Re: Principio di indeterminazione

From: Teti_s <"te..."_at_libero.it>
Date: Wed, 10 Sep 2008 14:10:37 GMT

Il 09 Set 2008, 14:28, mariopadano_at_gmail.com ha scritto:
>
> Scusa ma se le misure di p1y e di p2y sono successive io posso
> distinguerle perché una la faccio prima dell'altra, quindi non mi è
> chiaro perché prendere la differenza...

Perch� se l'incertezza sulla misura di ciascuni impulso � pi� di |p1y - p2y|
non � detto che quell'impulso sia stato fornito in corrispondenza di una
sola fenditura. Potrebbe essere stato fornita una sovrapposizione di impulsi
abbastanza dispersa da parte di entrambe le fenditure e l'avere osservato
uno spot in Q risulterebbe compatibile con la formazione di una figura di
interferenza. Va osservato anche, che ammesso e non concesso di raggiungere
in un esperimento effettivo di misure dinamiche le incredibili precisioni
necessarie per giungere alla scala di Heisenberg, l'incertezza sperimentale
sulla misura non � di per se garante dell'esistenza di figure di
interferenza. Per avere interferenza occorre che lo scattering del fotone
con le fenditure avvenga in modo correlato a distanze dell'ordine della
distanza fra le fenditure. Al contrario se c'� qualche meccanismo qualsiasi,
non controllabile sperimentalmente, che fa scendere la lunghezza di
correlazione sotto la scala della distanza fra le fenditure allora: la
figura di interferenza non compare nonostante che l'impulso del fotone
osservato sia distribuito in modo compatibile con l'esistenza di una figura
di diffrazione e quindi la misura dell'impulso non � tanto precisa da
distinguere una fenditura dall'altra. Invece quello che illustra
l'esperimento ideale discusso da Cohen � che una misura di impulso totale
trasferito, tanto precisa da saper distinguere se il fotone ha un impulso
p1y piuttosto che un impulso p2y, non � compatibile con una figura di
interferenza. Analogamente in un esperimento con due fenditure mobili
indipendenti la possibilit� di giudicare che una fenditura sia in moto con
l'impulso che le compete e l'altra no di per se esclude la possibilit� di
una figura di interferenza solo se la misura dell'impulso trasferito a
ciascuna fenditura pu� essere condotto con adeguata precisione. Tipicamente
non c'� un modo semplice, eccetto che ostruire la fenditura, (in tal caso
l'ampiezza e la dispersione d'ampiezza vanno entrambe a zero) per
controllare la dispersione dell'impulso trasferito da un singolo fotone che
attraversa ciascuna fenditura ed osservare figure di interferenza � pi�
facile che non controllare l'impulso trasferito.


> (si è il cohen)
>
>
>
>
> PaoloKap ha scritto:
>
> > <mariopadano_at_gmail.com> ha scritto nel messaggio
> >
news:bfefd929-1f48-4f47-890e-855f1d5136e7_at_f36g2000hsa.googlegroups.com...
> > >
> > >
> > > A questo punto un mio libro impone:
> > >
> > > affich� la misura sia possibile occorre che l'incertezza sulla
misura
> > > dell'impulso assorbito dalle fenditure sia molto piccolo rispetto
> > > all'impuslo stesso, e scrive:
> > >
> > > Delta P << | P1y - P2y |
> > >
> > > Procedendo nei calcoli dimostra quando detto all'inizio e cio� non
si
> > > vede l'interferenza.
> > >
> > > La mia domanda �:
> > >
> > > Perch� predere proprio
> > > Delta P << | P1y - P2y | ?
> > >
> >
> >
> > Scusa ma non � che per caso stai studiando sul Cohen? Perch� �
esattamente la stesa questione che mi capit� a me.
> > (Comp. D1)
> >
> > La risposta che mi sono dato te la invio in formato pdf (non la riporto
qui perch� ho usato i simboli matematici
> > che come si sa sul newsgroup non si vedono) sul tuo indirizzo di posta
sperando che sia quello che compare nel
> > messaggio da te inviato.
> >
> > gxis
> >
> > Paolo Kap
>

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Wed Sep 10 2008 - 16:10:37 CEST

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