Re: effetto doppler fra trasmettitore e ricevitore solidali in movimento entrambi

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Thu, 22 May 2008 22:22:10 +0200

"Casimiro" <fa.mosca_at_yahoo.it> wrote in message
news:f88cc34b-9388-4d57-b081-39d97ae730ba_at_x41g2000hsb.googlegroups.com...

> No.
> Per un'onda sonora, ad esempio, in presenza di vento, rimanendo
> costante la velocit� di propagazione, le onde controcorrente si
> addensano e quelle con la corrente si rarefano (Doppler).

E' evidentemente poco chiaro quanto volevo intendere sopra. La poca
chiarezza la deduco dal fatto che quanto voglio intendere e' troppo ovvio
perche' si possa non concordare.

Provo a ripetere in altri termini.
Ogni volta che si parla di fase si intende una misura riferita ad una certa
altra.
Esempio:
da A partono segnali verso B. L'orologio fisso in A misura un intervallo di
tempo dTA fra l'emissione di un segnale e quella del successivo (si ipotizza
che tale intervallo di tempo sia costante, cioe' l'intervallo che si misura
fra le emissioni dei segnali 1 e 2 e' lo stesso di quello che si misura fra
le emissioni dei segnali i e i+1). Il rapporto 1/dTA viene detto frequenza
di emissione.
L'orologio fisso in B misura un intervallo di tempo dTB fra la ricezione di
un segnale e quella del successivo. Il rapporto 1/dTB viene detto frequenza
di ricezione.
Per parlare di fase del segnale ricevuto si *deve* stabilire una certa
sincronizzazione.
Ad esempio:
simultaneamente alla spedizione del primo segnale, da A parte anche un
segnale S.
Detto T1 l'intervallo di tempo fra la ricezione di S e quella del primo
segnale, viene detta fase del primo segnale ricevuto il rapporto
(2*PI)*T1/dTB.

La cosa ovvia che volevo intendere nel precedente post e' che se S coincide
con il primo segnale spedito da A, allora si ha banalmente T1=0, cioe' il
primo segnale ricevuto avra' fase nulla (per definizione).
Per quanto riguarda la fase dei segnali successivi c'e' da vedere rispetto a
cosa essi vengono riferiti.

Insomma, se si parla di fase, come dicevo nel precedente post, il discorso
si complica e si deve necessariamente capire *rispetto a cosa* viene
riferita.

Ho stampato l'articolo dove viene presentato quel po' di dati sperimentali
ottenuti da De Witte (l'articolo del Progress in Physics di cui Tommaso
Russo ha postato il link) proprio allo scopo di capire *cosa* egli ha
misurato (in particolare quale e' la fase che varia con periodo pari al
giorno siderale).
Lo sto ancora leggendo, magari nei prossimi giorno mando un commento.
Dopo una prima lettura direi che mi pare abbastanza azzardata la conclusione
che da quei dati si evinca senza ombra di dubbio che e' stato rilevato un
moto assoluto rispetto ad un certo etere.
Puo' darsi benissimo che il problema sia dovuto alla mia ignoranza riguardo
alla RG, pero', alla pagina 62, fra le varie possibili cause che vengono
scartate, avrei gradito vedere un eventuale effetto gravitazionale (a
mezzogiorno l'orologio che sta di la' va piu' veloce, a mezzanotte va piu'
lento). Puo' darsi che chi conosce la RG capisca che tale ipotesi sia da
scartare in maniera ovvia (al punto che non vale nemmeno la pena di parlarne
fra le varie possibili cause), pero', mentre leggevo l'articolo, quella era
la principale ipotesi che mi veniva in mente (cioe' non mi veniva in mente
il moto assoluto rispetto all'etere). Insomma, se il sistema solare fosse
immerso in un campo gravitazionale medio che punta verso destra allora
quando gli orologi sono messi AB il piu' veloce e' A, quando sono messi BA
il piu' veloce e' B.

> ciao

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Thu May 22 2008 - 22:22:10 CEST

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