Re: John Archibald Wheeler

From: luciano buggio <buggiol_at_libero.it>
Date: Mon, 28 Apr 2008 21:28:05 +0200

3p ha scritto:
(cut)
>> non � mai stata considerata, per poterla
> > falsificare, la possibilit� che la "debole emissione" (quello che passa
> > tout court per "fotone singolo") consista
(cut)
> in una quantit� sterminata di
> > particelle ordinate "in forma d'onda", al passaggio delle quali un tubo
> > fotomoltilicatore � in grado di rilevarne mediamente una sola ogni dieci
> > tentativi (se il rendiemento attribuito � del 10%).

> non capisco che vuoi dire quando dici che l'onda elettromagnetica (o
> la funzione d'onda) consista in una quantit� sterminata di *particelle
> ordinate in forma d'onda*. Credo che non ti riferisci alla vibrazione
> di un mezzo, le particelle di cui parli viaggiano con l'onda,
> dunque...?

No, non c'� mezzo e non c'� onda indipendente dalle particelle.
Ci sono solo le particelle, in qualche modo distribuite nello spazio a
costruire, agli effetti fenomenologici e sperimeentali, quello che
chiamiamo onda.
Schematizzando banalmente (per dare l'idea): se una miriade di particelle
che procedono tutte nella stessa direzione in linea retta fossero
distribuite lungo quella direzione spaziale con una densit� come quella
del modulo quadro della funzione sinusoidale (l'onda), l'affermazione che
l'onda � la probabilit� di trovare la particella avrebbe un chiaro
significato statistico classico, senza scomodare le assurdit� che nascono
dall'interpetazione non locale e non deterministica oggi in vigore. La
funzione d'onda descriverebbe semplicemente la probabilit� (tanto maggiore
quanto maggiore � l� la densit� spaziale di particelle) di trovare una
particella (tra le tante o poche) in una determinata regione di spazio
interna alla lunghezza d'onda. Analogamente si ragionerebbe per il
"pacchetto d'onde".
Supponiamo ora di essere cos� miseramente attrezzati da potere
intercettare, ad ogni passaggio di quella miriade di particelle, diciamo,
una particella per ogni miliardo (mediamente), e questo in forza del
fatto che il nostro fotomoltiplicatore produce una cascata elettronica (a
partire da un elettrone estratto)con tale bassissimo rendimento.
Ci� significa che se mandiamo un miliardo di particelle sulla piastrina in
media otterremo un solo click.
Supponiamo ora che la "debole emissione" consista di cento milioni di
particelle: in media dovremo mandare dieci "deboli emissioni" per sentire
un click.
Se, come avviene oggi, si pensa che la debole emissione sia un'unica
particella (il "fotone"), si dir� che il fotorilevatore ha un'efficienza
del 10 per cento (questa, o poco pi�, era l'efficienza dichiarata dei
fotorivelatori fino a qualche anno fa, ora non so).
In queste condizioni, facendo passare per due fenditure il pacchetto che
abbiamo ipotizzato composto da cento milioni di particelle, la probabilit�
che i due rivelatori posti dietro ciascuna scattino contemporaneamente �
una cosa che lascio calcolare a te; di fatto (me l'ha detto il prof.
Selleri di Bari), ogni tanto succede, negli esperimenti che si fanno, che
i due fotomoltiplicatori scattino insieme, ma questo � sempre stato
considerato un "rumore", cio� frutto dell'emissione casuale di due fotoni
contemporaneamente da parte della sorgente monoatomica.
(cut)
 
> Un punto di vista del genere
> mi sembra soprattutto del tutto impotente di fronte alle evidenze
> sperimentali dell'effetto fotoelettrico. Che senso avrebbe la
> frequenza di soglia? Caspita! Perch� cerco sempre di imbarcarmi in
> zoppicanti spiegazioni classiche di concetti che anch'io, come te, non
> riesco mai a digerire...??? Mah... Potrebbe aver senso l'esistenza di
> una frequenza ottimale (effetti di risonanza, ecc.) ma l'esistenza di
> una frequenza *di soglia* oltre la quale va sempre bene e lo schermo
> reagisce, questo no!

A questo punti ti renderai conto che il problema della soglia � facilmente
risolvibile: l'elettrone (che poi d� luogo alla macroscopica cascata per
avere il click) viene mobilitato da un unica particella tra la miriade che
attraversa la piastrina, e questa pu� farcela solo se ha un'energia non
inferiore ad un certo valore. Aumentare il numero di particelle che non
abbiano ciascuna almeno quella forza (aumentando l'intensit� luminosa) non
serve a nulla, perch� non �, qui, l'unione che fa la forza.
Naturalmente se la soglia � invece superata, aumentando il numero di
particelle abili aumenteranno anche gli eventi di estrazione.

Ciao.
Luciano Buggio

http://www.lucianobuggio.altervista.org

-- 
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito 
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse_at_newsland.it
Received on Mon Apr 28 2008 - 21:28:05 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:07 CET