Re: Salvare i fenomeni o salvare le teorie?

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_fastwebnet.it>
Date: Mon, 09 Apr 2018 16:47:19 +0200

ADPUF ha scritto:
> A proposito di epistemologia e di modelli, una recensione di
> Pietro Greco di un libro di Lucio Russo.
Non ho letto il libro. Ho letto la recensione, e ci ho trovato qualche
frase citata che mi fa capire che Russo ha conoscenza piuttosto di
seconda mano sulla fisica di cui parla.
Del resto è un matematico, non un fisico.

> "Oggi, sostiene Russo, non solo molti fisici confondono tra
> modelli e realtà"
Qui per es. sarebbe interessante sapere come Russo fa la distinzione,
che cosa intende per realtà.

> "ma molte, troppe teorie fisiche - e fa il nome della teoria delle
> stringhe - validano se stesse con le proprie regole interne e con
> principi estetici e sono alla ricerca di evidenze empiriche che le
> possano validare."
Detto così non mi sentirei di condividere.
Ci sono numerosi e illustri casi di teorie (a proposito, teorie o
modelli?) che sono nate prima che ne esistessere prove sperimentali.
Riterrei offensivo per chi mi legge citare qualche esempio :-)
Il problema è di misura. Nel caso delle stringhe, ad es., lo sforzo
teorico è gigantesco e al tempo stesso chi ci lavora (Witten, mi pare)
non esita a dire che le conferme, se verranno, le avremo fra un secolo.

Di Russo ho letto due libri.
"La rivoluzione dimenticata" sostiene una tesi che molti hanno
giudicato esagerata e non provata: che gran parte della scienza che
riteniamo prodotto del 17-mo o 18-mo secolo fosse già stata costruita
in epoca ellenistica.
In particolare, Russo sostiene che già allora fosse nota (non ricordo
i dettagli) la legge di gravitazione di Newton."

Ho anche letto "Segmenti e bastoncini", per un motivo preciso.
Perché qualcuno (non ricordo più chi) mi disse che Russo in quel libro
parlava anche di me.
Infatti è vero: nella seconda edizione (Feltrinelli, Univ. economica,
nota a pag. 36) Russo scrive:

"Chi crede di poter mostrare realmente un 'salto quantico' (cfr. ad
esempio Elio Fabri, /Come introdurre la fisica quantistica nella
scuola sec. superiore/ [...] 1993) in realtà pensa a un esperimento
del quale si può dare un'/interpretazione/ in termini di 'salti
quantici'. Agli studenti si potrebbero mostrare effettivamente solo le
posizioni di alcuni indici di apparecchi di misura, di cui conoscono
approssimativamente il funzionamento, in condizioni da loro non
controllabili. L'articolo di Fabri è interessante anche per
l'esplicito invito a ridurre l'insegnamento secondario della meccanica
quantistica all'esposizione di una serie di 'fatti'."

Per chi non la conoscesse: la nota cui fa riferimento Russo (o meglio,
un'edizione di poco successiva e leggermente modificata e ampliata) si
trova in
http://www.sagredo.eu/fq/fq13.pdf
E' facile verificare quanto sia stato travisato il mio punto di vista,
probab. per il combinato disposto di una lettura affrettata da parte
di persona incompetente.
(Per es. l'espressione "salto quantico", che appartiene alla
preistoria della m.q., non è mia: non c'è nel tsto citato.)
Molto peggio è l'attribuirmi l'invito e ridurre l'insegnamento a una
serie di fatti. Qui si vede che Russo non è andato oltre
l'introduzione, e non ha capito che io intendevo esattamente
l'opposto: la mia è una polemica contro chi pretende di parlare di
m.q. senza adeguata esposizione dei fatti sui quali la teoria è nata.

Ma tutta la sezione dove si trova quella nota, volta a criticare
pesantemente l'introduzione della "fisica moderna" nell'insegn.
secondario, contiene alcune considerazioni giuste mescolate con
affermazioni che denotano solo la scarsa familiarità che l'Autore ha
con l'argomento di cui tratta.
Lo si vede anche dagli esempi che dà, dalle citazioni che fa.
Caforio-Ferilli (che significa sparare sulla Croce Rossa).
Oppure Feynman, con la solita frase "io penso di poter affermare con
sicurezza che nessuno capisce la meccanica quantistica" presa da QED e
messa in esergo alla sez. 2.2, fuori contesto e naturalmente non
capita (a proposito di capire...).

Russo mostra d'ignorare del tutto la discussione sul problema, che
secondo lui è stata vinta degli "innovatori":
"La m.q., insieme a molti altri argomenti di fisica moderna, ha
ricevuto notevole spazio nei manuali."
(pag. 35).
Questa frase è stata scritta nel 98; chi mi legge può giudicare quanto
e come sia fondata.

Ho insistito su questo punto perché mi riguarda da vicino. Non tanto
per la citazione di cui Russo mi onora, ma per la prova che dè del suo
metodo.
Nella premessa alla nota citata scrivevo:

"In questa nota si presenta una proposta per l'introduzione
della fisica quantistica nella s.s.s., seguendo le linee già
descritte in [1]. Alla stessa fonte si rimanda il lettore per una
discussione delle motivazioni di alcune scelte e per commenti
generali, mentre qui ci si vuole concentrare su di una più precisa
indicazione di contenuti."

Un commentatore serio si sarebe premurato di leggere la ref. [1]:

E. Fabri: La Fisica Quantistica nella Scuola Secondaria: proposte
e problemi; Atti del VI Convegno del GNDF, 99 (1988).

Dove avrebbe trovato il mio punto di vista sui pro e sui contro, sui
problemi posti dall'insegn. della f.q., ecc.
Insomma, una discussione fatta da qualcuno ben più adentro e
più competente di lui.
Ma non è questo che gli preme: da uno scritto estrapola qualche frase,
qualche parola, purché sia funzionale alla sua tesi.

Capite la conclusione: se questo ho potuto appurare su Russo, in un
arogmento di cui conosco i temi e le discussioni, padroneggio i
contenuti, posso ragionevolmente supporre che il suo metodo sia lo
stesso anche in altri casi.
E quindi non lo ritengo un autore affidabile.
                                             

-- 
Elio Fabri
Received on Mon Apr 09 2018 - 16:47:19 CEST

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