Siddharta ha scritto:
> "Piercarlo" <ramukreip_at_yahoo.it> ha scritto nel messaggio
> news:f91m0n$7q8$1_at_nnrp-beta.newsland.it...
>> Siddharta ha scritto:
>>
>>> Per curiosit�, cosa intendi *tu* per probabilit�?
>> Una misura di quanto � possibile che succeda qualcosa.
>
> Mah, io ho un impostazione da statistico. La probabilit� � il livello di
> fiducia che poniamo con rispetto al verificarsi di un evento. L'idea di
> misura mi sovviene come "restrizione" matematica, nel senso che l'insieme
> degli eventi casuali di un certo fatto C il cui spazio fondamentale � Omega
> �, al pi�, riconducibile a una sigma algebra di Borel, limiatamente alla
> quale � possibile costrurire uno strumento analitico di misura: quella
> secondo Lebesgue. La teoria moderna della probabilit� � assiomatica.
> Questa � una *concettualizzazione* che, peraltro, prescinde dalla questione
> relativa alle convenzioni attraverso le quali *stimare* questa misura. Non
> sono un grande esperto di fisica, ma mi sembra che dire: "mi � venuto da
> pensarla *anche* come una forza" (con rispetto alla probabilit�) sarebbe
> come parlare di forza dello spirito dei tempi, delle idee o del pensiero.
> Il comportamento degli *oggetti* in quanto tale avviene indipendentemente
> dalla nostra volont�:-). diciamo che un *oggetto* risulta soggetto (perdona
> il quasi bisticcio) al probabilismo ontologico o al determinismo *spurio*
> perch� questo � ci� che osserviamo, e i modelli logico deduttivi pi�
> appropriati sono diversi. come dire, siamo noi che dobbiamo adeguarci a
> quanto accade, non viceversa :-)
Io non sono esperto n� di di fisica n� di matematica oltre lo stretto
necessario. Sono solo un appassionato. La mia idea che la probabilit�
possa *forse* (non sono io che posso dire s� o no) essere trattata come
una forza � che essa, quando agisce nella meccanica quantistica, si
comporta rispetto a un osservatore "classico" come un contributo
*aggiuntivo* che rende possibile (o impossibile) un determinato evento
che sarebbe altrimenti impossibile (o possibile).
E' chiaro che, anche a vederla in questo modo, il paragone con le altre
forze va fatto con le molle: la probabilit� rende possibile, per effetto
tunnel, la fuga di materia da un buco nero, risultato che *nessuna*
forza intesa nel senso ordinario (cio� classico) pu� ottenere.
La domanda vera che in effetti ponevo, al di l� del vedere la
probabilit� come un qualche genere di forza (modo di vedere che, se
vuoi, mi � servito pi� come "portante" per il segnale vero da
"demodulare"), � se questa probabilit� possa o no essere quantizzata. O
ancor meglio: se pu� esistere un "quanto di probabilit�" dalle
caratteristiche molto simili al quanto d'azione che, come questo, ponga
dei precisi paletti fisici su ci� che pu� o non pu� accadere in natura.
Il quanto d'azione � un "paletto" che impedisce al principio di minima
azione di annientare tutto l'universo in un solo istante. Il "quanto di
probabilit�" avrebbe uno scopo analogo, cio� assicurare su grande scala
il dominio della fisica classica, impedendo ai fenomeni propri della MQ
di dissolvere l'universo semplicemente aggirando con il grimaldello di
una probabilit� ogni impossibilit� posta dalla fisica classica che,
visto che sono impossibilit� per lo pi� definite dall'esistenza di leggi
di conservazione di vario genere, non esistono certo solo per il
capriccio di qualcuno.
Per chi poi ha voglia di andar ancora pi� "fuori" di me su queste cose,
aggiungo che dietro a questa "bischerata" ne sta almeno un'altra ancora
pi� confusa - che mi deriva dall'altro grande amore che ho,
l'elettronica! :-) - e cio� il tentativo di capire se l'universo pu�
essere distinto in una parte "componentistica" (in cui � la MQ che detta
legge) e una parte "sistematica" (dominata dalla meccanica classica).
Questa parte "sistematica" la vedo proprio come... "sistema", cio� una
entit� che, pur composta in dettaglio dai componenti "foniti" dalla MQ
(e di cui mantiene valide le regole) esibisce modalit� di comportamento
che NON fanno parte della MQ; una di queste sarebbe appunto la
sostituzione delle "probabilit�" con delle "impossibilit�" strutturali
che, pur sopprimendo su grande scala qualche "libert�" concessa a
livello di MQ, ripaga questo "pedaggio" con una maggior stabilit�
dell'intero edificio a livello macroscopico. Il "prezzo" � proprio la
soppressione (con ragione) non solo dei "miracoli" ma anche della loro
stessa *possibilit�*.
Ciao
Piercarlo
PS - Per rendere chiaro ci� che caratterizza per me il passaggio da
"insieme" di componenti a "sistema" di componenti in grado di esibire
comportamenti peculiari che non fanno parte del portfolio di possibilit�
dei singoli componenti, riporto l'esempio classico del circuito LC
risonante (ideale...).
I singoli componenti, L e C, di per s� non sono in grado di oscillare;
per� lo fanno se connessi insieme in un circuito LC e riforniti di
energia per sostenere le oscillazioni, dando vita al "circuito
risonante", cio� un sistema che � *composto* da una L e una C ma che �
allo stesso tempo qualcosa di pi� di un mero insieme di componenti, in
grado di esibire propriet� non possedute da questi, *pur non aggiungendo
o togliendo nulla, sotto nessun punto di vista, di quanto � di loro
pertinenza*. L'induttanza L continua a fare l'induttanza come prima e il
condensatore C anche. Non sono loro che cambiano.
Received on Sun Aug 05 2007 - 23:20:26 CEST
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