Bruno Cocciaro ha scritto:
> Beh ma questo dipende da cosa si intende per telepatia.
> Io chiamo telepatia anche il realismo non locale. Nel fare cio' ritengo di
> seguire Einstein, anzi lo faccio proprio allo scopo di sottolineare che io
> intendo seguirlo, quindi lo faccio anche utilizzando i suoi stessi termini.
Ciao Bruno,
dovresti dire "spooky action at a distance". Altrimenti identificare
realismo non locale con telepatia � solo un trucco dialettico di bassa
lega. :-)
> Conosci certamente la famossima citazione di Einstein:
> "Sembra difficile poter dare un'occhiata alle carte di Dio. Ma che egli
> giochi a dadi e faccia uso di "metodi telepatici" come la attuale teoria
> quantistica gli richiede, e' un fatto che non posso credere neppure per un
> momento."
Il bello � che questa citazione proviene da pensieri di Einstein
precedenti alla formulazione completa della meccanica di de Broglie-Bohm
(la teoria dell'onda pilota di de Broglie, anche se era gi� "pronta" nel
1927, ha dovuto attendere il genio di Bohm per una sua estensione di
successo totale dal punto di vista predittivo-sperimentale). Bohm aveva
la sua teoria pronta nel 1952 e quando la espose ad Einstein
quest'ultimo la liquid� attribuendole scarsa rilevanza fisica. Il motivo
� evidente: la meccanica di Bohm descrive una "realt�" non locale in cui
non c'� alcuna telepatia, alcuna "spooky action at a distance"! Non c'�
pi� il problema della misura e non esiste il collasso della funzione
d'onda! Era dura per Einstein accettare il fatto che anche nel realismo
non locale non ci fosse alcun bisogno di telepatia, perch� lui non
poteva accettare niente di meno del realismo immediato (esattamente come
te, credo). Anzi, credo che per Einstein fosse dura anche ammettere che
nella teoria quantistica ci fosse spazio per il realismo di qualsiasi
tipo. Quindi continu� a parlare di incompletezza della QM ignorando Bohm.
Naturalmente, dal 1952 ad oggi molte cose si sono "evolute", e questa
presunta "telepatia" non � indispendabile anche alla luce di nuove
interpretazioni della QM e alla luce della QFT, "essenzialmente locale"
(nota: come arrivare ad una meccanica di Bohm relativistica � un
problema insoluto...). Se dai un'occhiata qui:
http://en.wikipedia.org/wiki/Bohm_interpretation
puoi leggere un sunto della concezione di Bohm in cui ho partecipato,
dalla parte dei "difensori" della teoria, ad esaltarne gli aspetti
positivi (per esercizio intellettuale, non perch� la ritenga pi�
"fondata" dell'interpretazione di Copenhagen o dei postulati di Von
Neumann, tanto per dirne due). Torno a ripetere (se ce ne fosse bisogno)
che la meccanica di Bohm fa le stesse identiche previsioni sperimentali
della QM non relativistica "ortodossa" senza postulare un collasso della
funzione d'onda, senza telepatia, ecc.
> Ghirardi, nel capitolo "Nonlocalita' e segnali superluminali", da'
> sostanzialmente per scontato che l'esistenza di segnali superluminali sia
> incompatibile con la relativita'. Non mi pare che affronti la questione
> quindi direi che faccia risalire tale incompatibilita' ad argomentazioni
> analoghe a quelle di Moeller, Penrose, Rindler, Bohm (e prima ancora, con
> argomentazioni meno forti, Einstein, Pauli, Von Laue) che ho riportato
> qualche post fa.
Permetti un trucco dialettico di bassa lega anche a me, cos� siamo pari
e non ti posso pi� rinfacciare niente. :-) Ma non ti viene mai il dubbio
che se tanti fisici piuttosto in gamba come quelli citati la pensano in
maniera opposta alla tua, forse qualcosa di sbagliato nel tuo modello
potrebbe anche esserci? :-)
L'unica soluzione � portare evidenze sperimentali.
Cambiando discorso e tornando seri (perch� ovviamente se si rimanesse
all'ipse dixit il progresso scientifico si potrebbe bloccare): a che
punto stai con Foundations of Physics? Ti hanno fatto sapere qualcosa?
Ciao e buone vacanze,
Paolo
Received on Sat Aug 04 2007 - 12:29:00 CEST