Valter Moretti wrote:
... Certo che molte di queste persone sentiranno il
> bisogno di chiarirsi i concetti confusi prima di spiegarli agli
> studenti (essendo questo un compito molto pi� difficile di quello che
> incontra un docente universitario, perch� nelle scuole superiori la
> motivazione degli studenti � molto pi� bassa di quella dello studente
> di fisica).
Io credo che la questione della scarsa motivazione sia solo una parte
della difficolt�. Purtroppo, intrecciata con questa, c'� un' altra
difficolt� che mi sembra sfugga a molti (in primis molti miei colleghi
universitari): NON � pensabile di spiegare le stesse cose e allo
stesso modo a ragazzi di 9, 12, 15 o 18 anni! E nemmeno � possibile
astrarre dal loro background culturale e di apprendimento.
Sembra un' ovviet�. Ma poi, nella pratica si vedono concetti difficili
a livello universitario scodellati a ragazzini delle medie o primi anni
delle superiori ("...e si ostinano a non capire !..." "...non si riesce
ad interessarli..." "... saranno poco motivati nei confronti dello
studio ..." ;-) ). OK, i problemi dell' efficacia scolastica in
Italia non sono riconducibili ad un unica causa. Di questo sono
convinto. Ma che la richiesta di un' impostazione concettuale corretta
debba anche fare i conti con la capacit� critica e di comprensione di
chi dovrebbe apprendere � qualcosa di cui sono altrettanto convinto.
Per essere molto esplicito sulla questione di partenza, io credo che
quando si affronta un argomento per la prima volta si possa e si debba
venire a compromessi col rigore, se questo serve a "sedurre" chi
apprende. Sono pochi quelli che si sentirebbero affascinati da
problemi "fondazionali" prima ancora di aver capito "a che serve".
Ed � un fatto che in quasi tutte le branche della fisica ci sono delle
parti introduttive, che toccano i fondamenti concettuali, che spesso
sono le pi� difficili concettualmente ed anche le pi� ostiche da
trattare in modo rigoroso. Sacrificare un po' di rigore avviene sempre
e quotidianamente. Non me ne scandalizzo e anzi lo considero un
atteggiamento sano. Per iniziare. Poi, sarebbe bene riprendere ed
approfondire le cose a livelli successivi. Ma solo dopo che sia stata
compiuta una prima digestione.
Il pericolo altrimenti � di crare delle "scimmie intelligenti" che
sanno spiattellare una gran quantit� di cose filologicamente corrette
ma di cui non hanno mai avvertito direttamente l' esigenza. Le
ricorderanno per il tempo di un' interrogazione o di un esame.
> Infatti, mi immagino che gli insegnanti andranno a
> cercare, prima di tutto, sui libri i chiarimenti necessari (magari poi
> anche su questo NG). Per� se incontrano dei "chiarimenti" come quello
> di cui si � discusso all'inizio di questo thread, oppure vanno a
> rileggersi l'Halliday-Resnick, che cosa vuoi che succeda? Era proprio
> QUESTO il punto.
Ma proprio per gli insegnanti il punto non � tanto di aver ricevuto
"dall' alto" la migliore delle versioni possibili dei principi della
meccanica, quanto di avere una formazione che permetta loro di rendersi
conto dei problemi logici e didattici e di saper guidare chi apprende.
Un futuro insegnante dovrebbe avere ricevuto una preparazione specifica
che comprenda anche quel che serve per sapere che un chiarimento su una
questione del genere non va cercato in un libro a livello di H-R ma
altrove.
Giorgio
Received on Sat Mar 29 2008 - 20:25:22 CET
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