(unknown charset) Re: ci riprovo...sui fotorivelatori

From: (unknown charset) giorgio <alu_at_gmail.com>
Date: Tue, 21 May 2013 01:56:02 +0000 (UTC)

Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it> wrote:

> Allora =C3=A8 sicuramente giusta
  Altra cosa che ho letto in qualche altro tuo scritto e che ho sempre
applicato come "perla di saggezza", =C3=A8 la metafora della scala a chio=
cciola
della conoscenza: ritornare sulle stesse cose (la verticale), ma ogni vol=
ta
da una altezza diversa e, quindi, con un grado di approfondimento maggior=
e.
E' davvero utile ed ogni studente, a qualsiasi livello, aumenterebbe il
grado di produttivit=C3 dei suoi sforzi. Per questo avevo premesso di no=
n
sapere nulla di MQ: stavo solo sbirciando qualcosa da una altezza che non
mi =C3=A8 ancora concessa. Ma non solo per la curiosit=C3 , ma anche perc=
h=C3=A9 ovunque
si legge di fotoni e tutti li considerano pezzettini di luce, come fosser=
o
quanti del buon campo elettromagnetico e gli fanno fare di tutto! Sarebbe=
,
a questo punto, tanto meglio ignorarli!
Peraltro io mi sono levato tante soddisfazioni con la sola ottica
geometrica, tirando in ballo le onde solo per alcuni fenomeni come la
diffrazione e la dispersione. Quindi anche ai piani bassi (ai giri bassi
della scala), si pu=C3=B2 imparare tanto o, almeno, cominciare ad imparar=
e.

A me non interessa 'improvvisare' su concetti molto complessi come quelli
della MQ: condivido quello che dici sia sul particolare modo di ragionare
che essa richiede, sia sulla necessit=C3 degli strumenti matematici. Anc=
he in
altri ambiti della fisica, nel mio piccolo, tante cose fisiche le ho capi=
te
dalla matematica che le descriveva pi=C3=B9 che dal ragionamento fisico i=
n s=C3=A9.
Quello che mi interessa, quindi, non =C3=A8 collezionare una serie stermi=
nata di
concetti slegati (per via della mia impreparazione) di MQ, quanto piuttos=
to
avere alcune idee chiare: poche, incomplete, non ben inserite in un
contesto, OK, ma almeno non sbagliate. Non c'=C3=A8 cosa pi=C3=B9 nausean=
te che
riempirsi la bocca di paroloni, ma solo per sparare sciocchezze in ogni
direzione. Meglio far finta che certe cose non esistano, piuttosto che
descriverle in maniera sbagliata (l'ottica c'era anche prima della MQ). A=
i
prossimi giri di scala, ritorner=C3=B2 sulle stesse poche cose che ho cap=
ito
adesso e le ritrover=C3=B2 molto pi=C3=B9 profonde e complesse, ma non do=
vr=C3=B2
necessariamente aver detto cose sbagliate quando ero pi=C3=B9 gi=C3=B9.;)

Quindi, ringraziandoti per la pazienza, ti chiederei solo due parole per
inquadrare giusto due fatti salienti del thread.


> Pu=C3=B2 essere tutte e due le cose.
> Se hai un gas in cui ci sono atomi eccitati a diversi livelli, questi
> emetteranno fotoni di energia diversa, e questa =C3=A8 proprio una
> distribuzione statistica nel senso solito.
> Poi c'=C3=A8 l'altro fatto, tipico dei fenomeni quantistici, che dici =
dopo.
Certo!



> A dire il vero nel rivelatore il fotone "muore" addirittura
> Per=C3=B2 cede la sua energia a qualcos'altro, e quindi il collasso an=
dr=C3
> in un modo o nell'altro a seconda di che cos'=C3=A8 questo "qualcos'al=
tro".
&
> Se il fotone non aveva energia definita, lo stato finale del
> rivelatore potr=C3 essere uno o un altro, con una certa distribuzione=
 di
> probabilit=C3 : questo =C3=A8 appunto il "collasso".
Ecco, io riassumer=C3=B2 nella mia mente tutto ci=C3=B2 con il seguente '=
concetto
provvisorio', non esaustivo, ma almeno non sbagliato (spero).
Quando un fotone interagisce con un rivelatore (direi: con la materia del
rivelatore, come quando eccita l'elettrone nell'effetto fotoelettrico) gl=
i
cede energia, scompare, e visto che la quantit=C3 di energia che ha cedu=
to =C3=A8
determinata, ecco che con tale collasso si =C3=A8 manifestato uno specifi=
co
valore di energia tra quelli possibili (di cui, prima della rivelazione, =
si
poteva parlare solo in termini probabilistici). Che poi il rivelatore pos=
sa
eseguire diversi altri tipi di misura, ecc... lo lascer=C3=B2 al 'gradini=
'
successivi. L'esempio alternativo della misura della polarizzazione
(forse cos=C3=AC =C3=A8 detto male) me lo hai fatto, ma non credo che ci=C3=
=B2 tolga
valore alla sostanza di quanto sopra.

Riguardo agli stati intrecciati, inutile dirti che ci ho capito poco.
Per=C3=B2 UNA cose la vorrei chiarire, se ritieni che - senza pretese - l=
o si
possa fare qui.

L'elemento dispersivo non =C3=A8 un fotorivelatore (nel senso di sopra: q=
ualcosa
nel quale il fotone va a morire, cedendo una quantit=C3 determinata di
energia), cos=C3=AC come le lenti, le superfici riflettenti (specularment=
e o
diffusamente), ecc. Qualcosa, per=C3=B2, al fotone che lo attraversa la f=
a. A me
piacerebbe fermarmi alla tua iniziale indicazione: stabilisce una
'correlazione' tra energia e direzione: cos=C3=AC, misurando la seconda, =
puoi
misurare anche la prima.
C'=C3=A8 per=C3=B2 una cosa, nel post scritto ieri da me, che non mi piac=
e: il fotone
'esce' dal prisma con la stessa indeterminazione dell'energia che aveva
prima di incontrarlo! L'energia non =C3=A8 stata misurata ancora, OK, ma =
quella
direzione ci dice anche che le possibili energie, ora, non sono pi=C3=B9 =
tanto
indeterminate come prima. Mi spiego. Quel fascetto di luce che andr=C3 a
colorare di rosso lo schermo bianco oltre il collimatore, o che verr=C3
riflesso da specchi o inviato verso una lente, o che verr=C3 selezionato=
 da
una fenditura (come in un monocromatore), non potr=C3 collassare su un
rivelatore e manifestare l'energia di un elettrone 'ultravioletto'. Se
andr=C3 finire su un mio fotorecettore retinico, la risposta sar=C3 det=
tata
dalla efficienza quantica di quel cono alla lunghezza d'onda del 'rosso'.
Si pu=C3=B2 affermare ci=C3=B2 in questi termini? E' cambiata la distribu=
zione di
probabilit=C3 delle energie?
C'=C3=A8 un modo per dire questa cosa con gli strumenti concettuali che h=
o in
mano ora?


> Se conosci il libro di Ghirardi "Un'occhiata alle carte di Dio" avrai
> visto che lui ha fatto un grosso sforzo, meritevole ma secondo me non
> troppo riuscito, per superare proprio questa difficolt=C3 *in modo
> onesto*, ossia senza raccontare false analogie, favolette che fanno
> credere a chi legge di aver capito, ecc.
> Ha ridotto al minimo la matematica, ma chi prende in mano quel libro
> *lo deve studiare*, e non =C3=A8 detto che la riduzione della matemati=
ca
> aiuti...
Lo far=C3=B2, per iniziare!

Grazie infinite!


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Received on Tue May 21 2013 - 03:56:02 CEST

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