.
A quel punto l'oggetto si fermerebbe e, di conseguenza, cambierebbe la sua
conformazione che, finalmente, si stabilizzerebbe rispetto alla Terra.
Ma anche nella nuova conformazione continuerebbe a cercare di muoversi nella
direzione dove c'� meno densit� d'etere, e cio� verso il centro della Terra,
pur senza riuscirci a causa dell'ostacolo frapposto dalla Terra stessa. E
questo continuo cercare di muoversi verso il centro della Terra, potrebbe
spiegare il peso.

In altre parole, per far variare la velocit� di un oggetto rispetto
all'etere,
i vortici che lo compongo dovrebbero modificare la loro conformazione, ma
per farlo ci vorrebbe una certa forza, che potrebbe essere una forza esterna
che spinge o tira l'oggetto, o la forza interna dei vortici dell'oggetto,
che tirando etere, lo accelererebbe verso la Terra.

In conclusione un oggetto si muoverebbe nello spazio, tirando un'uguale
quantit� di etere da tutte le direzioni e, pertanto, il suo moto sarebbe
influenzato dalle densit� di etere rilevate nello spazio (si noti una certa
similitudine con gli effetti della curvatura dello spazio della teoria della
relativit� generale, dove detta curvatura sarebbe sostituita dalla densit�
dell'etere).

Per sostenere la mia ipotesi propongo un confronto con l'ipotesi dei
gravitoni, nel caso della trasmissione della gravit� al di fuori di un buco
nero. Nell'ipotesi dei gravitoni, la forza di gravit� del buco nero non
consentirebbe l'uscita dei gravitoni, per cui non si riuscirebbe a spiegare
come la gravit� possa essere percepita dagli altri oggetti nello spazio
come, invece, � riscontrabile dalle osservazioni.
Con la mia ipotesi, invece, la gravit� sarebbe originata da tiraggi di
etere, che causerebbero forti riduzioni di densit� dell'etere esternamente
al buco nero, che verrebbero percepite dagli altri oggetti nello spazio,
provocando la loro deviazione verso il buco nero stesso, spiegando cos�
quanto risulta dalle osservazioni.
Received on Thu Dec 04 2008 - 23:46:32 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:05 CET