Enrico SMARGIASSI ha scritto:
> luciano buggio wrote:
> > non hai molta fiducia nella capacit� della mente
> > umana di spiegare il mondo fisico.
> Falso.
Tu dici che � falso, che hai cio� molta fiducia nella capacit� dellla
mente umana di spiegare il mondo fisico, ma di seguito mi scrivi:
(cut)
> Ma la risposta ha seguito un processo basato su due
> caratteristiche: primo, (cut) .....secondo, e' stata accompagnata dalla
> consapevolezza che una risposta "finale e definitiva" al problema, una
> risposta che precluda la possibilita' di scendere ad un livello ancora
> inferiore, forse non esiste e che se anche esistesse non sapremmo mai
> con certezza di avera raggiunta
Tu intendi dire (mi pare implicito in quanto dici) che un livello
inferiore (a quello cui si riferiscono le risposte gi� date) esiste:
esiste semplicemente perch� esiste la domanda (per restare nell'esempio:
cos'� l'elettrone?): il problema riguarda la possibilit� della nostra
mente di scendere a quel livello. Affermi che tale possibilit� � in
dubbio, e che in ogni modo la certezza di averlo compreso sarebbe
illusoria.
Non � una visone pessimistica, questa? Non � indice di mancanza di fiducia
nella capacit� della nostra mente l'affermare che della "struttura"
dell'elettrone non potremo mai avere la conoscenza certa che riteniamo di
avere, per esempio, della struttura cristallina del diamante, la stessa
adamantina certezza?
Ripeto, diffidi di quelle eventuali risposte che ci farebbero scendere ad
un livello pi� profondo, perch� ritieni quel livello competenza della
metafisica: infatti quando dici che non ne saremmo mai certi intendi
riferire proprio l'inaffidabilit�, nel senso del metodo scientifico, di un
approccio metafisico, a fronte della certezza delle "scienze esatte", le
quali qui, per l'appunto, non sarebbero di competenza.
>tentativi di "chiudere" la gerarchia di
> strutture sempre piu' piccole ne sono esistiti, ma non hanno avuto
> successo).
> > Se non � res extensa, l'elettrone � res cogitans.
> Classico esempio della fallacia logica nota come "falso dilemma". Che
> l'abbiano commesso Cartesio e Leibnitz non cambia il fatto che sia un
> errore.
Ti rinvio alla risposta che ho dato in questo thread ad Angelo, in cui
faccio riferimento a questi tuoi due passaggi (se � gi� stata pubblicata).
> A piccola dimostrazione, quando ti ho chiesto di dimostrarmi che
> l'inesistenza dell'estensione implica la mancanza di proprieta' altre
> dalla posizione tu hai, comprensibilmente, glissato.
Se ci limitiamo allo spazio tridimensionale euclideo, tralasciando
fantasie poli- ed ultradimensionali e logiche del tipo di quella degli
stati sovrapposti (lo Spirito lo abbiamo gi� escluso) non vedo che
problema c'�: quel che vale per lo spazio ideale della geometria vale qui
per lo spazio reale della fisica, l'unica informazione sono le coordinate.
Probabilmente tu confidi in una mia caduta nel tranello della confusione
tra concetto e realt�, nell'applicare lo schema logico: ti dir�
semplicemente che in un punto non ci sta nulla.
Nel momento medesimo in cui accetti, per ipotesi, il concetto di un ente
fisico puntiforme, ti trasferisci di peso nel campo della geometria.
Il problema � stabilire il senso � la liceit� di questa ipotesi: il punto
geometrico in senso fisico (nel senso della fisica che conosciamo) �
nientemeno che il nulla.
Tu mi hai chiesto una dimostrazione logica, senza precisare quale logica
dovrei adottare.
In mancanza di particolari istruzioni io mi sono servito della vecchia
chiara e cara logica aristotelica, quella che ancora governa i computer:
non ne conosco altre.
Ciao.
Luciano buggio
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Received on Fri Mar 07 2008 - 08:47:40 CET