Re: dissipazione resistiva

From: Tetis <ljetog_at_yahoo.it>
Date: Sat, 22 Dec 2007 15:51:26 GMT

Il 21 Dic 2007, 09:17, fornews_at_libero.it ha scritto:
> On 20 Dic, 20:31, gnappa <lagiraffa77QUESTOVATO..._at_yahoo.it> wrote:
> > Enrico SMARGIASSI ha scritto:
> >
> >
> >
> > >> E ci� e plausibile con una velocit� di deriva di
> > >> pochi millimetri al secondo?
> >
> > > Non vedo dove stia il problema. Gli urti sono frequenti e gli
elettroni
> > > numerosi, quindi il trasferimento di energia puo', a livello
> > > macroscopico, essere rilevante. In ogni caso si puo' stimare l'effetto
> > > ed i conti tornano.
> >
> > Oltre al fatto che gli urti sono tanti e quindi "per accumulo" il
> > trasferimento di energia rilevante, non bisogna dimenticare che la
> > velocit� con cui gli elettroni urtano gli ioni non � quella di deriva,
> > che � solo la componente che contribuisce al trasporto di carica, ma
> > quella totale, che coincide praticamente con quella data dalla loro
> > agitazione termica, che � dell'ordine di 10^6 m/s.

Aggiungiamo l'osservazione che con N urti per secondo la velocit�
di deriva � legata alla velocit� totale da una relazione empirica:
v=N d � la distanza totale percorsa in un secondo dove d � il cammino libero
medio,
 La velocit� di deriva pu� essere legata, qualitativamente, a d e v
mediante un semplice argomento: nel tempo di moto libero gli elettroni
vengono accelerati da zero a eE tau dove tau = d/v. Quindi la loro velocit�
media � circa v_d = eE d/v. Cio� a parit� di cammino libero medio la
velocit�
di deriva � inversamente proporzionale alla velocit�. Il numero di
collisioni
per unit� di tempo � eE/v_d.


Assumendo invece che il cammino libero medio si lega alla deviazione
standard di una gaussiana: d^2 abbiamo che la deviazione standard della
gaussiana che corrisponde ad una concentrazione di elettroni in un punto
al tempo zero � stimata da N d^2 il coefficiente di diffusione da cui
discende
la velocit� di trasmissione del calore � dunque D = v d. Cio� � legato ad un
altro meccanismo ancora. E' noto sperimentalmente che per basse temperatura
l'ipotesi gaussiana non � sempre verificata, a basse temperature, infatti
gli elettroni
si comportano come un gas molto coerente e quello che conta � la struttura
del
disordine reticolare e quantistico dovuto alle risonanze di Fredholm, in
queste
condizioni la legge di drift del calore � ben differente. A temperatura zero
la
capacit� di variazione dello stato di moto residuo degli elettroni
� legato all'indeterminazione quantistica ed � stimato dalle dimensioni di
confinamento D_c come: h/(mD_c) questa �
la capacit� potenziale di variazione della velocit� media residuale.
Per gli elettroni molto confinati, quasi legati,
questa capacit� residuale � molto sostenuta (e l'impulso � necessariamente
elevato). Per gli elettroni liberi � molto contenuta.
 Il fatto che ci sia energia cinetica residua molto sostenuta
per gli elettroni � associato con il fatto che la cosiddetta temperatura di
Fermi del gas di elettroni � un numerone diversi ordini di grandezza pi�
grande della temperatura misurata dai termotri, il fatto che invece gli
elettroni liberi abbiano una capacit� residua di muoversi e siano soggetti
a fenomeni di confinamento per interferenza quantistica � associato con
il fatto che al bordo della sfera di Fermi si abbia un gradiente continuo di
densit�.



> > ciao
> > --
> > GN/\PPA
> > "E' meglio accendere una candela che maledire
l'oscurit�"http://amnestypiacenza.altervista.org
> > Errori nei test di ammissione alla
SSIShttp://gnappa.netsons.org/quesitissis/index.php
>
>
>
> Si ma se tenessimo conto anche di questa velocit� allora ci sarebbe
> calore anche senza la presenza di d.d.p. applicata.

Occorre distinguere fra energia cinetica media che in effetti c'� sempre,
anche in assenza di campo elettrico applicato, e generazione di calore
che � associata con la variazione di stato del sistema. La velocit� di
deriva non � molto legata con la capacit� di variazione dell'energia
cinetica,
che va come p dp. Ovvero come v dv dove v � la velocit� assoluta degli
elettroni. Una stima della capacit� di variazione di energia residua a
bassissima temperatura � quindi legata con < v dv > i valori medi sulla
struttura effettiva della sfera di Fermi nel bordo sono responsabili di
comportamenti non collettivi non gaussiani a basse temperature e
sono associati con strutture di confinamento molto strutturate a varie
scale. In un cristallo ideale le dimensioni di confinamento per gli
elettroni liberi divergono e il calore specifico ha comportamenti
teorici differenti da quelli effettivamente osservati.



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Received on Sat Dec 22 2007 - 16:51:26 CET

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