Re: Filosofia della Fisica

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Sun, 05 Aug 2007 21:27:25 +0200

Jennifer ha scritto:
> Ciao a tutti! La filosofia � veramente utile agli scienziati? Serve a
> qualcosa?
> Se le conquiste scientifiche hanno avuto, in passato, implicazioni
> filosofiche, le teorie filosofiche sulla scienza e sul progresso
> scientifico (come) intervengono a loro volta nello sviluppo dello
> stesso?
> La filosofia pu� suggerire buone idee scientifiche? Succede mai, � mai
> successo?
> Quanto (come) la filosofia ha effettivamente influenzato i fisici, nel
> loro lavoro? Quanto (come) interviene nel lavoro di tutti i giorni
> dello scienziato? Quanto un bravo scienziato pu� farne a meno? E
> quanto pu� non farne a meno? I grandi scenziati del passato sono stati
> effettivamente influenzati da particolari correnti filosofiche...o
> come sospetto � un'associazione fatta a posteriori dai miei prof di
> filosofia? Si pu� essere ottimi scienziati ignorando Kuhn, Popper e
> Lakatos?
Hai posto un sacco di domande e hai gia' avuto un sacco di risposte :)
Cerchero' di aggiungere qualcosa, cercando di essere breve su un
argomento sul quale si possono scrivere libri interi...

Prima di tutto una cosa che nessuno ha detto: nessuno scienziato puo'
fare a meno della filosofia, nel senso che ogni scienziato *ha* una
sua filosofia, anche se nn se ne accorge.
Paradossalmente, se uno dicesse "io non seguo nessuna corrente
filosofica" questa sarebbe gia' un'affermazione filosofica :-)
Voglio dire che noi non possiamo non fare filosofia come non possiamo
non respirare...

Poi c'e l'adesione piu' o meno coscinete a questa o quella corrente.
Anche questa e' inevitabil, e perche' uno vive e respira una certa
cultura ne assorbe le idee anche senza volerlo.

In certi casi la cosa e' esplicita; ti e' gia' stato fatto l'esempio
di Heisenberg e del ciroclo di Vienna (neopositivismo) anche se io
direi che H. in realta' sia stato parecchio influenzato anche da
correnti idealistiche.
Le famose discussioni tra Bohr e Einstein, e tutte quelle seguenti
sull'interpretazione della m.q., erano permeate di filosofia.

E' vero invece che nel lavoro "spicciolo" della ricerca la flosofia
nonentra direttamente, specie nelle parti piu' di routine. Pero' le
decisioni su che cosa cercare, di che cosa occuparsi, come impostare
il lavoro, sono influenzate da idee filosofiche, anche se (mi ripeto)
e' possibile che il ricercatore non se ne renda conto.
Il che a mio parere non e' una condizione positiva: meglio sapere come
e perche si pensa e si agisce, no?

Viceversa, dubito dell'utilita' dei "filosofi della scienza" di
professione, se non a posteriori e nelle grandi linee, e quindi non
per la ricerca attiva.
Tra l'altro qui nasce il problema della specializzazione: di regola il
filosofo della scienza non e' in grado di capire se non in termini
molto molto vaghi la scienza del nostro tempo. Anzi io sarei anche
piu' drastico: direi che non la capisce affatto: non ha gli strumenti
culturali per capirla.
Il Popper piu' volte citato ne e' un esempio: se leggi "Un'occhiata
alle carte di Dio" ci troverai raccontata la profonda incomprensione
di Popper verso la m.q.

Sempre a proposito di Popper, concordo che per uno scienziato (e
specialmente per un fisico) il tanto sbandierato falsificazionismo di
Popper e' scoperta dell'acqua calda.
Ma in realta' va messo nel suo contesto: Popper presenta un "criterio
di demarcazione" tra cio' che si puo' chiamare scienza e' cio' che non
puo', e intende applicarlo soprattutto alla psicanalisi.
I destinatari del suo messaggio non sono gli scienziati, ma i suoi
colleghi filosofi e umanisti in generale...

Nota poi che se si adotta rigidamente il criterio di Popper anche
buona parte di ottima scienza verrebbe messa in discussione: pensa ad
es. all'astrofisica, dove ovviamnete non puoi proporre esperimenti
volti a falsificare una qualsiasi proposta o congettura.
E' chiaro che il criterio va impiegato in un senso "largo"...

Incidentalmente, molte delle tue domande avrebbero risposte diverse se
piuttosto che di scienziati tu avessi chiesto di insegnanti.
Dubito assai che si possa insegnare decentemente una scienza senza
aver preso contatto con alcune riflessioni filosofiche.
Io per es. sono stato fortemente influenzato da Kuhn, senza con questo
considerarmi "kuhniano": gia' oltre 30 anni fa mi sono permesso di
scrivere che occorreva andare "al di la' di Kuhn", per es. a proposito
di m.q.
                     

-- 
Elio Fabri
Received on Sun Aug 05 2007 - 21:27:25 CEST

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