Enrico SMARGIASSI ebbe a scrivere:
> Certi linguaggi pero' sono migliori di altri,
> perche' permettono di scrivere le leggi naturali in modo piu' semplice e
> trasparente (ed anche di "rivelare le simmetrie inerenti ai fenomeni").
Perfetto. E' quanto dicevo io e quanto sostiene (per ritornare alle
questioni di Bruno) Ohanian nel suo articolo su "Dinamica e
sincronizzazione"
Ohanian fa vedere che, con una scelta t'=t+kx, nei secondi membri di F=ma
appaiono termini addizionali, interpretabili come forze di Coriolis, etc.
Niente di originale in questo: succede anche passando a coordinate rotanti.
Per cui, conclude Ohanian, dev'essere la Dinamica a decidere qual'e' la
scelta migliore. In questo caso, la scelta si puo' fare in modo che queste
forze fittizie scompaiano.
Alla stessa identica maniera si puo' far vedere (vedi Landau II) che la
sincronizzazione standard *alla Einstein* rende simmetrica la metrica
rispetto alla trasformazione t->-t (ma solo se il campo e' statico).
> Non sminuirei l'importanza di queste considerazioni: di fatto sono state
> storicamente importantissime
Qui ti riferisci alle simmetrie e alla semplicit� delle leggi, e sono
daccordo.
> Veniamo ora al tempo. Nonostante alcune semplicistiche affermazioni che
> si leggono ogni tanto, tempo e spazio *non* sono la stessa cosa, nemmeno
> in Relativita'.
Mi puoi fare un esempio?
> Ciononostante, sembra che il discorso sull'arbitrarieta' delle
> coordinate sia applicabile anche a quelle temporali: mi scelgo
> un'etichettatura del tempo come mi gira meglio, purche' paghi il prezzo
> di una complicazione delle mie leggi fisiche
Si puo' scegliere di pagarlo questo prezzo se, dalla riscrittura delle
leggi, si arrivi ad una qualche ulteriore comprensione.
> il secondo principio della
> TD non vale certo nella forma usuale se espresso in sincronizzazione
> arbitraria.
Come giustamente dici, non e' che *non vale pi�*; non vale nella sua *forma
usuale*. Cioe', e' solo un problema di forma, cioe' di formulazione
matematica.
> L'importante e' che poi io trovi un vocabolario che mi
> permette di tradurre le leggi che trovo da un sistema all'altro.
Questo ce l'abbiamo, per fortuna: sono le trasformormazioni di coordinate,
gli hessiani, etc :-)
> Ma
> esiste un vocabolario del genere nel caso dei sistemi TD? Mi pare di
> aver mostrato, col mio esempio e fino a prova contraria, che un tale
> vocabolario, nel caso generale, non esiste.
Vuoi dire che non e' possibile una formulazione covariante della
Termodinamica? Ma una tale formulazione esiste, anche se, da quello che ho
visto, vi � parecchia convenzionalit�.
Ad esempio: vi sono almeno tre modi (nettamente contrastanti) per definire
come si trasforma la temperatura T (vedi: Bruno Tousheck, Meccanica
Statistica, Boringhieri, p73)
1) T e' invariante (quindi sempre uguale a quella misurata da termometri in
quiete col sistema)
2) T si tasforma come il volume V ( a causa legge dei gas perfetti)
3) T si trasforma come la quarta componente di un quadrivettore ( a causa
1/2kT=E)
L'unico accordo che c'e' e' nel dire che l'entropia S, essendo un mero
conteggio degli stati, � invariante.
Ma vorrei proprio vedere come si fa "un mero" conteggio gli stati su un
corpo in moto: dovrei contare quante particelle hanno una data energia, e
*nello stesso istante*, mah ... lasciamo stare.
> Pero' Bruno sostiene qualcosa di piu' : sostiene che questa arbitrarieta'
> mostrerebbe che la relazione di causa-effetto non ha alcuna relazione
> con l'ordinamento temporale, e che l'effetto puo' dunque precedere la
> causa [ ...] Per esempio, se Tizio beve il veleno e muore, e' vero che il
> bere e' la causa della morte, ma con sincronizzazione opportuna si ha
>che la morte precede il bere [ ... ]
Dato che non ho sotto mano tutti i discorsi che avete fatto su queste cose,
prego Bruno di verificare se e' daccordo con questo riassunto; se e' lo �,
io neanche lo condivido. Se invece e', ancora una volta, solo una questione
di spiegarsi meglio, aggiungo qualche mio altro contributo.
Se si cambiano le coordinate, per comunicare tra noi dobbiamo prendere (come
dici tu) il "vocabolario". E il vocabolario non cambia soltanto le
coordinate, ma anche il significato di parole come "causa"
ed "effetto", "prima" e "dopo".
Nel futuro, potremmo avere a che fare con osservatori non-umani (gia'
adesso, veramente), giusto? Supponiamo che gl' osservatori O e O' siano un
computers dotati di intelligenza artificiale, il cui compito e' registrare
e interpretare i fenomeni, scrivendo su nastro.
Il computer O' ha un'avaria e il suo orologio gira al contrario (t->-t). E'
chiaro che per O', in termini della sua coordinata "t",
l'effetto "precede" la causa, ma la discrepanza e' solo una questione di
descrizione, di parole: lui chiama effetto quello che io chiamo causa, e il
suo verbo "precede" va tradotto con il mio "segue", cosi' come "soleil" va
tradotto con "sole".
Ma, a parte questo, cos'altro cambia? beh, cambiano i segni delle velocita',
i versi di rotazione, l'entropia "diminuisce", e via di seguito ma, se si
usa correttamente il vocabolario, i due osservatori dovrebbero esprimere
leggi compatibili, no?
O' scrivera' sul nastro: al tempo t=0 la tazzina "prima" era rotta per
terra, e "dopo" 10 secondi ( a t= 10) e' ricomposta sul tavolo.
E poi frasi del tipo : "L'entropia diminuisce" oppure "su questo pianeta
le persone muoiono prima di avvelenarsi", ma questo non vuol dire che per
O' il Secondo Principio non vale; vuol dire solo che O' sta esprimendo la
stessa legge, ma con un'altra lingua.
A questo punto, mi chiedo se Bruno era intendeva lo scambio causa-effetto in
questo senso, o qualcosa di pi� che questo.
Michele
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Received on Fri Nov 14 2008 - 18:34:17 CET