Re: Significato intrisenco della velocità assoluta della luce
On 26 Set, 20:47, Elio Fabri <elio.fa..._at_tiscali.it> wrote:
> Perche' per una volta non ti sforzi di essere meno fumoso, e ci
> spieghi come si misura la velocita' della luce?
>
> --
> Elio Fabri
Ciao Elio
non per essere puntiglioso, ma:
<<Significato intrisenco della velocit� assoluta della luce>>
la domanda era cosi'....
Perche' mi chiedi di spiegare come si misura?
Mi sembra che il problema piu' che operativo sia epistemologico....
chiedersi prima ancora di misurare, chiedersi che stiamo misurando!
Che significa? Cosa voglio dire con questo.
Se "riproduco un fenomeno" per compiere delle misure devo gioco-forza
ragionare sempre in base a 2 condizioni:
--)l'interpretazione dei risultati;
--)e la scelta dello strumento.
Se la scelta dello strumento e' subordinata alla prima
(l'interpretazione), quest'ultima e' la discriminante: scegliere il
modello a cui riferirsi.
[problema epistemologico e poi operativo.... individuare cosa,
ragionarci sopra e poi farne delle misure adeguate]
Sulla domanda "del significato Intrinseco"....
Io insisto li', si' da rendere quel concetto di velocita', concetto
che non vale allo stesso modo per i corpi con massa =/= 0 rispetto a
quelli con massa =0, cioe' la luce non possiede quella caratteristica
che la rende "posizionabile" nello spazio naturale alla stregua dei
corpi "massivi" [che con la luce interagiscono e si rendono visibili].
Ci siamo chiesti se effettivamente la luce viaggia?
E perche' ha una caratteristica ASSOLUTA?
Io posso solo usare un orologio e notare un ritardo, RITARDO ...
<<tra il momento della PARTENZA ed il momento dell'arrivo>>.... ma
devo prima sapere qual e' lo spazio che separa il punto di partenza ed
il punto di arrivo... e cosa sono questi pti? Sono punti dello spazio
naturale in cui sono situate dei carpi massivi e carichi. Ecco qui.
Ma il perche' della sua costanza a cosa e' dovuto?
Al fatto che non ha massa.... ???
Un corpo, con massa... soffre l'inerzia. Esso occupa lo spazio (e lo
posiziono vedendolo <<tramite luce>>).
Proprio la sua massa non nulla fa si' che abbia una posizione, e
quando viene mosso (gli si applica una forza) esso modifica il suo
stato di moto, da come andava prima.
Questo significa avere una velocita' dipendente dall'osservatore:
significa avere memoria dello stato di moto precedente.... sono 2
facce della stessa medaglia.
La luce invece se non potro' mai <<metterla a riposo>> indica che non
ha memoria del suo moto precedente.
Questo puo' significare che la luce non esista ne' prima ne' dopo,
oppure semplicemente che non legge nessuna differenza di "velocita'"
tra i corpi massivi. Cosi' come i corpi massivi vedono la luce
ASSOLUTA a c, cosi' un' ipotetico osservatore-senza-massa vedrebbe
tutti i corpi massivi "Immobili".
Dunque la luce e' contestualmente sia emessa che assorbita.... ed e'
essa che ci da' l'impressione del tempo e dello spazio.
A monte di questo e' palese poi che la velocita' della luce (intesa
quest'ultima come vibrazione del campo elett.magn. ) indica il <<grado
di rigidita' >> del campo em stesso e la sua elasticita' che gli
permette quindi di oscillare:
era c = sqrt(me)^-1
Ma questa e' una valutazione ptuale, infatti non bisogna scartare a
priori le soluzioni avanzate.... Nel punto dello spazio sappiamo che
quel valore del campo e / m non dura costantemente ma invece tale
valore cambia seguendo la sol.ne delle onde.
Quindi noi ipotizziamo che "l'energia" fluisca (vedi Poynting) da una
carica all'altra perche' noi poniamo energia in una carica (ad
esempio accelerandola) e questa trasferisce al campo tale lavoro sotto
forma di vibrazione.
Chiediamoci se una vibrazione em possa essere generata per poi
perdersi all'infinito.
Received on Tue Sep 30 2008 - 10:08:29 CEST
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