chris ha scritto:
> ciao a tutti,
> sempre osservando il mare (in realt� � l'oceano pacifico!) ho notato
> che le onde arrivano con una modulazione di intensit� abbastanza
> regolare: partendo da situazione di relativa calma (onde poco
> accentuate, si arriva ad onde pi� alte ( in questo periodo circa 1.5-2
> metri,) per poi tornare ancora a calma. Il tutto si ripete ogni 2-3
> minuti. Qualcuno sa come mai? Il fenomeno, a quanto mi dice un amico,
> � abbastanza noto: quando si fanno immersioni, si utilizza proprio il
> momento di calma per uscire dal mare.
Infatti, e' comunissimo, e lo conoscono tanto i ragazzini che giocano a
tuffarsi dentro i frangenti in arrivo aspettando "quelle grosse", quanto
i pescatori che se devono alare una barca sulla spiaggia con mare grosso
sanno benissimo che basta aspettare, un po', il momento di quasi calma,
per atterrare in sicurezza senza rischiare che la barca si traversi.
Il motivo per cui questo fenomeno *puo'* verificarsi e' abbastanza
semplice: basta l'arrivo di *due* onde con frequenza leggermente diversa
perche' si generino dei battimenti, cioe' esattamente quello che
descrivi (potrebbe trattarsi anche di una modulazione vicina al 100%, ma
in questo caso sarebbero necessarie *tre* onde di ampiezza simile con la
stessa differenza di frequenza). Non e' necessario che le due onde in
arrivo abbiano la stessa direzione, anche se provengono da direzioni
diverse giungendo su una spiaggia digradante vengono rallentate alla
stessa velocita' (diminuendo L ma mantenendo la frequenza originale) e
cambiano direzione, "girando" in direzione ortogonale ella battigia:
possono generare i battimenti proprio poco prima di generare i frangenti.
Il problema che poni pero' e' un altro, e precisamente perche' questo
fenomento *si presenta tanto spesso* da essere diventato proverbiale e
prevedibile. Per cercare di capirlo, ho provato a sorvolare con Google
map il mare al largo di alcune spiagge che davanti a se' non hanno altra
terraferma prima di un fetch di parecchi chilometri, vedendo se potevo
capirci qualcosa. E in effetti ho trovato qualcosa di interessante:
Tirreno, al largo di Piombino:
http://maps.google.it/maps?f=q&hl=it&ie=UTF8&ll=42.963261,10.48174&spn=0.003415,0.006909&t=h&z=17
Atlantico, al largo di Porto (Portogallo):
http://maps.google.it/maps?client=firefox-a&hl=it&ie=UTF8&ll=40.777519,-8.746362&spn=0.007068,0.013819&t=h&z=16
Pacifico, al largo di Davenport (S. Francisco):
http://maps.google.it/maps?client=firefox-a&hl=it&ie=UTF8&t=h&ll=37.014633,-122.216635&spn=0.007453,0.013819&z=16
(nel caso Google cambi le foto satellitari di queste zone, le ho salvate
su
http://trusso.freeshell.org/OndeA25gradi/ )
Come si vede, in tutti questi casi arrivano dal largo almeno *due* onde,
con L diverse ma abbastanza vicine, con rette di propagazione a 25-30�
fra loro.
Provo ad azzardare un'ipotesi, pronto a ritirarla se qualcuno ne propone
una migliore o mi dimostra che quanto osservato nelle foto satellitari
e' un fenomeno diverso.
Alle nostre latitudini, il vento gira. Tutti i marinai del mio golfo mi
dicono che "segue il sole", e in effetti mi capita molto spesso di
uscire in barca la mattina con libeccio, trovarmi a mezzzogiorno il
ponente e il tardo pomeriggio un maestro. Il motivo e' abbastanza
semplice da spiegare: i venti (non le brezze, ne' gli alisei) sono per
lo piu' circolazioni cicloniche che si spostano di moto autonomo, dalle
nostre parti in prevalente direzione ESE. I vortici ciclonici moderati
che si sentono sull'Alto Adriatico sono posizionati per lo piu' sulle
Alpi (quelli forti dall'Abruzzo alla Grecia) e quindi durante una
giornata il loro centro passa facilmente da NE (che genera vento da SO)
a N (che genera il ponente) a NO (che genera vento da NO). Se il ciclone
transita a Sud, il vento gira in direzione antioraria da scirocco a
bora, ma comunque gira. (Nell'emisfero australe valgono le stesse
considerazioni, la differenza e' che le circolazioni cicloniche deboli
si muovono verso ENE).
Ora, un vento costante crea inizialmente un'onda giovane e continua poi
ad accelerarla ed ingrossarla, ma se gira cosa succede? Io credo che per
piccoli cambiamenti di direzione continui ad agire sull'onda gia'
formata, ma che superato un certo angolo critico (che non saprei
calcolare, ma che dalle foto dovrebbe aggirarsi sui 25 - 30�)
l'"abbandoni" e ne formi invece un'altra, secondo la sua nuova
direzione, che si sovrappone alla prima propagandosi indipendentemente
da essa a velocita' (e con L) inferiore. Dopo qualche tempo (poche ore),
sullo stesso fetch sono presenti due onde, generate da venti di
direzione leggermente diversa ma della stessa intensita', che pero'
hanno eta' diverse e quindi c ed L diverse.
E' da notare che per la teoria del moto ondoso di Airy frequenza e
lunghezza d'onda sono legate da una relazione quadratica, f=sqrt(1.56/L)
(unita' di misura del SI), per cui differenze in L ben visibili nelle
foto possono ancora dar luogo a differenze in f abbastanza piccole,
inferiori a 1 ciclo *per minuto*.
Per cercare conferma a questa teoria, ho cercato di verificare se nel
caso di onde generate dagli alisei il fenomeno non si verifichi.
Purtroppo i dettagli del mare tropicale d Google map non sono spinti
come quelli delle coste europee e statunitensi, il meglio che ho trovato
e' questo, costa sud del Madagascar:
http://maps.google.it/maps?client=firefox-a&hl=it&ie=UTF8&ll=-24.385368,43.684967&spn=0.003987,0.006909&t=h&z=17
(copia in
http://trusso.freeshell.org/OndeA25gradi/4-Madagascar.jpg )
Ho chiesto percio' ad un amico che fa spesso la traversata atlantica a
vela e charter nei Caraibi, e mi ha confermato: le onde generate dagli
alisei, oltre che molto piu' lunghe, sono molto piu' costanti di quelle
nel Mediterraneo, non presentano lo stesso periodoco ingrossamento e
attenuazione, e le onde anomale che arrivano da direzioni diverse sono
rare e veramente dovute a cause anomale (temporali).
Se qualcuno ha delle notizie che possono confermare o smentire queste
mie illazioni, gli saro' grato se vorra' esporle.
ciao, Tommaso
Received on Fri Sep 05 2008 - 12:32:20 CEST