Re: Paradosso del gatto di Schrödinger

From: Enrico SMARGIASSI <smargiassi_at_ts.infn.it>
Date: Fri, 07 Nov 2008 09:54:01 +0100

Michele Andreoli wrote:

> Io invece dico che il contenuto fisico del Secondo
> Principio (P2) prescinde dal segno di questa derivata.

Lasciamo perdere la derivata, che non e' nemmeno definita... comunque e'
chiaro quello che intendi.

> non saprei come uscire dall'impasse ...

Nemmeno io. E secondo me non si puo'. Dopotutto, la descrizione
matematica di un fenomeno non e' sempre semplicemente un accessorio che
si puo' buttare via. E non tutte le descrizioni sono buone, altrimenti
potrei cercare di descrivere la dinamica usando, invece di tre assi
coordinati ortogonali, due assi paralleli, dicendo "tanto le coordinate
non hanno senso fisico": sarei giustamente preso per matto.

Prova pure a limitarti al caso specifico dell'espansione libera dei gas;
e buttiamo pure via il concetto di "entropia". Come fai ad enunciare il
fatto che "i gas si espandono sempre, e non succede mai che si
contraggano in un angolino della scatola"? Il fatto e' che quel verbo
"espandere" implica una direzione temporale; con questa affermazione
stai implicando la possibilita' di definire una direzione temporale
globale, ovvero che le differenze di tempi abbiano un significato fisico
(o almeno, che lo abbiano le loro differenze, e almeno limitatamente
agli eventi connessi da intervalli di tipo tempo). Diamine, il secondo
principio della termodinamica (e' uno di quelli che) *definisce* la
freccia del tempo!

> Basterebbe enunciare P2 dicendo che "dS>0 per tutti i processi di un sistema
> chiuso". Si potrebbe misurare l'entropia ad intervalli regolari discreti

Francamente non vedo cosa cambi: stai solo sostituendo un tempo continuo
con uno discreto. Il mio esempio in effetti prevedeva solo due istanti
temporali, e sono sufficienti per il mio scopo.
Received on Fri Nov 07 2008 - 09:54:01 CET

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