"3p" <2g3m05_at_gmail.com> wrote in message
news:1187615278.946803.320780_at_50g2000hsm.googlegroups.com...
> definitiva, gli innumerevoli urti delle molecole). O meglio, per dire
> la stessa cosa in modo ancora pi� semplice, possiamo applicare vari
> manometri in molti punti diversi e verificare che la pressione
> esercitata � sempre la stessa, nelle varie direzioni.
E il nipote di Bohr direbbe che, in ogni punto, il gas esercita la forza F o
la forza -F (in generale esercita la forza (F*cos(theta)*cos(phi),
F*cos(theta)*sin(phi), F*sen(theta)) essendo theta e phi angoli scelti da
noi, sono gli angoli che danno la direzione del manometro messo nel punto in
esame) a seconda di come decidiamo noi di indirizzare il manometro posto in
quel punto.
> I realisti
> potrebbero opporre che le evidenze sperimentali sono in contrasto con
> l'assunzione implicita del nipote di Bohr, quella cio� che il gas sia
> un'entit� singola, che sceglie di volta in volta l'unica direzione in
> cui intende esercitare una forza (quella lungo la quale facciamo la
> misura). Qualsiasi tentativo non realista crolla in modo semplice e
> senza possibilit� di appello.
Scusami ma non capisco perche'.
Nel misurare la polarizzazione di un fotone preparato nello stato H+V, prima
della misura la polarizzazione e' indefinita, poi decidiamo di piazzare il
polarizzatore lungo la direzione beta e il fotone "collassa" (almeno per
quanto riguarda la sua polarizzazione) nello stato a direzione beta o
beta+PI/2.
Per il gas, decidiamo noi theta e phi, e il gas "collassa" (almeno per
quanto riguarda la sua forza) nello stato mostrato sopra.
L'unica differenza sostanziale che vedrei io e' che in un caso il fotone ha
la "liberta'" di collassare in due maniere, nell'altro caso il gas collassa
per forza in quel modo. Ma non mi pare una differenza "di principio".
Esistono misure nelle quali un sistema puo' collassare anche in piu' di 2
maniere diverse, ma 100 o 2, o anche 1, non mi sembrano differenze di
principio.
> Per
> quanto bella, questa storiella � solo la caricatura (e certamente
> l'hai concepita in quanto tale) dei problemi che assillavano bohr e
> einstein, che avevano a che fare con entit� singole, con stati che
> venivano inevitabilmente e drasticamente cambiati dalle misure, ecc.
> ecc.
Intanto grazie per l'apprezzamento.
In realta' la storiella non l'ho concepita a scopo caricaturale.
Non l'ho fatto perche', per riuscire in tale scopo, si dovrebbe conoscere
bene l'oggetto della caricatura e io sono molto indietro (riguardo al
"capire" la MQ) e qualche anno fa ero ancora piu' indietro di quanto sia
oggi (all'epoca forse non avevo nemmeno letto "Un'occhiata alle carte di
Dio").
L'ho concepita allo scopo di cercare di capire.
Lanciai la storia e chiesi:
"Ma uno che volesse seguire gli insegnamenti di Bohr, messo di fronte ad un
quesito come quello posto nella storiella, dovrebbe rispondere come il suo
nipote"?
Posto lo stato attuale della mia comprensione (certamente scarsa) degli
insegnamenti di Bohr, mi sentirei di dire che si', seguendo i suoi
insegnamenti, si dovrebbe rispondere come il suo nipote della storiella.
Detto in altri termini, non capisco su cosa potrebbe basarsi un sostenitore
della filosofia di Bohr per dire :"No, il nipote di Bohr della storiella
sbaglia in questi punti ..."
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sun Sep 02 2007 - 19:57:29 CEST