Re: Gli specchi ustori di Archimede

From: luh <usenet_at_drl.it>
Date: Fri, 05 Dec 2008 16:38:20 GMT

Aleph wrote:
> In quello che hai scritto sotto hai continuato ad affrontare la questione
> in maniera qualitativa e non quantitativa, tant'� vero che di numeri non
> ne hai dati.

e infatti non te ne daro', ritengo di aver spiegato la questione a
sufficienza e l'unica cosa che mi viene in mente e' che tu non voglia
leggere/capire quanto ho scritto

inoltre dettagliare matematicamente il profilo di radiazione e' inutile,
dal punto di vista concettuale e' sufficiente prendere atto che al di
sotto di una certa dimensione minima un singolo specchio piano risulta
essere inefficace, e non di poco, e quindi eventuali esperimenti hanno
senso solo se si usano specchi di dimensioni maggiori, tantopiu' che non
ci interessa incendiare un singolo punto bensi' un'area estesa.

fissato questo vincolo il resto sono conti banali, ma per trovare una
soluzione servono ulteriori dati relativi alla temperatura di ignizione
dei materiali, definita (sperimentalmente) questa e definito il salto
termico causato dalla radiazione solare al netto delle eventuali
dispersioni, il resto si riduce a dividere l'una per l'altra e dividere
ulteriormente per l'efficienza dello specchio ... ed eccoti (a spanne)
il numero minimo di specchi necessario al successo dell'esperimento, in
pratica ce ne vorra' qualcuno in piu' perche' piu' e' alta la
temperatura del bersaglio maggiore e' il calore disperso, ma in fase di
stima preliminare non starei a sottilizzare cosi' tanto.

che poi la cosa fosse piu' o meno possibile al tempo e' un'altra
questione, io sto solo cercando di definire dei vincoli ragionevoli per
tentare l'esperimento con un minimo di probabilita' di successo, solo
ottenuto cio' avra' senso tentarlo con la tecnologia e i materiali
disponibili in quell'epoca.

detto cio', mi limito solo a qualche appunto relativamente ai tuoi passaggi:

> Adesso compare anche un cerchio colorato?

il cerchio colorato e' il fantasma di una revisione del post, comunque
era riferito al primo cerchio, quello che rappresenta il sole.

> Indipendentemente dalla distanza dello specchio dal bersaglio?

gli angoli di apertura sono *indipendenti* dalla distanza, quindi SI,
tutto il ragionamento e' stato fatto sulla base di scostamenti angolari,
le dimensioni fisiche dello specchio e dell'area illuminata vanno di
pari passo e si ricavano banalmente con un po' di trigonometria di base.

> Comunque le tue considerazioni qualitative portano a risultati piuttosto
> approssimatativi; infatti lo specchio 8x5 di cui parlavo (specchio di
> Viganella) nel post precedente a circa 800 metri di distanza illumina in
> effetti una superficie di circa 250 metri quadrati; i 160 metri quadrati

lo specchio che tu dici illumina 250 metri quadri *inclinati* rispetto
all'asse di riflessione.

i 160 (non li ho verificati) che tu hai calcolato seguendo le mie
indicazioni rappresentano l'illuminazione del piano perpendicolare
all'asse di riflessione

inoltre, a conti fatti, su un lato l'apertura angolare dello specchio e'
leggermete maggiore di quella solare, sull'altro leggermente inferiore,
quindi il modello da utilizzare per il calcolo dell'area illuminata si
complica un po', ma resta valido il discorso dell'intersezione delle aree.

i risultati sono sempre sul piano perpendicolare all'asse, quindi per
ottenere l'area effettivamente illuminata devi prolungare l'area di una
certa quantita', a naso e in prima battuta direi che devi dividere per
il seno dell'angolo tra l'asse e il suolo (nella direzione dell'asse
l'area illuminata la puoi vedere come l'ipotenusa di un triangolo
rettangolo), per un valore preciso serve invece la conformazione del
suolo e il posizionamento effettivo dell' specchio.

per la cronaca, 160/sin(40)=249 ;-), dove 40 gradi, e senza farci
apposta, mi e' sembrata una elevazione ragionevole da assegnare allo
specchio

non dimentichiamo infine che lo specchio e' inclinato sia rispetto al
bersaglio che rispetto al sole, quindi la sua altezza apparente sara'
piu' piccola di quella reale, in pratica moltiplichi il valore reale per
il coseno dell'angolo tra la normale allo specchio e l'asse di
riflessione, cosa che rende compatibile il fatto che la sua elevazione
possa essere inferiore a 40 gradi e ciononostante l'area illuminata
sempre di 250 metri.

> E allora prova a fare qualche conto se ti riesce.

dimmi tu invece perche' rifiuti di farlo ... il modello geometrico l'ho
dato, mi sembra anche piuttosto accurato, il resto e' routine.

> No, non hai quantificato proprio nulla nemmeno questa volta ed � per
> questo che io mi fermo qui.

e io pure, in attesa di qualcuno che voglia continuare la discussione in
modo costruttivo.

ciao

luh
Received on Fri Dec 05 2008 - 17:38:20 CET

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