"Elio Fabri" <elio.fabri_at_tiscali.it> ha scritto nel messaggio
news:67emh7F2ognnhU1_at_mid.individual.net...
> http://www.df.unipi.it/~penco/Astronomia/Testi/Parte2
Ciao,
mi sono letto l'interessante capitolo su diaframmi e pupille. Potrei
chiederti una cosa? Tu affermi che basta prendere un sistema ottico, come
l'obiettivo di una macchina fotografica, e guardarlo dalla parte anteriore
per vedere la pupilla di entrata, o da quella posteriore per vedere quella
di uscita, ed affermi che � possibille misurare direttamente quello che si
vede. Io ho preso un binocolo, l'ho puntato contro una parete chiara, ed ho
messo a fuoco lo sguardo, dalla parte dell'oculare, sul cerchietto luminoso
che appare. Esso � di 4 mm, ed io l'ho osservato da circa 20 cm di distanza
e misurato con un righello. Questa �, se ho capito le tue dispense, la
pupilla di uscita: l'immagine, reale o virtuale, del pi� ristretto diaframma
reale presente nel sistema, vista dall'oculare. Ingenuamente ho capovolto il
binocolo e mi aspetta vo di vedere una pupilla di entrata grossa quanto la
lente frontale. In realt� questa immagine luminosa contornata da un bordo
scuro si etende a mano a mano mi allontano dall'obbiettivo stesso, fino a
coincidere con esso. Quindi: come mai la dimensione di questa pupilla varia
con la distanza di osservazione?
In un riflettore, ad esempio, accade la stessa cosa: dall'oculare vedo
chiaramente un cerchietto luminoso, ma dall'obbiettivo vedo la luce
dell'oculare formare un cerchio molto pi� piccolo dell'obbiettivo. Quindi,
come stanno le cose?
Grazie
Received on Sat Apr 26 2008 - 17:49:07 CEST