Re: John Archibald Wheeler
> ogni tanto succede, negli esperimenti che si fanno, che
> i due fotomoltiplicatori scattino insieme, ma questo � sempre stato
> considerato un "rumore", cio� frutto dell'emissione casuale di due fotoni
> contemporaneamente da parte della sorgente monoatomica.
si si si! Questo � molto interessante! Sono gli aspetti pi�
intriganti, ho sempre provato un certo disagio anche di fronti a
frequentissime espressioni come
a) "elettroni preparati allo stesso modo"
non capendo in che modo ci� dovesse venire interpretato come
b) "le varie funzioni d'onda che successivamente vanno a incidere
sulla doppia fenditura sono identiche".
se la b) � vera, gli esiti dell'esperimento sono sconcertanti come si
dice (cause uguali ed effetti del tutto diversi, un elettrone finisce
qui, l'altro la!). Ma
1) in che modo la a) implica la b)? E presa alla lettera la b) non �
una assurdit�? Come possono due cose fisicamente esistenti essere
identiche?
2) Non � ben noto che in natura accade spesso che piccole diffirenze
nelle condizioni al contorno generano esiti del tutto diversi?
Ho letto qualcosa di selleri a proposito di relativit�, ma dopo un po'
mi sono perso, non lo seguivo (forse dovrei riprovare). Certo � un
tipo interessante, una volta mi � capitato anche fra le mani un suo
libro divulgativo (mi pare si chiamasse le forme dell'energia) ed era
ben fatto. Ma tu conosci Selleri?
> Naturalmente se la soglia � invece superata, aumentando il numero di
> particelle abili aumenteranno anche gli eventi di estrazione.
Tu stai supponendo che la funzione d'onda sia una sorta di insieme di
particelle che stanno bene ordinate a formare un'onda e si muovono
tutte assieme (dunque ben poco in comune con ci� che normalmente
chiamiamo "onda", ma in un certo lontanissimo senso possiamo vederci
qualcosa in comune con ci� che chiamiamo onda elettromagnetica, che �
ci� che pi� ci interessava qui accostare alla funzione d'onda). Mi
sembra che ti consideri i picchi di quest'onda come le regioni dello
spazio dove queste miniparticelle sono pi� dense e le valli dove sono
meno dense, ma in quest'ottica che senso avrebbe parlare di
interferenza distruttiva? E poi non capisco molto il modo disinvolto
con cui usi de broglie nel finale, come tu fossi riuscito a fare a
meno dell'astrazione della funzione d'onda e del suo significato
probabilistico, per poi per� accettare come niente il fatto che
l'energia di queste singole particelle cresce con la frequeza con cui
i picchi di densit� colpiscono il bersaglio. Cos� siamo punto a capo.
Ad ogni modo bisognerebbe analizzare bene il modello e farci conti,
senza dubbio � una strada che � gi� stata percorsa innumerrevoli volte
senza successo, che rende conto di alcuni fatti sperimentali ma si
scontra con altri. Il tuo modo di vedere la funzione d'onda in fondo
mi sembra artificioso e poco chiaro quasi quanto l'approccio
ortodosso. Cosa spinge le particelle a disporsi cos�? Un moto ordinato
del genere ammetterebbe l'applicazione del principio di huygens?
(forse non si pu� rispondere alla seconda senza rispondere alla
prima). Insomma... ho sempre l'impressione che imbarcarsi in questi
pensieri si finisca sempre e immancabilmente nelle sabbie mobili...
eppure non si pu� farne a meno :)
Received on Tue Apr 29 2008 - 21:37:27 CEST
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