Re: Gli specchi ustori di Archimede

From: Aleph <no_spam_at_no_spam.it>
Date: Fri, 21 Nov 2008 15:45:07 +0100

luh ha scritto:

> Aleph wrote:

...
> > Gli eliostati funzionano su due lati?
> > Da quando?

> vedo che non capisci, ho detto che lo specchio e' curvo rispetto a un
> solo asse ... piu' chiaro cosi?

E a me lo dici che nelle centrali solari termiche si usano specchi curvi
per gli eliostati?
Sono io che ti avevo mostrato per primo i link sulla forma degli eliostati
(specchi curvi) in risposta a questa tua affermazione:

"i 30 specchi iniziali nonostante piani alla fine moltiplicano per 30 la
radiazione nell'area di collimazione ... non a caso si usano anche nelle
centrali termiche solari ;-)"

> comunque, visto che ami i link, eccotene uno dove oltre agli specchi
> piani ci sono anche quelli con profilo cilindro/parabolico (dritti
> quindi rispetto a un asse!!!)

> http://web.tiscalinet.it/appuntiericerche/Scienze/energia.HTML

Te ne ho gi� forniti due di link con le forme degli eliostati;
evidentemente non li hai neanche aperti.

> > Qui continui a perseverare nell'errore: la dimensione degli specchi piani
> > non conta, poich� essi non concentrano affatto, a differenza di quelli
> > parabolici, la luce.

> e qui ti sbagli di grosso e continui a perseverare nell'errore.

Quanto scrivi dopo, ammesso e non concesso che sia tutto corretto,
relativizza ma non cancella la mia affermazione sull'ininfluenza delle
dimensioni degli specchi piani, nel senso che le dimensioni influirebbero
(in negativo, per una distanza del target pari a 200 metri) solo al di
sotto degli 1,8 metri.


> a prescindere che un *array* di elementi piani di dimensione opportuna
> oppurtunamente diretti focalizza, senno' prendiamo tutta la teoria delle
> onde e la buttiamo via para-para, la dimensione conta eccome.

Uno specchio piano non focalizza mai la luce; se tu predisponi un array di
N specchi piani in maniera opportuna avrai come effetto di concentrare
l'intensit� luminosa in una zona pi� o meno grande, ma si tratta di un
effetto dovuto alla somma di tante riflessioni distinte, in una zona
limitata, da parte di N specchi che singolarmente non focalizzano.
La focalizzazione vera ce l'hai, sotto certe condizioni, nel caso di uno
specchio parabolico.
E' questo che intendo dire sin dall'inizio.

...
> il sole e' una sorgente estesa, lo e' abbastanza da doverla considerare
> tale nonostante l'enorme distanza a cui si trova, non a caso in cielo
> occupa circa 0.5 gradi.

Su questo non ci piove.

> quindi per raddoppiare (o quasi) la quantita' di radiazione incidente in
> un'area (al suo centro) dal punto target deve essere possibile vedere lo
> specchio con una ampiezza di almeno 0.5 gradi, rapporta alla distanza di
> osservazione (posizione del bersaglio) ed avrai la dimensione minima
> dello specchio, per 200 metri di distanza risultano essere circa 1.8
> metri perpendicolari alla direzione di riflessione, la dimensione reale
> dipendera' quindi dall'angolo di inclinazione.
> quindi risultano inefficaci (vedi sotto),

L'argomentazione sembra analoga a quella presentata da Fabri per uno
specchio parabolico, solo che nel caso di uno specchio piano mi sembra
meno comprensibile (proprio per il fatto che lo specchio piano non
focalizza).
Poniamo che, a parit� di condizioni, tu predisponga uno specchio da 90 cm
(dimensione angolare circa la met� di quella del sole); bene, io mi
aspetterei una zona illuminata con una dimensione lineare pari alla met�
di quella di uno specchio di 1,8 metri, ma con un picco d'intensit�
centrale sostanzialmente simile, proprio in virt� delle propriet� di
riflessione degli specchi piani.
Perch� secondo te sarebbe diverso?
E come formalizzi in maniera quantitativa l'effetto che reclami?

...
> per contro, proprio per la natura estesa della sorgente, gli specchi
> piu' piccoli "disperdono" la radiazione creando un riflesso molto ampio,

La dispersione con la distanza, negli specchi piani reali, � un effetto
che esiste sicuramente anche nel caso di specchi pi� grandi, tuttavia al
momento non mi � chiaro come valutarlo quantitativamente.
 
> per un raddoppio della
> radiazione ne servono comunque una quantita' tale da coprire quasi la
> superficie di uno specchio singolo con diametro di 1.8 metri.

Vuoi dire che all'atto pratico non c'� differenza tra tra uno specchio
piano di area S e un N specchi di area S/N opportunamente puntati?
[In caso di risposta affermativa non vedo come tu possa conciliare ci� con
il discorso precedente sulla dimensione finita del sole.]

> > cui si desume che il fattore determinante per ottenere l'effetto ustorio
> > (a piccolissime distanze) tramite specchi piani nnon � tanto l'estensione
> > quanto il numero.

> appunto, perche' n elementi direzionati focalizzano :-)

N elementi concentrano, il termine focalizzare personalmente lo uso per
specchi singoli che hanno un fuoco, cosa che gli specchi piani non hanno.

> comunque io tenterei l'esperimento con in mente il concetto di "think
> big" o, se preferisci, "size matters", nelle ipotesi di cui sopra
> significa surriscaldare una area estesa, almeno 1.8 metri di diametro, e
> questo secondo me facilita di non poco l'ignizione che invece su aree
> limitate deve fare i conti con l'elevata dispersione termica verso le
> zone vicine fredde

Trovo apprezzabile che dal tuo primo intervento in proposito

"beh, no, basta una decina abbondante di specchi piani di ridotte
dimensioni ... basta concordare volta per volta dove farli convergere (a
mano!)"

hai cambiato opinione visto che adesso sei pasato a considerare specchi
piani di circa 4 m^2 l'uno.
Potenza delle discussioni :)).

Saluti,
Aleph



-- 
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito 
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse_at_newsland.it
Received on Fri Nov 21 2008 - 15:45:07 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Mon Feb 10 2025 - 04:23:33 CET