Re: Filosofia della Fisica

From: Giovanni \ <darth.vader_at_libero.it>
Date: Fri, 03 Aug 2007 23:26:01 GMT

On Fri, 03 Aug 2007 11:02:12 -0700, argo <brandobellazzini_at_supereva.it>
wrote:

>Credo che nelle varie comunita' di fisici al passare degli anni, dei
>lavori , delle scoperte, dei fallimenti,
>delle conquiste, si formino delle vere correnti di pensiero su cosa e'
>veramente importante, quale strada prendera' o deve prendere la
>ricerca in fisica, cosa e' fondamentale, quali sono gli obbietivi
>importanti da raggiungere, cosa significa aver messo a nudo un
>fenomeno...
>Queste correnti di pensiero che si basano almeno in parte sul frutto
>di anni di scienza possano dirsi essere delle correnti filosfiche. In
>maniera figurativa direi che un ricercatore a forza di osservare e
>studiare il mondo il fisico si fa ''un'idea di come
>funzionano le cose'' (che forse alcuni chiamano il ''senso fisico'').
>Se questa non e' filosofia che cosa e'?
>Il problema e il rischio a mio avviso e' che tal volta alcune
>cumunita' possono incancrenirsi sulla propria corrente di pensiero
>tanto da dimenticarsi che essa stessa pur discendendo da un mondo
>scientifico non ne fa pienamente parte, e quindi non puo' (e a mio
>avviso non deve) essere innalzata a verita' scientifica sulla quale
>fondare solide basi di una ricerca futura.

s�, giusto.
� proprio il caso della scuola inglese che fu profondamente influenzata
da Newton, e ne rimase succube fino alla met� dell'800 o quasi.

>In parole povere c'e' il rischio che il ricercatore a forza di
>focalizzarsi solamente su cio' che ritiene veramente importante
>(sempre che lo risulti poi davvero) rischia di mettersi il paraocchi e
>che quindi diventi ben presto di sterile produzione scientifica.

Un qualsiasi scienziato statisticamente dopo i 26-30 anni smette di
essere originale e profondamente innovativo.
E' "solo" manodopera utile.

>Per essere schietti penso che in alcuni ambiti della fisica delle alte
>energia (stringhe, supersimmetria, particelle elementari,...) si stia
>correndo proprio quel rischio.

Lo vedo qui alla sapienza. Ogni gruppo, ogni ricercatore, ha la sua
idea, e cerca di convincere tutti o quasi.
Come diceva un protagonista di "Pi.Greco": se ti fissi abbastanza a
lungo su una cosa, inizierai a vederla dappertutto ed a convincertene
veramente.


Per me infatti il metodo scientifico funziona solo grazie alla
statistica: ci sono _tante_ prove e controprove, _tante_ menti che
vigilano che, alla fine, si andr� per forza verso una verit� fattibile e
si scarteranno le "ipotesi-fuffa".

Nonostante questo percepisco che i confini del sapere si sono allargati
molto, molto rapidamente, e molto pi� rapidamente di quanto si �
allargata la dimensione della comunit� scientifica. Si creano tante idee
innovative, tanti lavori, tanti articoli. Ma chi li controlla? Siamo
sicuri? Leggi per esempio "Imposture intellettuali".
Si scrivono un sacco di cazzate anche sulle riviste di settore, si
sparano dati, li si imbrogliano (questo lo si fa da sempre).

Un esempio, mi pare, � la velocit� della luce. La cosa interessante �
che nei vari esperimenti (vado a memoria, non sar� esatto) via via il
valore esatto venne limato di POCHISSIMO, per TANTISSIME volte.
Questo perch� il primo esperimento serio era talmente rinomato ed
autorevole che tutti gli sperimentatori rilimavano i loro risultati per
avvicinarsi ad esso, non sapendo che in realt� si sbagliava un pochino,
e che loro dicevano meglio.

-- 
>Joeva:nnee Neema:n
Received on Sat Aug 04 2007 - 01:26:01 CEST

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