matteo ha scritto:
> Non e' necessario scambiarsi oggetti per stabilire un riferimento
> temporale comune, per esempio il messaggio potrebbe essere:
>
> "ho creato un atomo di cesio, e regolato il lampeggiante perche'
> invii 100 impulsi in esattamente 9.192.631.770 cicli dell'atomo
> di cesio, crea anche tu un atomo simile e confronta gli impulsi
> luminosi con i cicli del tuo atomo di cesio. Se ottieni lo stesso
> numero la nostra velocita' reciproca e' nulla"
A parte l'idea di "creare" gli atomi :) il concetto non e' sbagliato,
pero' presuppone una forte ipotesi: che gli atomi di cesio siano
uguali dappertutto (principio di uniformita').
Per mio conto non obietto, ma occorre esserne consapevoli.
Bruno Cocciaro ha scritto:
> Ognuno osserva soltanto il proprio orologio?
> Se e' cosi' ognuno ha semplicemente costruito un orologio e gli
> orologi sono stati rgolati in modo da associare gli stessi numeri alle
> stesse evoluzioni temporali. Ma di certo non potrano concludere
> alcunche' riguardo alla loro velocita' reciproca.
Ma dai, voleva dire "osserva gli impulsi che ricevi da me..."
Piuttosto, vedo che usate continuamente l'espressione "velocita'
reciproca", che secondo me e' uno strafalcione.
In italiano "reciproco" indica qualcosa di scambievole, tipo
"antipatia reciproca": A verso B e B verso A.
Per la velocita' ha senso se mai l'aggettivo "relativa".
Ho visto usato anche "distanza reciproca", che e' pure peggio :-(
La distanza e' distanza e' basta: non richiede nessun aggettivo.
E' la distanza "tra due punti".
Sospetto che anche queste sgrammaticature vengano da un uso americano,
ma comunque sono ugualmente sgrammaticate anche nella loro lingua.
--
Elio Fabri
Received on Fri Jun 13 2008 - 20:51:58 CEST