> Scienza inglese: � pre-industriale, quando scienza e tecnologia erano
> ancora slegate,
Capita che le eccezionali capacit� di calcolo, di modellizzazione, di
problem solving, dei fisici teorici viene impiegata in campi come
l'esercito o l'industria, ma in effetti tutte le scoperte a cui
pensavo quando ho scritto quel post hanno una origine del tutto
scollegata da questi contesti (con qualche notevole eccezione, come
Carnot, che sebbene non direttamente impiegato dall'industria, era ad
essa che pensava quando si applicava nelle sue straordinarie
riflessioni (� un singolare caso di progresso nella scienza di base
dovuto a uno sforzo di tipo ingegneristico)). Cmq il ruolo
dell'inghilterra nella ricerca scientifica � sempre stato di primo
piano (almeno fino a tutto il periodo a cui mi riferivo), dicevo solo
che in effetti durante l'ottocento � stato passato il testimone di
leader alla germania. Anche la francia e l'italia hanno sempre
occupato un certo ruolo, ma ci sono delle vaste regioni dell'europa
dalle quali stranamente non � arrivato quasi nessun contributo al
progresso della fisica (come la penisola scandinava o quella iberica,
sar� ignorante ma mi sembra che quanto a fisica c'� il vuoto
assoluto). Probabilmente oltre a motivi sociali, culturali, di
istruzione, ecc. Vi � anche un altro motivo molto banale da nn
dimenticare: la germania era (ed �) molto popolosa! Non stupiamoci
allora se quasi tutti i grandi fisici erano tedeschi e quasi tutte le
grandi idee di quei decenni sono state partorite in germania e
affini :-) Forse c'� anche una specie di effetto valanga, una specie
di reazione a catena che favorisce l'emergere di nuove scoperte
proprio negli ambienti si � iniziato a combinare qualcosa di buono. Un
processo tumultuoso e inarrestabile che per� tende a restare piuttosto
localizzato. Forse i motivi sono cos� tanti e cos� complessi che
chiedersi che cosa aveva di pi� efficiente il sistema educativo
tedesco � troppo semplicistico. Senza contare che un confronto con i
sistemi odierni sarebbe in effetti improponibile perch� � il mondo
stesso ad essere cambiato troppo per poter pensare di confrontarli. Io
vorrei solo capire come far funzionare meglio il sistema educativo
perch� ho la netta sensazione che quello italiano sia un baraccone
totalmente inefficiente. Un problema di vecchia data che probabilmente
si aggrava invece di aggiustarsi (d'altronde si sa... al peggio non
c'� limite). Pare che tra i paesi sviluppati siamo praticamente i pi�
ignoranti. Questo articolo
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/11_Novembre/14/analfabeti.shtml
riporta i dati del censimento quindi ci possiamo vedere solo fino a un
certo punto esagerazioni giornalistiche (ma mi rifiuto di credere che
un italiano su dieci sia analfabeta, censimento o non censimento,
com'� possibile?). Quelle poche volte che mi � capitato di viaggiare
nei paesi del nord ho notato che tutti (per esempio anche se ti
fermavi a chiedere informazioni all'addetto a svuotare i cestini o a
un pensionato) sapevano, oltre alla loro lingua madre, l'inglese. So
che oltre a questo l'italia di problemi ne ha parecchi (IL problema
dei problemi, quello che surclassa tutti di dieci ordini di grandezza,
� ovviamente la mafia). Ma il problema della scuola � assolutamente
basilare, e ho la sensazione che questo sia un fatto che sfugge
totalmente alla nostra classe politica.
> la prima rivoluzione industriale, che � basata pi� su
> innovazioni sociali che teconologiche.
mi sembra una affermazione un po' forte, e cmq le une sono intimamente
e saldamente legate alle altre. Cmq in effetti queste ultime
riflessioni sarebbero + adatte a un NG di storia.
Received on Tue May 20 2008 - 19:59:48 CEST