cometa luminosa <a.rasa_at_usl8.toscana.it> wrote:
> On 18 Ago, 13:30, ramukr..._at_yahoo.it (Piercarlo) wrote:
>
> > Ecco, te li rappresenti come onde. Posso aggiungere: te li rappresenti
> > cos� perch� l'apparato matematico che si usa per trattare e analizzare i
> > fenomeni ondulatori *funziona* anche con i fenomeni quantistici (o con
> > le onde elettromagnetiche...); ma chi ti garantisce che hai a che fare
> > con onde o non semplicemnte con una funzione periodica?
>
> Se � una funzione periodica, ancora meglio! Invece che fare un
> integrale di onde sinusoidali, mi basta fare una sommatoria! Immagino
> che tu non abbia mai sentito parlare di Teorema di Fourier, vero?
Sentito parlare e sentito usare. Ma mai studiato e usato di persona. Mi
spiace... sono tutte cose che conosco perch� disgraziatamente ho l'hobby
del pastrugnare con i circuiti elettronici.
> > Ti ringrazio per tutte le altre info matematiche ma il punto del
> > discorso era un altro. Dare come "metafora" una descrizione matematica
> > di un qualcosa che � attualmente comprensibile solo come oggetto
> > matematico non � affatto fornire una metafora ma una tautologia. E
> > questo ci riporta all'inizio del discorso...
>
> Una domanda: tu sei un filosofo? La fisica � differente.
Non sono n� un filosofo n� un fisico; mi interesso solo di entrambi e di
scienza in genere - nei limiti in cui pu� interessarsene un profano.
Spiega meglio per� cosa intendi per "la fisica � differente". Che non �
filosofia ci arrivo ma a parte questo?...
Piuttosto, l'inizio del discorso era, riassunto, che se neppure i fisici
hanno una metafora/modello corretti con cui descrivere ci� che studiano,
allora non possono divulgare niente per mezzo di metafore, intuitive o
"semplificate" che siano. Possono *soltanto* divulgare procedure e
algoritmi con cui lavorano - cio�, in pratica, come ho gi� detto,
scrivere manuali con cui trasmettere usi, procedure, consuetudini e,
dove possibile, spiegazioni che le riguardino.
Secondo me anche questa (e, per la mia esperienza di consumatore di
libri, direi *soprattutto questa*) � divulgazione scientifica; secondo
gli editori che ragionano in termini di "ogni equazione = mille lettori
in meno", probabilmente no... Io non so quali modelli di scrittura hanno
in testa editori e autori di divulgazione scientifica. So soltanto che,
in campo scientifico e tecnico, i libri pi� utili che ho incontrato sono
quelli che non solo ti danno le gambe per camminare per conto tuo ma
spiegano anche *perch�* vengono preferite alcune gambe al posto di
altre.
Sono libri che ho sempre avuto difficolt� a trovre in giro: quelli che
ci sono o sono del famigerato tipo "divulgativo" (e che alla lunga sono
solo rifritture l'un dell'altro) oppure di tipo specialistico (quasi
sempre testi da portare agli esami), cio� libri che per un verso o per
l'altro si collocano agli estremi inferiore e superiore del sapere; in
mezzo, salvo rare eccezioni, il nulla. Non esiste di fatto quasi alcun
libro che, anzich� divulgare, aiuti a *capire* lo stato delle conoscenze
e i limiti di queste. In MQ un libro di questo tipo lo vedrei giusto
intitolato come "Perch� la MQ non si pu� capire con il buon senso" che,
oltre a spiegare il suddetto "perch�", si prenda la briga di spiegare
con che razza di "senso" allora la MQ viene capita da chi di dovere...
se e fino a dove viene capita e, nei limiti in cui viene capita, anche
*come* viene capita.
Questo perch� di fatto a tanti potrebbe non interessare affatto *cosa fa
la fisica* (altrimenti se la studierebbero per proprio conto; cosa che
d'altra parte fanno in molti come passatempo), ma piuttosto *cosa fanno
i fisici*, in particolare come funziona la loro mente e come
costruiscono il loro modo di osservare e interagire con il mondo *nel
loro campo specifico*. Per fare questo ho solo due possibilit�: o mi
metto a fare l'antropologo (la tentazione c'�...) e mi studio gli
scienziati alla stregua di trib� nella savana, cio� tramutandoli da
indagatori di fenomeni in fenomeni da indagare, oppure... chiedo a loro
di spiegare a me cosa stanno facendo, come lo stanno facendo e perch� lo
stanno facendo e lo stanno facendo in quel modo.
Questo a maggior ragione quando, come nel caso della MQ, i fisici
lavorano su "cose" che a un estraneo appaiono non come enti fisici ma
piuttosto come delle chimere matematiche che, pur funzionando, sono di
fatto considerate dagli stessi fisici "usabili" ma non realmente
"capibili" n� tantomeno "descrivibili" in termini di senso comune.
In uno dei precedenti post avevo portato l'esempio dei vettori come
entit� che, pur essendo usabili e manipolabili con un numero arbitrario
di dimensioni, oltre la terza o quarta dimensione cessano di essere
delle entit� comprensibili a livello intuitivo: ti piaccia o no, te li
prendi cos� come sono e basta, lasciando perdere in partenza ogni
tentativo di rappresentarteli/immaginarteli in forma diversa da quella
matematica. Che poi questa possa essere per i pi� una situazione
esteticamente insoddisfacente... amen; il convento non � in grado di
passare altro.
Tutto questo, per concludere, mi pu� andare benissimo cos� com'�: non �
certo l'unico caso in cui non � realmente possibile descrivere
intuitivamente una esperienza se non a rischio di prendere grossolani
fischi per fiaschi. Chiunque sia andato in aereo un po'di volte, per
esempio, sa benissimo che in mancanza di indicazioni strumentali le
sensazioni di movimento e direzione che si provano in volo sono, a dire
il meno, fuorvianti rispetto all'andamento reale del volo stesso.
Ora, come del pilota accetto i limiti fisiologici ("senza gli strumenti
sono un invalido"), posso tranquillamente accettare i limiti di
immaginazione di un fisico ("uso gli strumenti matematici per analizzare
la MQ ma non ho la pi� pallida idea di come descrivere i risultati in
termini di immagini di senso comune"): non � un problema purch� venga
detto chiaramente e non mi si contrabbandi per divulgazione scientifica
quelli che sono solo voli di immaginazione che, in quanto tali, vengano
pure da un premio Nobel, non hanno in realt� pi� valore delle fantasie
di chiunque altro.
Per cui, a questo punto, si potrebbe dire a quanti finora si sono
occupati di "divulgazione" una cosa molto semplice: "signori, anzich�
occuparvi di immaginare le cose al posto nostro, fateci conoscere *come*
e *sulla base di cosa* costruite le vostre immaginazioni che poi, se ci
interessa, provvediamo noi a immaginare - o sognare - a nostro anzich� a
vostro gusto". Sarebbe un tantinello pi� onesto, credo.
Spero di non aver fatto troppa confusione! :-(
Ciao
Piercarlo
Received on Sun Aug 19 2007 - 15:34:30 CEST
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