Re: Filosofia della Fisica
Giovanni "Darke" Neiman ha scritto:
> Solo ora.
Scusa ma... non mi pare che Popper sia vissuto precisamente nel
cinquecento... ;-). Che poi ancora nel 500 e nel 600 (ricordiamo che
Newton si occupava *anche* di alchimia!) le cose fosse tutt'altro che
pulite circa la definizione di cosa sia o no una teoria scientifiva va
perlomeno inquadrato nel contesto storico di allora. Fino al 700
inoltrato chi avesse avuto idee troppo "os�" dal punto di vista
scientifico rischiava ancora di ritrovarsi sottoposto alle "attenzioni"
dell'inquisizione. Che forse non ti mandava pi� al rogo ma sicuramente
non aveva certo imparato a comportarsi gentilmente con la gente in
generale e con gli intellettuali in particolare.
Ti basi pensare, per rendertene conto, allo stile stesso con cui chi si
occupava di scienza in Europa (e in Italia in special modo) cercava di
evitare il pi� possibile le affermazioni dirette tipo "in base ai *miei*
esperimenti..." e simili in quanto, quelli che ci avevano provato (tra
cui Galileo!) se non erano finiti male erano finiti peggio, proprio
perch� era un modo di offrire all'inquisizione delle armi con cui
colpirti *direttamente*.
Tutto il sistema di citazioni e affermazioni erano basate il pi�
possibile su affermazioni preesistenti *che avevano gi� passato il
vaglio dell'inquisizione* (cio�, banalmente, i loro autori erano ancora
vivi...) perch� in questo modo si poteva almeno ribattere in caso di
guai: "io ho semplicemente citato Tizio dopo aver controllato che quanto
aveva detto Tizio non aveva subito riprovazioni da parte vostra"
sperando che bastasse. E' chiaro che, in questo contesto, le innovazioni
di pensero venivano non solo annunciate e diffuse con il contagocce ma
venivano pure intenzionalmente disperse in mezzo a una marea di altre
cose collaudate che, giuste o sbagliate che fossero, facevano almeno da
cuscinetto di protezione per i concetti veramente importanti e nuovi
(che erano sempre fomulati in modo da essere realmente comprensibili
solo a chi si interessava veramente di scienza per quello che era e non
come una sorta "filosofia minore" di cui comunque era bene non
occuparsene in maniera troppo vistosa).
Tutto questo pistolotto � solo per ricordare un punto chiave essenziale
della condizione di scienziato: e cio� che anche la *libert� di pensiero
scientifico* non � una conquista civile poi cos� anziana come si sarebbe
indotti a pensare. E l'elaborazione di un corretto ed efficiente metodo
scientifico, funzionale a fare scienza senza pregiudizi tra i piedi (di
qualunque natura, compreso quello di ritenere infallibili e immutabili i
pensatori dell'antichit�, con il tentativo quindi, perfettamente
coerente con la forma mentis del tempo, di infilarci Platone anche in
astronomia dove non c'entrava un accidente) ha richiesto una
spregiudicatezza di pensiero - che non significa "immoralit� di
pensiero", vecchio pretesto accusatorio di chi non vedeva di buon occhio
il progresso scientifico - come raramente � stato possibile nella storia
- e si pensi a episodi anche recenti in cui questa possibilit� � stata
rimessa in discussione o � addirittura venuta temporanemente a mancare
come durante il periodo di Lysenko nella fu URSS.
Ciao
Piercarlo
Received on Sun Aug 05 2007 - 22:30:38 CEST
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