Debbo emendare una parte del mio post precedente.
Avevo scritto:
> Dove esisteva una rete geodetica, era sicuramente superiore la
> sincronizzazione su base astronomica.
Con questo rispondevo a Franco, che aveva scritto:
> Altro modo per sincronizzare gli orologi era un lampo di luce visibile
> dalle due postazioni. Metodo usato per sincronizzare gli orologi sui
> versanti italiano e francese prima dello scavo di un tunnel (Frejus,
> credo), facendo esplodere una mina di notte sulla cima di una
> montagna. Non ricordo perche' dovessero sincronizzare gli orologi,
> forse per verificare la distanza fra le due stazioni con metodi
> astronomici, anche se mi pare che la rete geodetica francese e
> italiana fossero gia` collegate.
Ci ho ripensato.
La sincron. su base astronomica significa leggere (su uno strumento
dei passaggi) il passaggio al meridiano di una stella, e registrare il
tempo corrispondente, come è dato dall'orologio locale.
Se si fa la stessa cosa in due luoghi diversi, la differenza dei tempi
deve coincidere con la differenza delle longitudini.
*Se e solo se* queste sono note, in tal modo possiamo sincronizzare i
due orologi.
Problema: una triangolazione geodetica fornisce la differ. delle
longitudini?
Direi proprio di no, a meno che non siano note, con la precisione
necessaria, dimensioni e forma della Terra.
Faccio notare la differenza con la latitudine.
Questa si misura per via astronomica *senza uso di orologi*.
Ecco perché le misure geodetiche, che davano le distanze lungo un
meridiano, sono servite per misurare non solo il raggio della Terra,
ma anche la sua forma.
Torniamo alla longitudine, per vedere (solo parzialmente) la
situazione.
Un differenza di long. di 1" (d'arco) corisponde alle nostre
latitudini circa 20 metri.
Una misura astronomica di passaggi credo che già nel tardo 800
consentisse precisioni ben inferiori a 1".
Invece non ho idea di che cosa dessero le misure geodetiche.
--
Elio Fabri
Received on Tue Mar 27 2018 - 17:28:14 CEST