Re: Variabili nascoste locali [Era: Una teoria per essere vera deve essere falsificabile]

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Mon, 17 Sep 2007 19:17:30 +0200

"Valter Moretti" <vmoretti2_at_hotmail.com> wrote in message
news:1190040455.711329.155970_at_50g2000hsm.googlegroups.com...

> Per ogni sistema di riferimento inerziale, una volta posizionati gli
> orologi nello spazio di quiete:
>
> (1) si assume una certa definizione di sincronizzazione che
> (a) sia una relazione di equivalenza
> (b) sia mantenuta dagli orologi una volta imposta
> (c) sia compatibile con il fatto che la velocit� della luce
> calcolata su un percorso chiuso � sempre la stessa e vale
> c misurato sperimentalmente.
>
> E' Chiaro che non � detto che ci sia NEMMENO una nozione di
> sincronizzazione che soddisfi tutto ci�.

Certamente. Infatti e' alla natura che dobbiamo chiedere se valgono i
postulati della RR. Se quei postulati valgono allora e' possibile trovare
almeno una (in realta' se ne trovano infinite) sincronizzazione "buona".

> Si dimostra, anche sperimentalente, che almeno una c'�, quella di
> Einstein e questo gi� da solo ha un notevole significato fisico...
> ma non � questo il punto. Il punto � che NON � l'unica a soddisfare
> (a) (b) e (c) come dimostrato da vari autori.
>
> Per� per il momento, dato che nessuno ce lo vieta teniamoci quella
> nozione ed andiamo avanti, ricordando che � affetta da un certo grado
> di convenzinalit� (dato che ci sono altre prescrizioni che soddisfano
> a b e c) di cui dovremo tener conto a tempo debito.

Oppure ci teniamo quella, ma teniamo anche in conto tutte le possibili
infinite altre (cosi' evitiamo di essere tratti in inganno su conclusioni
che, magari inconsciamente, basiamo sul fatto che stiamo assumendo una
sincronizzazione come l'unica valida).

> (2) Assunta quella prescrizione viene fuori che lo spaziotempo
> (insieme degli eventi) si pu� dotare della solita metrica e questa
> definisce il solito cono di luce. I riferimenti inerziali
> corrispondono a sistemi di coordinate minkowskiane e le trasformazioni
> di coordinate corrispondono a quelle di Poincar� che non invertono il
> verso del tempo.

Oppure diciamo che in sincronizzazione standard la metrica e' M (come e'
ovvio: siamo stati noi a sincronizzare gli orologi in modo da far si' che la
metrica venisse quella, e i postulati della RR ci assicuravano sulla
"bonta'" di quella sincronizzazione), in sincronizzazione qualsiasi la
metrica sara' M', dove M' e M sono legati dalle trasformazioni di
sincronizzazione che legano tutti i tensori di ordine 2. Il "verso del
tempo" vediamo chiaramente che dipende dalla sincronizzazione scelta.

> (3) A questo punto indagiamo le relazioni temporali (affette dalla
> convenzionalit� iniziale).
[...]
> In definitva se si vuole assumere che due eventi connessi da un
> intervallo fuori dal cono di luce siano uno la causa dell'altro
> bisogna rinunciare a al principio di relativit�. A me questo non
> piace a te invece si ;-)

D'accordo su tutto, tranne che sulla tua conclusione.
E' vero che abbiamo piu' volte toccato questo punto, ma ancora non capisco
per quale motivo tu dici che ammettere l'esistenza di un riferimento "piu'
bello degli altri" significhi rinunciare al principio di relativita'.
Il principio di relativita' sottolinea che tutti i riferimenti sono
equivalenti se sono *sotto coverta*. Ammettere l'esistenza di fenomeni che
non siamo in grado di schermare, i quali diano luogo ad esperimenti che non
danno gli stessi risultati in tutti i riferimenti non equivale a rinunciare
al principio di relativita'. Equivale a dire che il principio di relativita'
ha una *base fisica*, cioe' non e' una prescrizione che, essendo scritta sui
libri, deve anche essere scritta nella natura nella maniera che ci pare piu'
ovvia.
E il principio di relativita', in quel "sotto coverta", sottolinea proprio
la sua base fisica: tutti gli esperimenti che coinvolgono fenomeni le cui
cause sono tutte interne al riferimento in cui ha luogo l'esperimento,
daranno sempre gli stessi esiti quale che sia il riferimento. Se un
esperimento ha a che fare fra l'altro con qualche fenomeno la cui causa non
e' interna al riferimento (cioe' fenomeni che non riusciamo a schermare,
fenomeni rispetto ai quali non siamo in grado di metterci sotto coverta),
allora il principio di relativita' non fa alcuna asserzione a riguardo.

Credere nell'esistenza di un riferimento privilegiato per quanto riguarda
alcuni fenomeni (ad esempio per quanto riguarda i collassi delle funzioni
d'onda) *non equivale* a rinunciare al principio di relativita'.
E' vero che l'abbiamo gia' discusso piu' volte, pero', sul punto in
questione, la descrizione che presento nel preprint del 2005 (e, per quel
che riesco a capirci, anche la descrizione che da' Eberhard) e', riguardo a
fenomeni che coinvolgono collassi delle funzioni d'onda, *del tutto
equivalente* alla descrizione che si da' comunemente dei fenomeni sonori in
riferimenti nei quali non venga trascinata l'aria.
Non diciamo che i fenomeni sonori impongono la rinuncia al principio di
relativita', ed, *esattamente per lo stesso motivo*, io non direi che
l'esistenza di un riferimento privilegiato per i fenomeni che coinvolgono i
collassi delle funzioni d'onda imporrebbe la rinuncia al principio di
relativita'.
E' vero che la descrizione dei fenomeni sonori e' diversa da un riferimento
all'altro (perche' e' diversa la velocita' del riferimento rispetto
all'aria), ma per quanto riguarda i fenomeni sonori, sempre posto che non
venga trascinata l'aria, non siamo sotto coverta, cioe' siamo fuori
dall'ambito del principio di relativita'.

Naturalmente si puo' dire
a) non mi piace una descrizione che fa uso di fenomeni per i quali non siamo
in grado di metterci sotto coverta,
esattamente come si puo' anche dire
b) non mi piace una descrizione che parla di eventi correlati in assenza di
legame causale.

Ma non e' la natura ad imporre la a), anzi la natura, se mai dovesse operare
una scelta definitiva fra a) e b), non potrebbe che scegliere la b). E'
questo che intende Eberhard quando dice:
"If a violation is found, it may corroborate the ideas behind this model.
However, whenever quantum theory predictions are upheld, experiment does not
rule out the model. It only establishes a lower limit for parameter V".
Stesso identico concetto esprimo alla nota 15 del mio preprint.

> Ciao, Valter

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Mon Sep 17 2007 - 19:17:30 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:09 CET